sabato 19 novembre 2011

Il valore di una sentenza di primo grado (in Italia)

Capisco che oggigiorno, in era telematica, trattare di un argomento (nella specie, del valore sociale da riconoscere alla sentenza del processo di Napoli su Calciopoli)  a circa dieci giorni dalla sua divulgazione mediatica, può apparire alquanto inusuale oltre che inattuale.

Perciò, ritengo quanto mai opportuna una brevissima premessa: corrisponde al mio abitus (mentale, non certo sartoriale) documentarmi, capire per quanto possibile, e, solo dopo, dire la mia. Come ho fatto in questo caso. Donde, i dieci giorni di ritardo.

Dunque, la sera dell’8 novembre scorso, alle ore 20, la Giudice Casoria ha così sentenziato: 16 condanne e 8 assoluzioni; confermato l'impianto accusatorio e condannato a 5 anni e 4 mesi Luciano Moggi per "promozione della associazione a delinquere a fini di frode sportiva"; escluse tutte le istanze risarcitorie contro la Juventus.

Ora, ritengo interessante ed utile  procedere con un breve excursus sulle prime valutazioni ed esternazioni in ordine ai vari aspetti del problema, apparse sui media,  nei giorni immediatamente successivi alla sentenza e, subito dopo, aggiungere le mie considerazioni.

IL DIRETTORE della Gazzetta dello Sport - 9.11.2011
“È chiaro che l'esito penale conferma per ora l'impianto delle sentenze che la giustizia sportiva ha già pronunciato in via definitiva. Abbiamo compreso (anche grazie alle nuove intercettazioni presentate dalla difesa di Moggi) che l'inchiesta fu lacunosa se non sul piano delle responsabilità penali, almeno sotto il profilo sportivo e che furono molte le società di blasone, Inter compresa, a rimanere impigliate in un sistema che non può e non deve più riproporsi. La Juve, per esempio, esce dal processo di Napoli completamente assolta dalla responsabilità civile che le era contestata anche se insiste a definire "giustizia sommaria" quella sportiva, che invece proprio sulla responsabilità oggettiva si basa.”

Considerazioni:
1)    questa sentenza di Napoli non “conferma” quella sportiva (finale) del 2006”. No, perché, se vogliamo dare un senso preciso alle parole che utilizziamo, possiamo solo dire che  la “riproduce”(che è cosa diversa da “conferma”): qualcuno l’ha definita, perfino, “sentenza fotocopia”. Come è stato possibile? . Lo vedremo più avanti.
2)    “abbiamo compreso anche grazie alle nuove intercettazioni presentate dalla difesa di Moggi...”: andiamo, Signor Direttore, diciamolo tutto e chiaro, non abbia pudori o reverenze nei confronti di chicchessia (!...): le cose le abbiamo conosciute soprattutto grazie alla relazione del Procuratore della giustizia sportiva  Palazzi;
3)    Il riferimento al concetto di “giustizia sommaria”  richiamato dalla Juve nel suo comunicato ( riportato al punto successivo),  si riferisce,  con ogni evidenza,  alla “procedura” adottata nel 2006; vale a dire  ai tempi, alle modalità, alla  parzialità delle prove esibite e, soprattutto, delle prove”escluse” dal processo (si rilegga la relazione del  Palazzi, per favore, e la tenga bene a mente!). Quindi, non si riferisce alla diversità (peraltro solo parziale) tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria, come afferma lei. Lo avrebbe capito anche “un ragazzo delle elementari”(come si usa dire). Che facciamo, Direttore, giochiamo agli equivoci?

IL DIRETTORE di Tuttosport – 10.11.11
 “La sentenza di Napoli assolve la Juventus (unico fra i club coinvolti) dalla responsabilità civile a fronte di una richiesta danni per 120 milioni. Ciò significa che la Juventus è stata riconosciuta estranea alle attività del suo ex direttore generale. Non solo, siccome tale scissione non era stata riconosciuta dalla giustizia sportiva, la Juventus intende rivalersi sulla Figc. Nessuno degli avvocati del collegio difensivo si aspettava una mazzata così pesante. Erano convinti, gli avvocati di Moggi, Trofino e Prioreschi, di aver contribuito,  con le nuove prove, ad allargare il fronte dei colpevoli per dimostrare l’assenza di una vera “cupola”. Della bontà di questa strategia erano sicuri in molti, ma evidentemente non è stata accettata. Bisogna prendere atto della sentenza e avere il coraggio di voltare pagina” (SIC!).

LA JUVENTUS - 9.11.2011
“La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati della Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell'articolo 2049 c.c. Tale decisione, assunta all'esito di un dibattimento approfondito e all'analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l'unica società gravemente colpita e l'unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni”.

Considerazioni:
1)    L’aver escluso, in sentenza, la responsabilità risarcitoria  della  Juventus ex art. 2049 (simile alla “responsabilità oggettiva” prevista dall’ordinamento della giustizia sportiva- chiaro , Direttore della Gazzetta?), e sebbene  trattasi solo del primo grado della giustizia ordinaria, ciò dovrebbe essere già sufficiente  affinchè  la FIGC  iniziasse la revisione del processo sportivo del 2006. Neanche a parlarne!
2)    Uno dei punti più oscuri di questa sentenza di Napoli , è, appunto,  l’evidente disconoscimento, come se nulla fosse stato portato in aula, delle circa 170.000 intercettazioni sfuggite ( ...?),  al processo sportivo del 2006; con la conseguenza, quasi ovvia, della “riproduzione”,  in sede penale,  della sentenza sportiva(finale) adottata nel 2006  (donde,  la “sentenza fotocopia”).Sostanzialmente, due anni di dibattiti sulla  valutazione delle nuove prove esibite, dalla difesa non sono serviti a nulla;  quindi,   ci si domanda:  perché non è stata accolta la strategia difensiva? Proviamo a rispondere: perché le nuove prove (le  170.000 nuove intercettazioni esibite ) non sono state considerate, in qualche modo,  pertinenti all’oggetto della causa in discussione. Incredibile, ma può essere . E solo dalle motivazioni della sentenza (cioè fra tre mesi!) scopriremo l’arcano. Non possiamo che attendere.
3)    La Juve prenda atto della sentenza e volti  pagina. Andiamo, Direttore di Tuttosport, non diciamo sconcezze. Siamo al primo grado e cioè, come vedremo meglio in appresso e nelle “conclusioni”  di questo articolo, ad una sentenza, il cui valore, nel sistema della giustizia ordinaria italiana, è quasi vicino allo zero. E lei chiede ( ad  un presunto innocente), di rinunciare ai milioni (oltre 400) di euro di danni subiti?.  Incredibile e sconvolgente. Una domanda Direttore: se questo interessato (presunto innocente) fosse lei, rinuncerebbe ai successivi gradi di giustizia e, quindi, alla possibilità di recuperare i suoi 400 milioni di euro?. Non si preoccupi, non attendiamo risposta. Troppo ovvia.

LO SCONCERTO QUOTIDIANO - Corriere della Sera  9.11.11
“La sentenza di Napoli su Calciopoli dice che allora era tutto vero(SIC!) Moggi guidava un’organizzazione che mirava ad alterare i risultati. La condanna è molto dura e non lascia spazio a interpretazioni (secondo SIC!). Confesso di essere sorpreso, mi è sempre sembrata esagerata l’accusa di associazione a delinquere. Così come mi era sembrato sbagliato togliere il secondo scudetto. La sentenza di ieri dice che sbagliavo (terzo SIC!).  La condanna non riguarda un episodio, riguarda un’intera gestione. Ci sono dentro anni e anni di calcio che siamo condannati a guardare in modo diverso. Se hanno ragione i giudici del tribunale di Napoli, che calcio abbiamo visto negli anni di Moggi? O c’è ancora chi pensa sia tutto un equivoco, peggio, un complotto?”.

Considerazioni:
Anche lei; anche lei cambia opinione di fronte ad una “sentenza” (si fa per dire, perché così la chiamano) di primo grado che, nel nostro sistema di giustizia ordinaria,  vale quasi zero? e addirittura ancora prima di leggerne le motivazioni? Dottor Sconcerti , si ricordi che il suo cognome non l’autorizza in alcun modo dall’assumere decisioni “sconcertanti”. Certo, possiamo capire che, in ragione della sua venerabile età , ormai si esprima più con la sensibilità (del cuore) che con il raziocinio (della mente). Più per belle espressioni idiomatiche,  che per  aderenza alla sostanza dei fatti. Pazienza. La comprendiamo ma, ovviamente , no siamo d’accordo.

LO SCONCERTO QUAOTIDIANO - Corsera - 11.11.11
“La sentenza di Napoli ha ancora di più diviso la gente, soprattutto juventini e interisti. Con un avvertimento: sta diventando un problema solo vostro(SIC!) quindi eccessivo, inutile per tutti gli altri. Si può dimenticare o farsene semplicemente e civilmente una ragione?”
Considerazioni:
Spiacente Dottor Sconcerti; anche stavolta (nonostante la bellezza idiomatica...) è fuori dalla realtà e dalla sostanza delle cose. Il problema, certo, ha rilevanza, in primis, per la Juventus (e relativi tifosi); poi per l’Inter ( e relativi  tifosi).  Ma non basta, caro Sconcerti! dimentica le malefatte di una  FIGC e relativi Commissario (Guido Rossi) e  Presidente        (Giancalo Abete); dimentica le “incompetenze” espresse dagli Organi di giustizia sportiva; dimentica il CONI e relativo presidente Petrucci(che dopo anni di silenzio, ora è esploso); dimentica il modo dell’AIA (cioè degli arbitri); dimentica le 170.000 intercettazioni; dimentica la relazione Palazzi: dobbiamo continuare? non basta ancora?. E allora, il problema, caro Sconcerti, è proprio il contrario di quello che lei dice: il problema è di tutto il “sistema calcio italiano”, dal primo funzionario responsabile, all’ultimo dei tifosi.
Altro che “problema solo vostro,juventini ed interisti, inutile per tutti gli altri”. Idee fuori dal mondo. Insostenibili, con ogni buona volontà!

LIBERO - 9.11. 11
“Ci sono sentenze che sorprendono e altre che non sorprendono. Quella partorita dopo un lustro di chiacchiere e colpi di scena nell’aula 216 del tribunale di Napoli ha sbalordito tutti quanti: non colpevolisti, colpevolisti, menefreghisti, informatissimi. Si può essere amici di Moggi o acerrimi nemici, si può tifare la Juve, l’Inter, l’Oratorio Mariuccia. Si può amare il calcio o detestarlo; ma quel che è accaduto ieri deve far riflettere tutti quanti. La sentenza di ieri dice una cosa più di altre: sforzarsi di dimostrare la propria innocenza a volte non basta. Succede quando l’opinione pubblica vive di un imprinting vecchio cinque anni. Nel 2006 per tutti Moggi era un Padrino. Non importa, ora, se il suo lavoro e quello dei suoi avvocati ha stravolto le carte. C’è di che preoccuparsi, soprattutto quando ti accorgi che, calcio o “vita”, certe consuetudini non cambiano”.

Considerazioni e conclusione:
Perfetto. Ci siamo. Nonostante le espressioni talora poco eleganti (a differenza di quelle, talora sublimi nella forma ma cervellotiche nella sostanza, del Dottor Sconcerti), qui ritroviamo  in pieno il nostro pensiero, la nostra conclusione e la giustificazione  del “Titolo” di questo articolo; e cioè: quanto vale, oggi, nel nostro sistema di giustizia ordinaria, una sentenza di primo grado?
La generalità degli italiani (in particolare, quelli che hanno avuto la sfortuna di sperimentarla personalmente) credo ne fosse già cosciente: vale pressochè zero. E questa sentenza di Napoli ne è una eclatante conferma: ha copiato la sentenza sportiva del 2006. Perciò, sottoscriviamo tutto quello che afferma “Libero”: rileggetelo, per cortesia.
Ci sarebbe, ora, da domandarsi perché questo accade. Ma il discorso si farebbe troppo lungo, col rischio di tediare i lettori. Forse, faremo un seguito su questo “perché”.

Aldo

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