venerdì 15 giugno 2012

SPAGNA - CROAZIA: etica, biscotto o truffa? Semplice convenienza

Nella serata di ieri, dopo il pareggio tra Italia e Croazia, e ancora prima che la Spagna battesse l’Irlanda (cosa peraltro prevedibilissima), in Italia, erano già spuntati come funghi gli opinionisti, i moralisti, i filosofi da bar dello sport et similia che, generalmente, prima parlano e, poi, forse, pensano.

Le previsioni più generalizzate ed accreditate, per la prossima partita Spagna-Croazia sono tre: prevarrà l’etica; prevarrà il biscotto; prevarrà la truffa. Vediamole.

L’etica
Espressione a sfondo moralistico, diventata ormai famosa, tra gli sportivi, per essere stata usata, abusata ed abiurata, in tempi recenti, dal Presidente della FIGC, Abete, quando, con riferimento alle violazioni del Codice di Giustizia sportiva commesse dall’Inter (Moratti e Facchetti),  spavaldamente affermò: “l’etica non si prescrive”. Neanche a dirlo: tutto prescritto ed amen.
Nel caso in discussione (come si comporteranno Spagna e Croazia?) alcuni invocano, appunto, un atteggiamento “etico”, che, applicato all’attività sportiva, sembrerebbe voler dire (contrariamente a quanto sostenuto dal barone De Coubertin: “basta partecipare”) che in ogni competizione si lotta sempre e solo per vincere.
In realtà, l’etica è una espressione polivalente: in genere, chi la utilizza in un certo contesto, ha una certa idea; e crede che l’etica, in quel contesto, corrisponda esattamente alla sua idea. Verosimilmente è una situazione analoga a quella che intende l’altro Presidente (quello del Coni) Petrucci, quando dice :“con il buon senso si risolve tutto”. A quale “buon senso” si riferisce? Al  suo, ovviamente.
Applicando il tutto al nostro quesito, chi afferma che deve prevalere l’”etica”, pensa e dice, probabilmente senza rendersene conto: tra Spagna e Croazia deve vincere l’Italia.

Il biscotto
Neologismo a carattere sportivo, equivalente italiano del termine francese combine, col quale si intende il perseguimento di un risultato sportivo utile ai contendenti ma, nel contempo,  diretto alla eliminazione di un terzo concorrente.
In genere, con combine o biscotto si intende un comportamento illecito, antisportivo, a volte oggetto anche di proposte mercantili, in violazione delle leggi sportive e civilistiche. Naturalmente, chi accusa altri di un tale comportamento, dovrebbe, poi, dimostrare l’effettivo accadimento patologico.

La truffa
Termine giuridico col quale si intende un comportamento che, mediante raggiro, procura a sé o ad altri, un vantaggio ingiusto, con altrui danno.
Solo chi legge quanto sopra con superficialità e/o con pregiudizio può pensare che questo sia il caso del risultato che uscirà dall’incontro Spagna-Croazia, che dovesse condannare l’Italia all’eliminazione dalla competizione europea.
Comunque finirà la partita in questione, se si svolgerà secondo le regole tecniche previste dal regolamento del giuoco del calcio (ed a ciò, è adibito un quintetto arbitrale). non ci saranno “raggiri”, non ci saranno “vantaggi ingiusti”, non ci saranno “danni altrui”. Naturalmente, chi  affermerà il contrario, dovrà dimostrarlo. Ma saremmo nella “patologia”, non nella normalità delle situazioni sportive.


La convenienza
Nel mondo di oggi, cioè nelle attuali democrazie occidentali/europee, e nell’economia di mercato che ne indirizza i comportamenti non solo economici ma, soprattutto, relazionali, è il concetto di convenienza che regola tutto.

Ciò vale anche nelle attività sportive, soprattutto in quelle, come lo sport del calcio, che, ormai, di sport contengono molto poco, e molto, quasi tutto, di spettacolo a scopo di business.
E quando si parla di business, si parla, ovviamente ed in primo luogo, di convenienza, di utilità, di “regole del mercato” che, sostanzialmente, dicono: “ogni transazione si conclude quando, ed al prezzo in cui, si incontrano domanda ed offerta”.

Quindi, dall’incontro calcistico Spagna-Croazia, a nostro parere, uscirà il risultato “economico”, cioè quello conveniente per i due contendenti, che sarà l’incontro delle loro utilità (marginali)   cioè il pareggio 2-2, necessario e sufficiente per la qualificazione di entrambe le squadre. Senza  violazioni di etiche, senza biscotti e, meno che mai, senza truffe.

Sostanzialmente, e per concludere, è una di quelle situazioni cui si riferiva Buffon, quando affermava l’esistenza, nel calcio, di situazioni in cui “il pareggio conviene”, scatenando l’ira preconcetta dei “gazzettari”, nonché i sospetti dei soliti “operatori di giustizia” (sportiva ed ordinaria), alla ricerca spasmodica di una gratuita “visibilità".

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