giovedì 23 febbraio 2012

MILAN-JUVENTUS - Capitolo 4: Il nuovo "sentire popolare"-Ibra non gioca


Quarto Capitolo: Ibrahimovic non giocherà la partita dell’anno, Milan-Juventus.

Infatti, è appena stata resa pubblica la sentenza della Corte di Giustizia Federale che ha respinto il ricorso presentato dal Milan e confermato le tre giornate di squalifica che erano state inflitte al giocatore dopo l'espulsione rimediata contro il Napoli, per aver colpito Aronica, nel match del 5 febbraio scorso.
Pur non conoscendo ancora la motivazione, confessiamo che la decisione ci sorprende; meglio: ci sorprende dal punto di vista dell’applicazione del regolamento: le tre giornate si applicano ai comportamenti classificabili come “violenti”.

Le immagini televisive evidenziano chiaramente che Aronica neppure si è accorto del buffetto (perché di questo, si è trattato) di Ibrahimovic.
E comunque, classificarlo “comportamento violento” è fuori luogo; non corrisponde alla nozione di “violenza” che possa essere acquisita da un qualsiasi “buon padre di famiglia”.

E allora? Come spiegare questa decisione chiaramente irrispettosa della lettera e dello spirito delle regole?
In questa nuova tragicomica decisione della giustizia (si fa per dire) sportiva, riteniamo che stiano tornando prepotentemente alla ribalta i retaggi di Calciopoli: gli organismi sportivi, politici, arbitrali e giudiziari, sono in piena confusione.
La giustizia sportiva, ormai, non decide più secondo i canoni previsti dalle leggi e dai regolamenti sportivi; ma, come accaduto per “Calciopoli” , e chiaramente affermato dai giudici che hanno sentenziato la condanna della Juventus, si decide secondo gli umori del momento e cioè, secondo l’ormai famosa espressione adottata, appunto, dai giudici di calciopoli, nella sentenza contro la Juventus: “abbiamo deciso dando ascolto al sentire popolare”.

Chiariamo: non intendiamo assolutamente affermare che il “sentire popolare” che nel 2006 era avverso alla Juventus si sia ora rivoltato verso il l Milan. Assolutamente no.
Intendiamo dire, invece, che è stato penalizzato il modo di fare e di esternare di Galliani, che, mettendo subito le mani avanti (“non più di due giornate”), ha chiaramente indispettito i giudici. I quali, ripetiamo, ormai, decidono senza applicare i regolamenti, ma secondo le sensazioni; secondo l’aria che tira al momento delle decisioni.

A conferma di quanto andiamo sostenendo, riportiamo il comunicato emanato dal Milan, subito dopo aver conosciuto l’esito del ricorso:

"La decisione della Corte di Giustizia Federale è ingiusta, perché ha applicato una sanzione destinata agli atti violenti, ad un atto che violento non è stato. È un grave errore giuridico".

D’accordo. Perfettamente d’accordo su tutto (tranne che sul “giuridico”. Non è un errore “giuridico”, ma un errore “giudiziario”. Scherzi del nervosismo immediato; ma non dovrebbe succedere).
Ora, il caro Galliani, che tocca per mano, in prima persona, la pseudo-filosofia di cui è impregnata “Calciopoli”, potrà cominciare a farsene una ragione e magari ad apprezzare nella giusta misura gli sforzi del Presidente Agnelli, diretti a ristabilire una giustizia sportiva “giusta”, anche ricorrendo alla giustizia ordinaria.
Buon Milan-Juventus a tutti

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