
L’argomento di questo secondo capitolo, la sciarpa dei tifosi napoletani a Londra, non era previsto. Soprattutto, perché imprevedibile.
Ma, essendo accaduto, si è prepotentemente inserito nel nostro progetto di capitolato.
Gli appassionati di calcio, di qualunque squadra tifosi, avranno notato, ieri sera, come la regia della trasmissione televisiva di SKY, alcuni minuti prima che iniziasse, a Londra, l’incontro tra il Chelsea ed il Napoli, abbia inquadrato e, stranamente, indugiato anche con una zoomata ravvicinata, su alcuni tifosi napoletani che esponevano con evidente orgoglio e risate, come si dice, “a tutto tondo”, una sciarpa (ripetiamo, non uno striscione o un tabellone cartaceo, ma proprio una sciarpa), con la scritta “Juventus m....”.
Omettiamo la parola “m....” perché, sebbene chiaramente intuibile, potremmo, se la scrivessimo come era scritta su quella sciarpa, essere perseguiti per offesa alla pubblica morale. E sarebbe giusto, secondo legge.
Il fatto ci ha lasciato alquanto turbati; non solo come appassionati di calcio, ma soprattutto come cittadini attenti alla moralità delle cose pubbliche. E, in tale veste, proponiamo, ai lettori, i seguenti argomenti di riflessione:
- la partita Chelsea-Napoli, in nessun modo poteva implicare la Juventus; allora, come si spiega quella sciarpa?
Perché il regista televisivo ha indugiato, probabilmente commettendo un reato (lo stesso per il quale sarebbe perseguibile chi scrive), su quella sciarpa dal contenuto scurrile? Col merito, tuttavia e forse, di aver bene inquadrato i volti dei tifosi che la esponevano, e che, quindi, potrebbero essere perfettamente riconosciuti e perseguiti;
- il fatto appena narrato, fino ad ora (sono le ore 13,30 del giorno dopo), nessun giornale, né cartaceo, né in versione telematica lo ha riportato e, tantomeno, documentato visivamente: perché?;
- lo stesso fatto, passato sotto silenzio mediatico (a volte, accade...), purtroppo è, sempre fino ad oggi, passato anche sotto silenzio della giustizia, sia sportiva che ordinaria/penale: perché?
Lasciamo le risposte ai suddetti quesiti alla sensibilità dei lettori.
Noi ci soffermiamo, perché attinente all’argomento che stiamo trattando (Giustizia e sentimento popolare), solo sul primo quesito: perché, in un incontro di calcio, peraltro a livello europeo, in cui in alcun modo è interessata la Juventus, la stessa viene volgarmente insultata?
Riportiamo, letteralmente, la risposta a casi analoghi già trattati nel capitolo precedente (in merito al caso Pessotto e al caso Dalla): perché chi, nei casi citati, era tenuto ad intervenire, sia per perseguire il reato (sportivo e penale) sia per ristabilire la correttezza etica del vivere civile, non è intervenuto.
Queste sono le cause che originano i famigerati “sentimenti popolari”: l’ignavia di chi viene pagato (da noi) ed omette di esercitare le proprie funzioni.
Nel caso specifico, trattandosi di incontro di Champions League, e, quindi, organizzato dalla UEFA, non possiamo non rivolgerci al Presidente Platini (e chiudiamo):
Egregio Presidente dell’UEFA Platini, invece di perdere il suo tempo a narrarci le sue insulse barzellette, ed a prenderci bellamente in giro (vedi articolo precedente “le ultime parole famose di Platini”), perché non prende in esame questo problemi? Perché non applica i suoi stessi regolamenti sportivi? Perché fa finta di non aver visto niente?.
Al prossimo capitolo.
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