giovedì 17 novembre 2011

Fare un passo indietro? No, avanti!

È molto probabile che sfondi una porta aperta, facendo rilevare come, in questo Paese, accade spesso che una parola, o una frase, venga continuamente usata, abusata, usata impropriamente, usata in modo stucchevole, esasperato ed esasperante.
E lo scalpore lo creano non tanto i media nella loro molteplice diversificazione, quanto, soprattutto, quelle persone e personaggi che, per lignaggio, funzioni e cultura, ci si aspetterebbe affrancati da tali storture espressive.

L’ultima (stortura espressiva): “fare un passo indietro”.
In genere, viene utilizzata con riferimento, e come invito o consiglio, ad una persona con la quale ci si trova (quantomeno) in contrapposizione  dialettica.
Potrei sbagliare, ma questa frase, a mio parere, andrebbe assegnata alla paternità del Segretario del PD, Onorevole Bersani, che, imperterrito, per mesi e mesi, ha continuato ad esternarla in ogni occasione e con ogni mezzo di comunicazione, con riferimento al (ormai ex) Capo del Governo On.le Berlusconi: ”Berlusconi faccia un passo indietro”. Immancabile. Come le previsioni del tempo. Tutte le sere, in tutti i telegiornali (ed altro).
Forse, qualcuno, spazientito, si starà domandando: e tutto questo cosa c’entra con lo sport? Arrivo.

È di ieri mattina questa esternazione : “La Juventus faccia un passo indietro”. È stato Moratti? Un giornalista della Gazzetta dello Sport? Un tifoso interista? Niente. La maleodorante esternazione (condita, peraltro, da altre “perle” indegne di cotanto personaggio e sulle quali soprassediamo per non dilungarci troppo) è stata fatta dal Presidente del CONI (massima carica dello sport italiano) Gianni Petrucci. Proprio uno di quei personaggi da cui non ti aspetteresti una frase del genere!
Ma qui è davvero cascato l’asino: nei modi, nei tempi e nella sostanza. Vediamo.

NEI MODI
L’intervista-bomba, rilasciata dal Petrucci è scoppiata ieri, di buon mattino, senza alcun preventivo segnale che ne facesse intuire l’arrivo (in realtà, come vedremo al punto successivo, qualcosa era accaduto, il giorno prima, che ne potesse far intuire lo sfogo). La generalità dei media, dei cronisti sportivi, della carta stampata (nella versione elettronica) e televisivi, sono rimasti spiazzati, non tanto per il particolare aspetto lessicale di cui ci stiamo qui occupando (figuriamoci, sono i primi, loro, ad abusarne...) quanto per la “durezza” inusitata delle espressioni utilizzate e per la fine maliziosità di attaccare la Juventus senza mai pronunciarla: bassezze, appunto, indegne.

Nel corso della mattinata, a quanto pare, il Petrucci sarebbe stato bersagliato di telefonate che ne stigmatizzavano l’operato; e non solo per le  forme e i modi; ma soprattutto per la sostanza non rispettosa dei fatti (ovviamente, riguardanti la Juventus, Calciopoli, ricorsi vari). In generale, lo si metteva all’erta, perché la Juventus avrebbe, certamente, “risposto per le rime”.

NEI TEMPI
Il giorno precedente l’esternazione di Petrucci, la Juventus, terminati tutti i gradi della giustizia sportiva, dichiaratisi tutti incompetenti (in tutti i sensi ?...), a decidere sulle varie richieste, e come aveva già preannunciato fin dal mese di agosto scorso, aveva presentato ricorso al TAR del Lazio con richiesta di risarcimento dei danni subiti dal 2006 (condanna sportiva), da parte della FIGC, per un importo complessivo di € 443.725.200 (con elencazione dei vari danni e relativi importi).

Ci sono fondati motivi per credere che questo sia stato l’elemento scatenante lo sfogo di Petrucci che, molto probabilmente, non deve averci dormito sopra, la notte precedente. Magari, pressato dal collega Abete, presidente della FIGC.

NELLA SOSTANZA
Ma, in sostanza, cosa ha chiesto Petrucci alla Juventus (puerilmente, senza mai nominarla)? Appunto: “di fare un passo indietro”. Cosa avrà voluto dire? Vediamo.

Dalle vicende che si sono succedute nel corso di una giornata convulsa trascorsa “a suon di comunicati“ (ed attraverso la mediazione del canale sportivo Tv “SKYSport“) tra Petrucci e la Juventus (nella persona del presidente Agnelli), possiamo dedurne e sintetizzare il pensiero di Petrucci nei modi che seguono:
- basta con i ricorsi della Juventus, ormai è un “doping  giudiziario” (parole testuali!);
- in particolare, ritirare il ricorso al Tar e relativa richiesta di risarcimento.

CONCLUSIONE E RISPOSTA DELLA JUVENTUS
Noi “non facciamo un passo indietro” ma chiediamo al CONI e a Petrucci di “fare un passo avanti”. Questa è stata la risposta della Juventus (in estrema sintesi).

Un passo avanti, in che modo? Convocando un tavolo politico!
Se la cosa non fosse davvero tragica, per il calcio italiano e per la Juventus in particolare, verrebbe da ridere: un tavolo politico,  per raccontarsi barzellette (magari inviteranno anche Berlusconi e Galliani, barzellettieri di professione; e poi tarallucci e vino buono!)…

Nulla di nuovo sotto il cielo italiano: parole, parole, usate, abusate... In questo senso, davvero sarebbe necessario “un passo indietro”!
 
Aldo

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