
Non c’è errore di stampa o di informazione, nel titolo di questo articolo.
Infatti, riteniamo giusto archiviare il risultato di questa memorabile partita con il risultato depurato dalle gaffes della quaterna arbitrale, viste e riconosciute tali, dalla generalità degli addetti ai lavori: quindi, due a due conteggiando anche il gol “non visto” di Muntari e il gol “segnato ed annullato”, per fuorigioco inesistente, a Matri.
Il Milan
Il Milan ha giocato, per circa 65 minuti, “alla Juventus”: cioè ferocemente, pressando alto e spendendo energie fino ad ora occulte ed incredibili a vedersi, anche perché effettuato con giocatori indicati più a giocare di fioretto (Robinho, Emanuelson, Pato, Van Bommel) che di esasperato agonismo, pressing e corsa.
In questo periodo, la Juventus ha fatto quello che il Milan le concedeva: cioè poco, quasi nulla; costretta (dal pressing e dall’agonismo inatteso del Milan) ad errori seriali e talora madornali, uno dei quali ha consentito il primo gol di Nocerino (che forse andrebbe catalogato come autorete di Bonucci, considerato che la deviazione è risultata decisiva avendo fatto cambiare direzione al pallone).
La Juventus
Ha “assistito” alla gara del Milan (travestita da Juve) per 65 minuti, nel corso dei quali ha rischiato anche di subire altri gol. Inguardabile.
Negli ultimi 25 minuti, con l’ingresso dei “titolari” , fino ad allora rimasti in panchina (Matri, Pepe e Vucinic) e con l’esaurirsi psicofisico dei milanisti (tornati a giocare “alla Milan”) la Juventus ha cominciato a macinare gioco, con assedio totale e continuo all’area milanista, e raggiungendo il pareggio, maturo, con un gol limpido, frutto di una potente girata al volo di Matri su cross di Pepe.
Tutto il resto
- il quartetto arbitrale ha lasciato molto a desiderare; e ciò non solo per le due gaffes già ricordate, ma, soprattutto, per aver permesso, per almeno 70 minuti, un gioco alquanto duro e, a volte, violento (soprattutto da parte dei giocatori del Milan, probabilmente non abituati al tipo di gioco “juventino” e portati, quindi, a strafare, magari senza volontà di far male, ma danneggiando comunque gli avversari, senza essere sanzionati dall’arbitro. Poi, nei 20 minuti finali, il metro di giudizio di Tagliavento è cambiato e sono stati mostrati cartellini gialli e rossi in modo seriale e senza criterio apparente;
- un pugno ben potente di Mexes, a palla lontanissima, sferrato al costato di Borriello non è stato visto dalla quaterna. Se la giustizia sportiva è ancora tale (e su questo nutriamo enormi dubbi) sarebbe d’obbligo la prova televisiva e, come deciso per Ibrahimovic, penalizzare Mexes per tre giornate (questo sì che è stato comportamento “violento”);
- il post-partita su SKY, è stato alquanto squallido ed indecoroso; con il commentatore Boban, solitamente tranquillo e molto obiettivo nelle valutazioni e nelle considerazioni, esibitosi, ovviamente a difesa dei colori milanisti, in un alterco pirandelliano con Conte; mentre Allegri, amaramente sorridente, vantava le proprie origini toscane che gli consentirebbero di ridere e scherzare di tutto (mentre, in realtà, sparava frecciate velenose verso lo staff Juventino);
- infine, non poteva mancare il solito Galliani, il quale, ormai fuori dalle grazie, non riuscendo a capacitarsi dall’alto del suo “potere” come possa, a volte, girare storto, secondo le sue teorie, anche al Milan (assenza di Ibra, gol non visto su Muntari), a fine primo tempo, ha inscenato, stando alle cronache mediatiche (ma ad ora, nulla si è visto sulle reti televisive), incresciosi alterchi con l’arbitro (il che sarebbe vietato dal regolamento...) e con Conte.
Ulteriori considerazioni ed approfondimenti al prossimo ed ultimo capitolo di questo Milan Juventus.
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