Con piazze ed angoli ripieni di tabelloni con relativi canestri; con giocatori, anche in erba , a divertirsi ad ogni ora; e con due delle più gloriose (ancora?) squadre di basket del massimo campionato italiano di pallacanestro (Fortitudo e Virtus) la denominazione di “Basket City”, fino a qualche tempo addietro, non poteva certamente dirsi usurpato da parte della città di Bologna.
Ma ora? Cosa è accaduto? Vediamo.
La decadenza della “Basket City” è cominciata con il dissesto finanziario della Virtus.
All'inizio della stagione 2001/2002 sebbene la fosse tra le squadre più forti d'Europa, il presidente Madrigali pensa di rafforzarla ulteriormente con l'ingaggio milionario (quinquennale da 7 milioni di dollari!) dello sloveno Sani Becirovic.
Nel corso della stagione sportiva, Becirovic, costretto all'inattività da problemi al ginocchio, apre una vertenza contro la società (il cosiddetto "lodo Becirovic"), lamentando la mancanza del pagamento degli emolumenti da parte della Virtus. Nel corso dell'estate, parallelamente alla causa Becirovic sopraggiungono altre richieste di "lodo", nei giorni in cui scricchiola anche l'azienda di Madrigali, la C.T.O. s.p.a.. Tutto precipita il 4 agosto 2003, giorno in cui il Consiglio Federale della Federazione Italiana Pallacanestro decreta la radiazione della Virtus e la sua esclusione dal tutti i campionati nazionali per la stagione 2003/2004.
Il fallimento societario della Virtus viene scongiurato dall'intervento dell'imprenditore Claudio Sabatini (già organizzatore del Futurshow), che, con un'opera finanziaria encomiabile, transa tutti i debiti della società, ottiene le liberatorie dei creditori e, a pochi giorni dall'udienza innanzi al Giudice fallimentare, rileva la società da Madrigali.
Per farla breve, il 3 giugno 2005, dopo due stagioni, la Virtus, battendo per 3-0 in finale la Premiata Montegranaro, rientra nel massimo campionato italiano di Serie A, non riuscendo più a rinverdire, però, i fasti del glorioso passato anche perché, nel frattempo, a Siena è stata messa su, e dura ancora oggi, una società ed una squadra di livello europeo (sei scudetti consecutivi vinti fino ad oggi).
E sull’altra sponda dei “cugini” della Fortitudo, come sono andate le cose? (“non ho cugini”, si legge, ancora, sui cartelli esposti nelle gare di entrambe le concittadine…)
Anche qui, tutto comincia con un dissesto finanziario.
Nell'ottobre 2009 la Fortitudo non ha pagato l'ennesima rata del mutuo contratto con il Credito Sportivo per la ristrutturazione del Paladozza. Non ottemperando agli impegni presi con l’Ente finanziatore, la società ha costretto il Comune di Bologna, in qualità di garante, a versare oltre 6 milioni di euro (prelevandoli dalle casse comunali!) per sanare i debiti della società sportiva.
Per la stagione 2009/2010, per disputare il campionato di Serie A Dilettanti, il compito di allestire la formazione è stato assegnato al coach Alessandro Finelli. Nella stagione regolare, la Fortitudo si classifica seconda. Nei playoff batte Castelletto Ticino (Ottavi), Ozzano (Quarti) e San Severo (Semifinali). Disputa, perciò, la serie finale promozione a Forlì proprio contro il Forlì. In gara 5, vince la Fortitudo grazie a un canestro all'ultimo secondo di Matteo Malaventura, scatenando la gioia di migliaia di tifosi giunti per sostenere la squadra in quello che è stato un esodo senza precedenti nella storia della serie A Dilettanti.
Ma un mese dopo la vittoria, sulla società è piovuta una pesante tegola: la Commissione Tecnica di Controllo (l'ente che verifica la regolarità dei bilanci delle società professionistiche di pallacanestro) sancisce che la Fortitudo non possiede i requisiti per l'iscrizione ai campionati professionistici. Il 17 luglio 2010 è il giorno più nero nella storia della società: la Fortitudo deve ripartire dai campionati Dilettanti Regionali.
E, per concludere, veniamo ad oggi.
Si viene a sapere dai media (nel silenzio, ufficiale della società) che, nel corso dell’ultimo allenamento, Jared Homan, centro USA con passaporto bulgaro, richiamato, sembra, alquanto vigorosamente, ad un maggiore impegno, dall’attuale Coach Finelli (si, proprio lui, l’ex allenatore dei “cugini” della Fortitudo), abbia reagito sferrandogli un pugno in faccia. Il colpo di Homan gli ha procurato un taglio vicino l’orecchio sinistro che ha richiesto una visita di controllo al pronto soccorso.
I fatti raccontati ieri dai media, hanno trovato conferma, fugacemente, nelle parole del solo Patron, Claudio Sabatini, spiegando quanto fosse “assolutamente intollerabile” il gesto di Homan e facendo capire che per Homan è pronto il licenziamento per giusta causa.
Questo è lo stato dell’arte della pallacanestro, oggi, nella ex “Basket City”.
Tutto considerato, meglio ribattezzarla “Boxe City”.
Aldo

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