
Crediamo di aver correttamente riportato quanto accaduto
nel corso della Supercoppa Italiana giocata a Pechino l’11 agosto corrente,
parlando di “caccia all’uomo” messa in atto dai giocatori del Napoli.
La ripresa televisiva (non il commento dei cronisti
RAI...) è lì a dimostrarlo, nonostante le lamentazioni alquanto ipocrite e chiaramente fuori luogo del quotidiano
sportivo “sudista”, che ha dato voce
mediatica all’improponibile “silenzio stampa” attuato dallo stesso club Napoli su dichiarata indicazione del Presidente De Laurentiis.
Ora, sebbene ancora fuori stagione venatoria, ci tocca
soffermarci su un altro tipo di “caccia”, che si è messa, meglio, rimessa (dopo Calciopoli), in bella mostra a seguito
delle note vicende (Scommessopoli) che stanno accalorando questa estate del
2012: stiamo parlando della “caccia alle streghe”, ormai quasi conclusa,
messa nuovamente in atto dalla
giustizia sportiva facente capo al notorio Abete (FIGC) nonché all’altrettanto notorio Petrucci (CONI).
Breve premessa: alcune iniziali minuscole, invece che maiuscole, d’ora in appresso, non sono errori
di stampa, ma sono volute: per indegnità.
Abbiamo atteso di conoscere la decisione (giammai
“sentenza”, è ben altra cosa...) di secondo grado, anticipata da pochi minuti
dalle edizioni informatiche dei maggiori quotidiani sportivi, perché, come si
dice, la speranza è l’ultima a morire; speranza che i deferimenti del procuratore
Palazzi, e le decisioni della giustizia sportiva di primo grado (commissione
disciplinare) venissero dichiarate per quelle che, in realtà, rappresentano:
una "caccia alle streghe".
Tutto confermato (con qualche differenziazione di valore
formale e burocratico, solo una perdita di tempo, se non una presa in giro...). A
conferma, che non di giustizia
domestica si tratta, ma di giustizia addomesticata nel senso che, dato un
procedimento, dato un “indirizzo politico”, le decisioni sono bell’è pronte;
non servono prove, non servono riscontri, non serve controinterrogare, non
serve il secondo grado (conferma il primo), non serve il terzo (così
impropriamente denominato), perché
confermerà il secondo che ha già confermato il primo.
Questa “non Giustizia”, se non andiamo errati, è stata
introdotta agli inizi degli anni ottanta; quando il “Calcio” era (ancora) uno Sport; ed è rimasta tale ancora oggi che il “Sistema Calcio" non è più uno Sport, ma solo un eccellente
Business! Cosa sono quei 12 milioni netti all'anno ad un certo Ibrahimovic? Cosa fanno i Presidenti di Palermo e Genoa, se non business nella compravendita di giocatori? Servono altri esempi? Accontentati: cosa ci fanno, in Borsa, alcuni club calcistici della nostra serie A? Giocano a tressette?
Basta.
Perché questo è accaduto (e continua)?
Perché, il vero sport nazionale italiano, non è il
calcio, ma un altro tipo di caccia: la “caccia
alla poltrona”. E chi riesce a conquistare la poltrona CONI (oggi Petrucci) o la poltrona FIGC (oggi
Abete), a tutto si dedica, tranne che alle indispensabili, rispetto
all’evolversi del quadro socio-economico, riforme istituzionali (nel caso: le regole della giustizia domestica): per
non correre il rischio di perdere la poltrona (non disturbare il can che dorme...).
Per
concludere, una domanda al Club Juventus ed al suo Presidente: ma Calciopoli ha
insegnato nulla? Cosa vi aspettavate dal secondo grado di questa non-Giustizia,
se non una conferma sostanzialmente pedissequa, della decisione del primo grado? E cosa vi aspetterete, ora,
dal ricorso al TNAS (impropriamente, terzo grado), se
non la conferma del secondo grado che ha già confermato il primo?
Occorreva scomodare lo studio della Bongiorno, per
lottare contro la caccia alle streghe?
Cosa possono mai decidere,
personaggi (non Giudici, sono ben altra cosa...) messi lì, dai vertici
sportivi, con i procedimenti sopra illustrati (no prove, non riscontri, no
controinterrogatori, e via di seguito), e con “ l’indirizzo politico“ dettato
chiaramente dai loro vertici attuali (Petrucci ed Abete) ai quali avete chiesto
ben 444 milioni di risarcimento danni derivanti da Calciopoli, innanzi alla Giustizia (quella vera, seppure
amministrativa) del Tar Lazio?
Sarà conferma, o, al massimo (per salvare la faccia...?)
come avvenuto per alcuni aspetti di Calciopoli, dichiarazione di incompetenza!
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