Per qualificare l'esito dell’ultima (ed unica) partita amichevole di
avvicinamento agli Europei, giocata ieri
sera contro la Russia e persa per 3-0 (ma nel primo tempo i Russi hanno letteralmente sprecato quattro palle-gol che
attendevano solo di essere infilate nella rete di Buffon!), non possiamo che usare una sintetica espressione: disastro.
Vediamo cosa è accaduto.
Modulo
di gioco
Come previsto, è stato schierato il 4-4-2, in cui a centrocampo Pirlo fungeva da regista arretrato e Montolivo da regista
avanzato. Ma, di gioco, neppure l’ombra, salvo uno stucchevole possesso palla
fine a se stesso: ai passaggi in avanti, in genere, ne seguiva uno indietro; perché chi riceveva la palla non sapeva cosa
farne.
Filosofia
di gioco
Inesistente. Fateci caso: nelle ultime tre partite
amichevoli, giocate contro Uruguay, USA e Russia, terminate con tre sconfitte,
si è ripetuto lo stesso canovaccio: gli avversari hanno giocato “per vincere”;
l’Italia ha giocato “per giocare”. Spirito di gioco (ricerca della vittoria,
fino alla fine) degli avversari, contro
il “non gioco” dell’Italia.
Difesa
Schierata a 4, con due centrali juventini a ciò disabituati (Barzagli e Bonucci) e sulle fasce esterne bassi Maggio (anche
lui, da anni, non più difensore puro) e Balzaretti (unico laterale sinistro dopo la rinuncia a
Criscito, peraltro in condizioni fisiche scadenti) è stata un incubo; ammucchiata selvaggia, improduttiva ed addirittura autolesionista al
centro; libertà assoluta sulle fasce, per gli avversari (orribile, Maggio e,
poi, Ogbonna).
Un colabrodo che solo per almeno quattro incredibili
errori di mira degli attaccanti russi ha conservato la rete inviolata, nel
primo tempo.
Nel secondo tempo, poi, se possibile, ancora peggio:
fuori Balzaretti (in evidente debito di ossigeno-e si sapeva che non avrebbe
retto novanta minuti), viene inserito Ogbonna (un altro centrale), inviato in campo senza sapere dove giocare: se potete, riguardate il momento della
sua entrata in campo: si è piazzato al centro della difesa, in mezzo agli altri
due centrali! ed è stato Bonucci
ad indicargli a voce e con gesti eloquenti
della mano, che doveva
schierarsi sulla fascia sinistra: cose da avanspettacolo!
Sostanzialmente, in una difesa a 4, TRE (Maggio, Bonucci e Barzagli) erano e
sono disabituati a giocare con questo
modulo ed uno (Balzaretti) non è in condizioni fisiche decenti.
Le deficienze sopra elencate tutti le conoscevamo; non
Prandelli?
Centrocampo
Schierato
a rombo, con Pirlo al vertice arretrato, con compiti di interdizione prima, e di rilancio e costruzione
iniziale del gioco poi, e Montolivo al vertice avanzato, per la costruzione
finale del gioco, è stato costantemente sopraffatto per l’elementare
(per tutti, non per Prandelli) evidenza di un Pirlo che tutto può fare tranne
l’incontrista. In modo speciale, nel
secondo tempo (quando sono state fatte sostituzioni senza alcuna logica), la
confusione tra difesa e centrocampo, è
stata totale. Una indecenza.
Attacco
La
coppia di attacco ha dimostrato (solo a Prandelli, perché tutti ne eravamo coscienti) di non saper dialogare; di essere scarsissimamente
mobili (soprattutto Cassano); di non sapere cosa significhi fare il pressing in fase di inizio dell’azione
avversaria. I cambi avvenuti nel corso del secondo tempo non hanno poi migliorato la situazione: l'inserimento di Giovinco e Di
Natale ha formato un improponibile (ma per Prandelli, sì) trio di attacco, dove
nessuno dei tre sa cosa fanno gli altri due: cioè nulla.
C.T. Prandelli
Siamo
spiacenti per lui. Oltre che, ovviamente, delusi per noi (ma ciò, era nelle
nostre attese, viste le premesse).
E, ormai, non ci possiamo più esimere dal
porre in evidenza alcune caratteristiche
dell’atteggiamento generale di Prandelli, nella gestione del suo ruolo
di Commissario Tecnico della nostra Nazionale. I seguenti comportamenti/atteggiamenti sono dati di fatto incontestabili:
- l’attenzione
(per altri aspetti, lodevole ma non rientranti nei compiti primari di un CT), continua e costante, al “sociale per l’Italia“, e non solo relativamente al mondo del calcio ed in
particolare al mondo della Nazionale: solo così si spiegano le
convocazioni della coppia
Cassano-Balotelli;
- l’attenzione
esagerata per le vicende psicologiche,
a scapito dei riscontri / valori fisico-attitudinali dei giocatori: solo
così si spiegano errori madornali, in
sede di convocazione, degli stessi Cassano
(non pronto), Balotelli (con turbe psichiche evidenti), Balzaretti (non pronto), Di Natale (nell’Udinese,
gioca unica punta, da anni); del gruppo degli juventini (schierati ieri sera,
tutti fuori posto, tranne, per forza maggiore, Buffon...); e, per contro, la
mancata convocazione dei vari Matri, Quagliarella, Destro.
Conclusione
Resta ancora una speranza: che Prandelli riveda la partita di ieri sera, apra gli
occhi, e si convinca che, con i
giocatori che ha convocato (e quelli non convocati), non c’è altra soluzione: giocare col 3-5-2,
con i due di attacco che sappiano sacrificarsi nel pressing alto, sia per
contrastare il rilancio dell’azione avversaria, sia per agevolare l’immediata riconquista della
palla (quindi, fuori Cassano e Di Natale, incapaci e non predisposti a ciò).
Per questa volta, cari lettori, le vostre pernacchie ve
le dovete tenere. Meglio, c’è un altro destinatario, più meritevole, di cui non
facciamo neppure il nome: tanto appare evidente!
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