martedì 8 maggio 2012

Buffon, Del Piero e la terza stella della Juventus



Dice Buffon: i nostri scudetti sono trenta perché li abbiamo vinti sul campo; e non è una scusa, ma un dato di fatto.

Dice Del Piero: noi sentiamo di aver vinto trenta scudetti, ma bisogna rispettare le sentenze.

BUFFON- Sostanzialmente, Buffon evita di affrontare il problema “limitandosi” ad una considerazione parziale del problema (le vittorie “di fatto”). Appare sincero, ma non risponde esaustivamente al quesito;

DEL PIERO- La risposta di Del Piero, invece, è completa. Apparentemente, perfetta. Ma non lo è.

COME STANNO LE COSE
Come ormai dovrebbe essere generalmente noto (perciò, pensiamo di poter riassumere), in Italia:
  1. esiste la “giustizia sportiva” (ogni Federazione organizza la sua ed il CONI organizza la propria Giustizia, come sistema di appello alle sentenze emesse dai giudici delle singole Federazioni);
  2. le regole sportive prevedono che le controversie debbano essere risolte esclusivamente nell’ambito della giustizia sportiva;
  3. chi non trova soddisfazione dalla giustizia sportiva, può, tuttavia, con particolari conseguenze di carattere “sportivo”, rivolgersi alla Giustizia Ordinaria (quella dello Stato: Civile, Penale ed Amministrativa). Al limite, anche a quella sovranazionale (Corti Europee);
  4. nel 2006, la Juventus, è stata condannata dalla giustizia sportiva; mentre, negli anni 2010 e 2011, a seguito della “ritardata scoperta” (?) di migliaia di nuove intercettazioni, la stessa giustizia Sportiva si è rifiutata di rivedere  le sentenze del 2006, adducendo la propria “incompetenza”;
  5. nel 2011, intanto, nel processo Penale di Napoli, quasi tutti gli imputati sono stati condannati, confermando, in modo alquanto singolare ed inaspettato rispetto alle risultanze del processo, quanto fu stabilito nel 2006 dalla giustizia sportiva (qualcuno ha avanzato l’ipotesi del “copia e incolla”): con una eccezione, anzi con queste due eccezioni dichiarate in sentenza:

  • il campionato di calcio 2004/2005 (scudetto revocato dalla giustizia sportiva), si svolse e si concluse regolarmente senza alcuna anomalia direttamente o indirettamente imputabile alla Società sportiva Juventus (vincitrice sul campo);
  • il campionato di calcio 2005/2006 (scudetto assegnato all’Inter dalla giustizia sportiva, invece che alla Juventus, vincitrice sul campo), non è mai stato oggetto di indagine (né dalla giustizia sportiva, né, tantomeno, da quella ordinaria-penale), per mancanza, ovviamente, di fatti e/o motivazioni che le giustificassero.

Tutto ciò considerato, sempre nel 2011, la Juventus si è rivolta al TAR del Lazio (giudice ordinario amministrativo, per vedersi riconoscere il danno subito dalle sentenze sportive nella misura (dimostrata con documentazione agli atti del processo) di € 444 milioni circa (processo in corso).

Con questi fatti, cosa possiamo concludere? Che Buffon e Del Piero sbagliano entrambi.
  • Buffon, sbaglia perché omette di considerare la situazione giuridica della vicenda, limitandosi a considerare quella “del campo”.
  • Del Piero, sbaglia perché, pur considerando la situazione (anche) giuridica, tuttavia la esprime in  modo (volutamente?) equivoco: perché non dice a quali sentenze occorre riferirsi per la soluzione del problema e cioè:
- a quelle sportive, che dicono 28 scudetti
- a quella della giustizia statale-penale (sentenza di primo grado di Napoli ed in attesa della sentenza Amministrativa del TAR-Lazio), che dice: 30 scudetti.

Cosa diciamo noi
La giustizia sportiva si è dimostrata inaffidabile (a dir poco!). Alcuni  esempi tra i tanti:
  • il terzo grado (secondo di appello) della giustizia sportiva, venne abrogato, in occasione del  processo alla Juventus (cioè, cambiando le  regole nel corso dei procedimenti! - Non accade neppure nei regimi dittatoriali più violenti!);
  • furono tenute (volutamente, secondo le dichiarazioni degli inquirenti, risultanti agli atti del processo di Napoli) nascoste migliaia di intercettazioni che, da una parte, scagionavano la Juventus e i suoi dirigenti (“cupola”, associazione per delinquere,  ecc.); dall’altra, implicavano fortemente le responsabilità di altre Società sportive (in primis l’Inter, cioè la Società sportiva destinataria dello scudetto 2005/2006!);
  • lo scudetto 2005/2006 fu assegnato dal faccendiere Guido Rossi (nominato Commissario straordinario) già consigliere del CDA dell’Inter, amico intimo di Massimo Moratti e di Tronchetti Provera, alla sua ex Società sportiva (Inter, appunto).  
Conclusione: per noi sono 30 scudetti, di fatto, sul campo e giuridicamente per sentenza  statuale (con conseguente diritto alla terza stella).

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