lunedì 14 novembre 2011

La caduta degli Dei: dall'Olimpo all'Olimpia

Dopo la sconfitta con Caserta (65-69) alla terza di campionato, qualcuno riteneva che, per la Montepaschi Siena Basket, si fosse trattato di un incidente di percorso; come ne accadono, talora, alle grandi squadre quando incontrano una delle “piccole” (o, almeno, non potenzialmente dotate per concorrere allo scudetto).
Chi, invece, avesse visto la partita e considerate le vicende del gioco, aveva già intuito che quella sconfitta era l’indizio (e l’inizio) di un nuovo cammino; al ribasso: verso “la caduta degli dei”.

Ed infatti, ieri, nel posticipo della sesta giornata, in quel di Milano, ex Armani Jeans, ora EA7, dopo ben 21vittorie consecutive nei precedenti incontri, la Montepaschi Siena è uscita (nuovamente) battuta: 63-56;

E qui non si può più pensare ad una sconfitta casuale contro una piccola perché:

1-    L’Olimpia Milano, da alcuni anni, ma, soprattutto, in questa stagione, ha migliorato costantemente il proprio “roster”, rimanendo comunque sempre nei quartieri alti della classifica: quindi, non propriamente una “piccola” contro cui si può “casualmente” perdere;

2-    l’andamento della gara ha scritto nello score, che Milano ha vinto tutti e quattro i tempi parziali (+1,+1,+2 e +3 = +7); vuol dire, sostanzialmente, che Siena, ormai, è alla portata di Milano, e che gli dei dell’”Olimpo”, sono (s)caduti al livello dell’”Olimpia”;

3-    l’attuale classifica, dopo la sesta giornata, dice  : prima Milano con 5-1 e seconda Siena (assieme ad  altre) con 4-2; ed è la prima volta, negli ultimi sei anni, che ciò accade:  vorrà pur  dire qualcosa!

La  partita è stata emozionante, intensa ed equilibrata (come,  appunto, dimostra lo score). Ma la vera notizia è che la serie A è di nuovo un campionato vero. Siena è ancora grande, ma non fa più corsa da sola verso lo scudetto (chiudere il match a 56 non è solo deludente, ma è un ulteriore, eloquente segnale che qualcosa ormai si è inceppato...).

Come è potuto accadere tutto ciò? Vediamo.

A- Gli allenatori

Intanto, a  Milano è arrivato un certo Scariolo; chi si intende di basket italiano ed europeo sa chi è; e conosce il suo palmarès; mentre a Siena, da circa sette anni, è seduto sulla panca un certo Pianigiani che, per carità, nulla da dire, ottimo allenatore, ma l’abitudine, la routine, ed altro (incarico part-time con la Nazionale...) incidono sulla “presenza” del coach; e non tanto nella caratteristica attività di campo, quanto nell’attività, altrettanto importante, in seno alla società, quando si tratta di impostare annualmente la miglior formazione titolare (in buona sostanza, nell’attività di compra-vendita dei giocatori).

B- I giocatori

Appunto: i giocatori. Da Siena sono partiti, negli ultimi anni,  giocatori come McIntyre, Eze e Sato non adeguatamente sostituiti (vero Rakocevic?).

A Milano, invece, sono arrivati, giocatori come Mancinelli, Bouroussis, Fotsis  e Gallinari; certo, quest’ultimo, come “precario” (come si usa dire spesso, oggi, a volte anche in modo improprio), approfittando del lockout (serrata dei proprietari delle franchigie) in corso nella NBA; ma, per ribadire il concetto sopra riportato di “attenzione” al mercato dei giocatori, perché Siena non ha fatto altrettanto?

E ci vogliamo aggiungere che gli anni e l’usura incidono (anche) su giocatori come Stonerook, Kaukenas e Lavrinovic, che pure “hanno fatto” la storia recente della Montepaschi Siena?

Insomma, come direbbe Peterson: “Mamma, butta la pasta!” (che comincia un’altra storia nel campionato italiano di basket).

Aldo

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