I tifosi di calcio, ricorderanno quando, questa estate, la Juventus decise di affidare il team, per la stagione 2010/2011, a coach Conte e relativo staff.
Fin dalle prime dichiarazioni, Conte annunciò: giocheremo col 4.2.4.
Chi scrive rimase scettico; anzi, stupefatto; pensò, perfino: ecco un nuovo “allenatore nel pallone” (tipo, appunto, l’indimenticabile Canà: “giocheremo col 5.5.5!”).
In effetti, andando a memoria, non ricordavo un precedente, analogo modulo di gioco nel campionato italiano (cioè il modulo 4.2.4; invero, neppure all’estero).
La campagna acquisti estiva, della Juventus fu, di conseguenza, improntata alla frenetica ricerca di “esterni di fascia” allo scopo, ovviamente, di adattare la squadra al nuovo modulo che prevede, appunto, due esterni alti e due esterni bassi (e quattro relativi sostituti, possibilmente di pari valore).
Perciò, pur avendone già alcuni in organico (Krasic, Pepe, De Ceglie e, all’occorrenza, Chiellini e Quagliarella) ne sono stati comprati ben altri tre: Giaccherini, Estigarribia ed Elia.
Chi ha avuto modo di vedere le ultime partite giocate dalla Juventus avrà notato, assai agevolmente, che del famoso (famigerato?) 4.2.4 non esiste più l’ombra.
Contro l’Inter, per esempio, si è giocato con il 4.3.3; contro il Palermo, si è giocato col 4.2.3.1. Due partite splendidamente giocate. E vinte.
Cosa vogliamo dire?
Vogliamo dire, come preannunciato nel titolo dell’articolo, che a Conte va riconosciuta una dote inusuale nel modo dello sport e dello spettacolo in generale: la revisione critica delle proprie convinzioni (del proprio “credo”, come, talora, si dice).
In effetti, dopo un inizio balbettante col 4.2.4. (sfociata in una “pareggite acuta”, anche in incontri che, sulla carta, si presentavano come partite da vincere), il coach ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti e cioè:
1-nel massimo campionato italiano di calcio il sistema di gioco 4.2.4 appare improponibile;
2-gli esterni, alti e bassi, si sono dimostrati non all’altezza del gioco richiesto da Conte, con prestazioni in alcuni casi disastrose, come quelle di Krasic, ed altre evanescenti, come quelle di Elia e di Estigarribia (si sono salvati, dal naufragio, Pepe e Giaccherini; ma più per la strenua caparbietà ed applicazione che non per reale propensione al modulo di gioco);
3-l’esplosione di Vidal, fortemente voluto, ma non inquadrabile nel modulo 4.2.4.
Va, perciò, oggi, riconosciuta a Conte, la forza morale di aver sottoposto a critica (e non solo a parole, ma con il rivoluzionamento del modulo effettivo di gioco), la propria “fede” nel modulo di gioco 4.2.4.
Certo, i risultati gli danno spudoratamente ragione; e la partita di ieri, contro il Palermo (col 4.2.3.1) è stata, dalla generalità degli addetti ai lavori, salutata come una prestazione di squadra, ed una qualità di gioco, di cui non si aveva memoria da anni nel nostro campionato.
Ma c’è il rovescio della medaglia; occorre chiedersi, infatti: ma ora, come gestirà la Juventus i tanti giocatori di fascia, inutilizzabili (e non più utilizzati), con le nuove formule di gioco? E come farà appena saranno indisponibili (per squalifiche, per infortuni o per affaticamenti) i tre centrocampisti diventati insostituibili (Marchisio, Pirlo e Vidal)?
Ecco, perché, in casa Juve, è di piena attualità il prossimo “mercato di riparazione” di gennaio 2012. Occorre, appunto, riparare i guasti (tanti “esterni” e pochi “centrali”) provocati da un “peccato originale” cui si è riusciti a far fronte, per adesso, con il minimo danno in classifica (ancora primi, con una partita in meno!).
Ci sarà molto da lavorare, a gennaio; sia in vendite che in acquisti.
Buona fortuna.
Aldo

Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo commento qui