
Nell’editoriale
apparso il 4 maggio scorso su “La Gazzetta dello Sport” (“Tifosi, giocatori e tecnici: il
calcio è contagiato dallo spirito ultrà”) il Direttore Andrea Monti si lascia
andare ad una filippica verso il mondo
del calcio afflitto, a suo dire, da un malessere le cui responsabilità si
ricondurrebbero ad “inedite pazzie di tifosi, giocatori e tecnici, che si
aggiungono alle consuete baruffe tra presidenti”.
In prima
lettura (come si usa dire in gergo parlamentare) e, quindi, di puro
istinto, avremmo sottoscritto volentieri
il tutto, avendo ancora negli occhi e nella mente i seguenti, recenti
accadimenti:
- i fatti di
Genova, con i tifosi genoani che costringono i propri giocatori a togliersi le
maglie da gioco (Tifosi);
- i fatti di
Lamela, che sputa su Lichtsteiner, e di Ljajic che offende il proprio allenatore
per averlo sostituito (Giocatori);
- i fatti di Firenze, con l’allenatore Delio Rossi che cerca di malmenare lo stesso Ljajic (Tecnici);
- i fatti di
Galliani e le sue continue dichiarazioni e azioni relative al non-gol di Muntari, diventato una stucchevole fisima; i fatti di
Lotito e di Zamparini, per le rispettive irregolarità nelle procedure di
compravendita di giocatori (Presidenti).
Tutto vero.
Tutto giusto. Da sottoscrivere.
E invece no.
Dopo due
giornate di riflessioni (e seconda e terza lettura...) ci accorgiamo che
l’articolo è gravemente manchevole.
Amnesie? No,
perché le amnesie hanno una evidente caratteristica: l’involontarietà.
Qui, invece, siamo davanti ad una evidente reticenza
(che implica la volontà di non manifestare, di nascondere i fatti; perché,
evidentemente, contrastanti con i propri interessi di casta...).
Perché non
possiamo pensare, né immaginare, che il Direttore della rosea abbia
“dimenticato” di aggiungere, alle cause del malessere del Calcio, le seguenti due componenti:
- le distorsioni, quasi quotidiane, dei media (giornali, Tv, radio, ecc.) che, come tali, esasperano gli animi ed aizzano le componenti sportive (Tifosi, Giocatori, Tecnici e Presidenti) ad atteggiamenti e comportamenti fuori luogo;
- le “inefficienze”, le “omissioni”, le “illegalità”, le “parzialità” e le “incompetenze” (queste ultime dichiarate!) degli Organi che detengono il potere della governance sportiva (CONI-Petrucci e FIGC-Abete, e rispettivi Organi di giustizia sportiva), che inducono all’anarchia, al farsi giustizia da sé (o, nel migliore dei casi, a cercare altre “giustizie”).
Speriamo di
non apparire volgari agli occhi dei lettori, ma, come si dice, il pesce puzza
dalla testa; e da lì che si capisce se è fresco e vitale o morto, stantio e da scartare.
Ebbene, il Direttore della Gazzetta, nell’articolo in
esame, ha “dimenticato” proprio le colpe di coloro che detengono il potere,
effettivo e mediatico, in ambito sportivo.
Non ha
odorato il pesce alla testa, ma solo alla coda.
Ed allora, per chiarire meglio i concetti, come sopra
abbiamo portato esempi evidenti e congruenti con
quanto affermato dal Direttore nel suo articolo, ora portiamo alcuni
esempi di quanto “omesso” dal Direttore, nello stesso articolo:
A- I media
- Il Direttore omette di evidenziare le colpe derivanti dalle quotidiane esternazioni delle varie edizioni giornalistiche (cartacee e telematiche); delle varie rubriche televisive e radiofoniche a tema calcistico: tutte impregnate di cronisti sportivi parziali, veri e propri “ultras” che avendone il potere, amplificano a dismisura le loro malefiche esternazioni , ed il cui unico effetto è, appunto, l’”aizzare contro”!
- In questa categoria, peraltro, il Direttore Andrea Monti appare alquanto implicato, se solo ricordasse (meglio: volesse ricordare), quale Direttore della Gazzetta dello Sport, le malefatte passate del suo giornale, in materia di moggiopoli-calciopoli-farsopoli; e di quelle recentissime, in materia di scommessopoli, con notizie false e tendenziose (in prima pagina!) su giocatori e tecnici della Juventus (Buffon, Bonucci, Pepe, Conte, impegnati, come è noto, nella lotta-scudetto (per puro caso, contro la protetta Milan...).
B- CONI, FIGC e rispettivi Organi di giustizia
- Il Direttore Monti omette di evidenziare le colpe derivanti da una presunta (a volte dichiarata!) incompetenza degli Organi Sportivi preposti a risolvere problemi (soprattutto di giustizia sportiva) di cui, invece, sono chiaramente titolari, secondo norme (Statali e Federali), abdicando, perciò, dal “fare” (il loro dovere) ed abbandonandosi al più inutile, violento e spregevole “dire” (in politichese, burocratese, sindacalese, sperando che nessuno capisca quel che dicono e non dicono!). Creando, con ciò, sfiducia, anarchia, farsi giustizia da sé!
Conclusione
Queste (A e B) sono le vere origini, le vere responsabilità, del malessere del calcio italiano.
Quelle
indicate dal Direttore Monti, sono, invece, le ovvie conseguenze.
Ci rifletta
meglio Direttore Monti; e tenga conto che gli interessi superiori dello Sport (del Calcio, in modo particolare) trascendono i
miserevoli interessi di casta.
Cominci Lei a dare il buon esempio!
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