Prima di accomodarmi in poltrona a vedere Juventus-Fiorentina in programma questa sera, 25 ottobre 2011, alle 20.45, quale anticipo del turno infrasettimanale della nona giornata del campionato di calcio Serie A, vorrei svolgere alcune considerazioni che, nella “stampa che conta”, non vengono a galla; sommersa, com’è, da una generalizzazione di elogi per il nuovo stadio; per la nuova Juve, ma, soprattutto, verso il nuovo trainer Antonio Conte (ancora stamane, su “Tuttosport”, in prima pagina, si legge: “Sacchi: Conte cambierà il calcio”).
Da qualche tempo, la vista mi fa difetto ed uso, ovviamente, lenti correttive; e la prima impressione è stata quella di aver letto male; ma, dopo aver ben ripulito gli occhiali, ed ottenuto conferma di aver letto bene, ho cominciato a riflettere.
E qui riporto queste riflessioni.
Fino ad ora, dalle esternazioni di Antonio Conte, rilasciate ai media da quando è stato assunto quale allenatore della Juventus, si possono desumere le seguenti linee di pensiero prevalenti:
- dovremo riappropriarci del DNA della Juventus, che consiste nello scendere in campo sempre e comunque ricercando la vittoria;
- giocheremo col 4-2-4;
Cominciamo dal 4-2-4. E rileviamo, intanto, che in Italia, nessuno adotta, ed ha mai adottato questo schema di gioco. E questo sembrerebbe dare ragione a Sacchi (cambierà il calcio). Tuttavia mi permetto di far rilevare che in qualsiasi attività della vita quotidiana, non basta la conoscenza teorica dei fatti e delle circostanze, ma occorre anche tener conto delle molteplici e mutevoli condizioni di fatto, relative a luogo, tempo e spazio.
Se conveniamo su ciò, occorre, nel caso in esame, domandarsi se la Juve di Conte (cioè con la rosa dei giocatori che possiede) è, nell’attuale stagione calcistica e nel campionato Italiano (cioè considerate la generale qualità delle altre squadre), in grado di applicare con successo il 4-2-4.
Io ritengo di no. E per due ragioni che illustro sinteticamente:
1- per applicare tale schema di gioco occorrono almeno 4 giocatori d’ala (oggi si dicono “esterni”), due titolari e due pronti a subentrare in caso di necessità, che nel loro ruolo siano dei “crack”. Nessuno tra i giocatori a disposizione attualmente è un “crack”. Alcuni sono abbastanza efficaci (Pepe e Giaccherini) i quali, però, sopperiscono con la volontà alla mancanza di classe/tecnica (ma quanto potranno durare?); altri sono evanescenti (Elia, Estigarribia, e l’attuale, inguardabile Krasic);
2- per attuare tale schema di gioco occorrono almeno quattro centrali in attacco (due titolari e due riserve), pronti a mettere a frutto la quantità innumerevole di cross, che dovrebbero, in teoria, pervenire dagli esterni (per intenderci, tipi come Klose, Cissé, il Toni giovane…). Il che, nella attuale Ju ventus, non esiste. Fateci caso: i centrali, oggi, quasi tutti “piccoletti”, costantemente scavalcati dalle traiettorie o preda di difensori più alti e prestanti (Del Piero, Matri, Vucinic. Quagliarella: giocatori di gran classe, con palla a terra ma non con palla spiovente dai cross!).
Ormai, la situazione dovrebbe essere chiara a tutti (meno che a Conte?). In attesa di questi “crack” (gennaio 2012?), ormai Conte dovrebbe capire che è urgente passare dal 4-2-4, ad un più “realistico” 4-3-3, inserendo in via definitiva Vidal accanto a Pirlo e Marchisio.
E passiamo al secondo punto: il DNA della Juventus: “sempre e comunque alla ricerca della vittoria”.
Anche qui, le intenzioni teoriche sono una cosa; le realtà del campo sono altra cosa.
Una serie continua di 4 pareggi (tutte a rischio sconfitta, con i tifosi con l’orologio in mano in attesa del fischio finale… questo non è nel DNA della Juve!) contro squadre di media/bassa classifica, ha posto in evidenza che la Juve cerca sì il gol (appena entra in campo), ma ha anche evidenziato, con preoccupante ripetitività che, segnato un gol, il DNA (ricerca della vittoria) scompare: e gli avversari prendono il sopravvento e quasi sempre arrivano al pareggio.
Verrebbe da dire: ci risiamo (vero Ranieri, vero Ferrara, vero Del Neri?). Non basta un gol per “vincere” una partita. Soprattutto oggi, nel campionato di serie A, tremendamente livellato in alto e dove il cosiddetto DNA della Juventus (vincere sempre) è ormai diventato patrimonio comune anche delle cosiddette “piccole” (Genoa, Catania, Chievo, Atalanta, ecc.): anche esse, ormai, provano sempre a vincere, senza alcun “rispetto” per le cosiddette “grandi” (Milan, Inter, Juventus, Roma, Napoli ecc.).
Perciò diciamo: ci risiamo. Nulla di nuovo sul fronte della Juve (altro che “Conte cambierà il calcio”).
Conte, prima o poi dovrà capire che, nel calcio, la squadra va fatta giocare secondo le qualità tecniche dei giocatori a disposizione, e non, viceversa, secondo le teorie (che possono anche essere “innovative”) del mister, non adatte ai giocatori disponibili (la recentissima vicenda Gasperini / Inter non ha insegnato nulla? Possibile?).
Questa è la lezione che Conte avrebbe dovuto apprendere anche dall’andamento dell’ultimo incontro con il Genoa (finito 2 a 2 con la Juve rimontata 2 volte e a rischio finale di sconfitta!)
Perciò, ci attendiamo, stasera, contro la Fiorentina, un “pratico” 4-3-3 con Vidal a fianco di Pirlo e Marchisio.
Vedremo…
Aldo
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