lunedì 28 novembre 2011

L'INFEDE(le) FEDE(rica)

Metto subito le mani avanti: non parlerò delle vicende sportive della Pellegrini, perché, come tutti sanno, i numeri dicono la verità. Sono le parole e i comportamenti che talora non la dicono. I numeri “sportivi” della Fede, sono strabilianti: e tali restano. Non si discutono: dicono la verità.

Parlerò, invece, appunto, delle parole e dei comportamenti della Federica nazionale.
È proprio di questa mattina l’ultima “bomba”: l’allenatore Bonifacenti l’ha lasciata (ad essere precisi: è stato costretto a lasciarla...). Ce lo dice la stessa Fede, in alcune righe del suo blog, che qui riporto:

"Ragazzi purtroppo lavorare con me non è semplice e soprattutto non è semplice lavorare tranquillamente convivendo con tutto il circo mediatico che mi gira attorno... Chi non è abituato scoppia e cosi è stato... Speravo di non essere mollata a 2 settimane dagli Europei ma va bene cosi... Un abbraccio forte... Vi terrò  aggiornati...".

Patetico, inaccettabile.
Ovviamente, per completezza di informazione, riporto anche le parole di Bonifacenti:

Confermo di aver comunicato a Federica Pellegrini, in via del tutto personale, di voler sospendere la conduzione tecnica della sua preparazione. Per chiarezza, le motivazioni alla base della decisione afferiscono alla difficoltà di conciliare tra Verona e Roma i necessari e delicati periodi di allenamento. Mi rendo conto che motivazioni comprensibili di carattere personale portano Federica a una particolare propensione verso Roma modificando le sue abitudini. Il mio impegno, che è stato richiesto da Federica e supportato dalla Federazione, è stato sin qui svolto in completa autonomia, seguendo uno scrupoloso programma finalizzato alle Olimpiadi. La mia decisione scoppia di chiarezza e di buon senso e consente a Federica, sin da subito, di ragionare sulle sue intenzioni. Mi auguro che le prossime scelte che riguardano la preparazione dell’atleta possano essere caratterizzate dalla stessa serenità di quelle compiute sotto la mia guida e dello staff del centro federale di Verona. Confermo inoltre che il centro federale di Verona resta, come è sempre stato, a disposizione di Federica e di tutti gli atleti azzurri che vorranno usufruirne, con particolare riguardo alla vasca da 50 metri in via di copertura, come annunciato e concordato”.

Chi scrive ha già avuto modo di stigmatizzare, in tempi non sospetti, le intenzioni della Federazione e del Coni, di presentare la Pellegrini come portabandiera dell’Italia alle prossime Olimpiadi di Londra.
Cecità pura: propria di chi (in genere, un “politico”) è poco attento alle parole ed ai comportamenti degli atleti (di valore nazionale) e guarda solo al “risultato sportivo” (che, appunto, acceca: vedi Cassano, vedi Balotelli, vedi Tevez, vedi Osvaldo...).
Non la vogliamo. Non ci rappresenta. Dei suoi record possiamo farne a meno. Ma non possiamo rinunciare al nostro orgoglio e alla nostra moralità.
Allora, vogliamo dare una occhiatina alle parole ed ai comportamenti della Fede, soprattutto negli ultimi tempi (diciamo gli ultimi cinque anni; da quando, cioè, ha preso coscienza di sé, del suo corpo e  della sua mente)?

Siamo nel 2007 e le cronache mondane cominciano ad interessarsi delle sue parole e dei suoi comportamenti non sportivi (e che, invero, hanno poco di “sportivo” nel senso etico e non tecnico della parola, e molto, troppo di “mondanità”) il giorno in cui l’evidenza dei fatti dice che ha “fregato” il fidanzato,  Luca Marin, alla concorrente (sui 400s.l.) francese Laure Manaudou. Credo che il fatto in sé già contenga, in nuce (come dicono i latinisti) gli indizi di una personalità alquanto particolare (per dirla in modo molto, ma molto soft);  indizi che,  purtroppo, come si vedrà, troveranno eclatante conferma negli sviluppi futuri. Ritengo, infatti, che quando c’è di mezzo un fidanzato, e indipendentemente da chi frega e chi è fregato, la storia è potenzialmente idonea a lasciare segni crudeli nel terzetto. Tranne in casi di personalità, appunto, alquanto particolare: cioè persone sulle quali la pioggia scende, ma non bagna: perché impermeabili ai sentimenti ed alle sensibilità. Come  Federica: ci gioca e ci ride.

Bene. Dal 2007 al 2011 la storia con Marin procede apparentemente a gonfie vele. Fino a quando, all’inizio del 2011, Federica lascia  Marin e passa ad un altro collega nuotatore: Filippo Magnini, anche stavolta già fidanzato con contorni spiacevoli, per parole e comportamenti. Come quelli di Federica: ci gioca e ci ride.
Intanto, nel 2009, muore l’allenatore Alberto Castagnetti e gli subentra (scelto dalla Federica) il nuovo allenatore Stefano Morini. Il quale dura, nella funzione, circa un anno perché, a fine 2010, la Federica lo lascia dicendo che “vuole un tecnico che la protegga e sappia reggere le pressioni...”.

All’inizio del 2011, gennaio, sceglie un nuovo allenatore. Sapete chi? il francese Philippe Lucas. Il quale, pensate, per allenare Federica deve lasciare la Laure Manaudou (proprio lei, quella cui Fede fregò il fidanzato Marin: ora gli porta via pure l’allenatore!): ci gioca e ci ride.
Lucas si trasferisce da Parigi a Verona dove Fede ha il suo mondo geografico e dura, nella funzione, circa otto mesi perché l’11.8.2011 Fede abbandona  Lucas.  Abbandona? Sì: non è un errore o una interpretazione; è un fatto, come si desume da queste parole  dello stesso Lucas:

“Ha finito di nuotare sabato sera. Ho preso l'aereo (per Parigi, ndr) domenica. Nel frattempo ho chiamato Luca (Marin, ndr), il suo ex-fidanzato, per spiegarmi. Lei, aveva altre cose da fare. Non ci siamo incrociati. Ho effettivamente provato a chiamarla qualche giorno dopo. Due volte. Non ha risposto”.

Sceglie, quindi, un nuovo allenatore, stavolta “fatto in casa”: Federico Bonifacenti (già vice allenatore di Castagnetti) del Centro Federale di Verona. A casa sua; dietro l’angolo. Tutto bene? Macchè. Perché, come anticipato, questa mattina anche Bonifacenti è saltato, dopo circa 4 mesi nella funzione, perché, ripetiamo cosa dice Federica:

“Purtroppo lavorare con me non è semplice e soprattutto non è semplice lavorare tranquillamente convivendo con tutto il circo mediatico che mi gira attorno... Chi non è abituato scoppia e cosi è stato…”.

Ci gioca e ci ride. Immorale, semplicemente.
Allora, concludiamo la storiella  traendone una conclusione alquanto sintetica e molto, ma molto soft e benevola per la Fede. Basta invertire l’ordine epigrafico del titolo di questo articolo: FEDE(rica) L’INFEDE(le).


Aldo

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