Ci è stato chiesto di scrivere, in positivo, un articolo sullo scudetto appena vinto dalla Juventus, almeno per uscire da un negativismo di fondo che continua a permeare, salvo qualche eccezione (Tennis-Vinci
e Volley-Yamamay/Villa Cortese) i nostri articoli “contro” tutto e tutti (Valentino
Rossi; Federica Pellegrini; Telecronisti RAI ed innumerevoli altri).
Ci proviamo. Ma saremo sintetici. Solo un “flash”.
Ieri sera, a fine
“corsa scudetto” vinta dalla Juventus, ci è ritornato agli occhi ed alla mente un
indimenticabile flash; lo abbiamo
“fermato” ed ora ve lo raccontiamo.
I lettori che, bontà loro, oltre che di cose calcistiche
completano i loro interessi anche di cose
cinematografiche ricorderanno,
probabilmente, le indimenticabili scene
di Clint Eastwood, il quale, in un recente spot girato in occasione del Superbowl, incitava gli americani ad andare
avanti, senza sosta, con coraggio e fiducia in se stessi, per superare
la crisi economica e finanziaria che stava minando le basi del Paese.
Lui, Clint, lo
poteva fare perché ne aveva il carisma della credibilità derivante dai valori
espressi nella generalità delle proprie opere cinematografiche (e perché il
popolo americano, da sempre, è predisposto a seguire i valori trainanti per il bene supremo della loro Nazione, fino
al sacrificio della propria vita).
Bene. A questo punto, ieri sera, abbiamo pensato alla
Juventus: a quella che è stata la sua
storia; alla sua profanazione; alla sua (appena) ritrovata gloria.
Sacro e profano? Forse. Vediamo.
IL
SACRO - Sta di fatto che ci siamo resi subito conto che a noi italiani manca una figura, o, comunque, un esempio recente o vivente, comunque
credibile, che, come Clint, possa
validamente rivolgersi agli italiani ed incitarli a lottare, a sacrificarsi,
ognuno nel proprio piccolo, ogni giorno, per il bene della Nazione.
IL
PROFANO (forse) - Proprio come nello spot di Clint sopra
ricordato, il pensiero di una similitudine ci è venuta in occasione di un particolare evento sportivo (appunto, la riconquistata “gloria” da parte della Juventus, dopo sei anni di
varia profanazione subita), soprattutto
per i valori che hanno ispirato e
consentito questa riconquista:
Frase
che è scritta nella “storia” della Juventus: “chi gioca nella Juventus, deve sapere che la vittoria non è importante.
E’ tutto”.
Frase
dell’allenatore Conte, rivolta, recentemente, ai suoi giocatori: “mangeremo
l’erba, per la vittoria”. E vittoria è stata. Senza conoscere l’amaro della
sconfitta. Ma assaporando il profumo dell’erba.

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