Appesi ancora una volta alle fortune dell’Inter per le speranze nelle coppe europee delle squadre italiane. Ma se l’anno scorso i nerazzurri condussero una cavalcata storica, che li portò addirittura al trionfo finale, quest’anno la musica sembrerebbe essere diversa, a cominciare proprio dagli avversari (lo stesso Bayern battuto in finale al Santiago Bernabeu), capaci di recapitare agli uomini di Leo una sconfitta a domicilio nello scontro d’andata. Ma di Inter ci occuperemo nei prossimi giorni: ora due paroline sui primi verdetti degli ottavi di finale di Champions League.
Barcellona – Arsenal 3-1
Ci si poteva legittimamente aspettare un Arsenal migliore, specialmente visto come era andata finire all’andata (2-1 per gli inglesi). E invece il Barcellona ha davvero dominato, sia in 11vs11 che poi in 11vs10: ogni volta che l’Arsenal aveva il pallone non riusciva a tenerlo per più di una manciata di secondi, a causa del super-pressing alto dei blaugrana. Pochissime le occasioni per i gunners, che sono stati tenuti in linea di galleggiamento grazie a Nasri (il migliore dei suoi), che infatti si è guadagnato da solo il calcio d’angolo dal quale è nato il gol dell’1-1. Wenger farebbe meglio a non recriminare per il rosso a Van Persie (fiscale, certo, ma quando si applica il regolamento un arbitro non può avere torto) e a pensare a cosa può aver sbagliato, perché le armi per fare male al Barça ce le aveva. Dall’altra parte un grandissimo Barcellona, che come sempre si presenta pericolosamente in area avversaria un sacco di volte. Grandi in fase di recupero palla, bene anche la difesa nonostante l’assenza dei due centrali titolari (Abidal impeccabile, Busquets maldestro ma anche sfortunato in occasione dell’autogol) e tirata a lucido l’argenteria davanti con l’asse Iniesta-Messi a rompere gli equilibri. Si riconfermano i strafavoriti per la vittoria di questa competizione.
Il primo gol di Messi è l’ennesima perla del talento argentino, qui sotto il link:
http://www.youtube.com/watch?v=BTTSzT8-0bI&feature=aso.
Shakhtar Donetsk – Roma 3-0
Finisce in maniera quasi inevitabile l’avventura in Champions della Roma di quest’anno, e del resto già l’andata ci aveva fatto capire come sarebbe andata a finire, probabilmente. Un’annata davvero storta quella dei giallorossi, tra problemi societari, un gioco mai davvero brillante come gli anni scorsi, equivoci tattici e litigi in spogliatoio, il cambio d’allenatore e alcuni errori individuali. In Ucraina, la Roma ha preso un gol di tacco (palo-gol) e un gol quasi al sette a giro sul secondo palo, ma ha anche sbagliato un rigore con il quale poteva riaprire i giochi, ha giocato in 10 tutto il secondo tempo per l’irruenza di Mexes, ha regalato il terzo gol con uno scivolone di Rosi (in stile Riise partita d’andata) e ha anche evidenziato uno tra i peggiori De Rossi mai visti (forse arriverà anche la prova televisiva per lui). Insomma, troppi regali a questo livello si pagano. Regali concessi poi a una squadra che giustamente Ranieri aveva definito “signorissima” per sottolinearne la bravura: lo Shakhtar è una squadra ucraina, ma è pieno di brasiliani che sanno giocare dalla metà campo in su, c’è un vecchio volpone (Lucescu) in panchina. Gli ucraini non perdono in casa da 54 partite e l’impressione è proprio che non sarà facile per nessuno passare alla Donbass Arena.
Tottenham – Milan 0-0
Un solo gol in 2 partite, nello scontro più equilibrato e più avaro di emozioni (almeno per ora) degli ottavi di finale. Alla fine il gol in contropiede di Crouch dell’andata ha pesato, eccome. Il Milan ha giocato complessivamente meglio dei suoi avversari, ma non è riuscito a fare nemmeno un gol alla quinta forza della Premier League. In generale l’impressione è che il vantaggio che storicamente avevano le italiane nei confronti delle altre formazioni europee a livello tattico sia stato colmato negli ultimi anni, dalla presenza dei nostri migliori allenatori all’estero, dallo studio che è stato fatto nei confronti delle nostre armi storiche (in particolar modo dopo il Mondiale del 2006). Prendete Harry Redknapp: a guardarlo l’ultimo a uscire dal pub. E però il suo Tottenham ha giocato come il miglior Chievo, lasciando davvero pochi spazi ai rossoneri, che nonostante tanto talento là davanti non sono mai riusciti a metterla dentro. Ancora una volta si conferma l’incapacità di Ibra ad essere decisivo in Champions League come lo è in Serie A, o in generale vincente come lo è nei campionati nazionali (che vince ininterrottamente dal 2004, in 3 paesi diversi). A voler essere cattivi con l’attaccante svedese, si può dire: beh decisivo questa volta lo è stato, la palla che ha concesso a Lennon di involarsi all’andata l’ha persa proprio lui…
Schalke 04 – Valencia 3-1
Lo scontro meno affascinante si chiude con una piccola sorpresa: lo Schalke di Felix Magath, decimo e con parecchie difficoltà in Bundesliga, batte il Valencia e approda ai quarti di finale. No, Raul Gonzales Blanco non ha segnato, ma i tedeschi hanno comunque dimostrato una certa tranquillità nel gestire la situazione (era passato in vantaggio il Valencia con un gol abbastanza fortunoso: un colpo di testa non proprio volontario), anche grazie ai suoi giocatori di maggiore esperienza, Jefferson Farfan (ex PSV) su tutti.
Insomma, passano Barcellona, Shakhtar Donetsk, Tottenham e Schalke 04. A parte gli spagnoli non proprio delle squadre di primissimo livello, ma tutto sommato delle squadre che hanno espresso dei valori (chi più, chi meno) e coltivano ancora dei sogni di gloria. Ora aspettiamo gli esiti della seconda settimana.
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