sabato 2 giugno 2012

Quale Nazionale agli Europei? - Parte terza: Russia-Italia 3-0

Peggio, molto peggio di quanto  abbiamo paventato nel precedente articolo sul tema.

Per qualificare l'esito dell’ultima (ed unica) partita amichevole di avvicinamento agli Europei,  giocata ieri sera contro la Russia e persa per 3-0 (ma nel primo tempo i Russi hanno letteralmente sprecato quattro palle-gol che attendevano solo di essere infilate nella rete di Buffon!), non possiamo che usare una sintetica espressione: disastro.

Vediamo cosa è accaduto.

Modulo di gioco
Come previsto, è stato schierato il 4-4-2, in cui a centrocampo Pirlo fungeva da regista arretrato e Montolivo da regista avanzato. Ma, di gioco, neppure l’ombra, salvo uno stucchevole possesso palla fine a se stesso: ai passaggi in avanti, in genere, ne seguiva uno indietro; perché chi riceveva la palla non sapeva cosa farne.

Filosofia di gioco
Inesistente. Fateci caso: nelle ultime tre partite amichevoli, giocate contro Uruguay, USA e Russia, terminate con tre sconfitte, si è ripetuto lo stesso canovaccio: gli avversari hanno giocato “per vincere”; l’Italia ha giocato “per giocare”. Spirito di gioco (ricerca della vittoria, fino alla fine) degli avversari, contro il “non gioco” dell’Italia.

Difesa
Schierata a 4, con due centrali juventini a ciò disabituati (Barzagli e Bonucci) e sulle fasce esterne bassi Maggio (anche lui, da anni, non più difensore puro) e Balzaretti (unico laterale sinistro dopo la rinuncia a Criscito, peraltro in condizioni fisiche scadenti) è stata un incubo;  ammucchiata selvaggia,  improduttiva ed addirittura autolesionista al centro; libertà assoluta sulle fasce, per gli avversari (orribile, Maggio e, poi, Ogbonna).
Un colabrodo che solo per almeno quattro incredibili errori di mira degli attaccanti russi ha conservato la rete inviolata, nel primo tempo.
Nel secondo tempo, poi, se possibile, ancora peggio: fuori Balzaretti (in evidente debito di ossigeno-e si sapeva che non avrebbe retto novanta minuti), viene  inserito Ogbonna (un altro centrale), inviato in campo senza sapere dove giocare: se potete, riguardate il momento della sua entrata in campo: si è piazzato al centro della difesa, in mezzo agli altri due centrali!  ed è stato Bonucci ad indicargli a voce e con gesti eloquenti della mano, che doveva  schierarsi sulla fascia sinistra: cose da avanspettacolo!
Sostanzialmente, in una difesa a 4, TRE (Maggio, Bonucci e Barzagli) erano e sono  disabituati a giocare con questo modulo ed uno (Balzaretti) non è in condizioni fisiche decenti.
Le deficienze sopra elencate tutti le conoscevamo; non Prandelli?

Centrocampo
Schierato a rombo, con Pirlo al vertice arretrato, con compiti di interdizione prima, e di rilancio e costruzione iniziale del gioco poi, e Montolivo al vertice avanzato, per la costruzione finale del gioco, è stato costantemente sopraffatto per l’elementare (per tutti, non per Prandelli) evidenza di un Pirlo che tutto può fare tranne l’incontrista. In modo speciale, nel secondo tempo (quando sono state fatte sostituzioni senza alcuna logica), la confusione tra difesa e centrocampo, è stata totale. Una indecenza.

Attacco
La coppia di attacco ha dimostrato (solo a Prandelli, perché tutti ne eravamo coscienti) di non saper dialogare; di essere scarsissimamente mobili (soprattutto Cassano); di non sapere cosa significhi fare il pressing in fase di inizio dell’azione avversaria. I cambi avvenuti nel corso del secondo tempo non hanno poi migliorato la situazione: l'inserimento di Giovinco e Di Natale ha formato un improponibile (ma per Prandelli, sì) trio di attacco, dove nessuno dei tre sa cosa fanno gli altri due: cioè nulla.

C.T. Prandelli
Siamo spiacenti per lui. Oltre che, ovviamente, delusi per noi (ma ciò, era nelle nostre attese, viste le premesse).
E, ormai, non ci possiamo più esimere dal porre in evidenza alcune caratteristiche  dell’atteggiamento generale di Prandelli, nella gestione del suo ruolo di Commissario Tecnico della nostra Nazionale. I seguenti comportamenti/atteggiamenti sono dati di fatto incontestabili:
-  l’attenzione (per altri aspetti, lodevole ma non rientranti nei compiti primari di un CT), continua e costante, al “sociale per l’Italia“, e non solo relativamente al mondo del calcio ed in particolare al mondo della Nazionale: solo così si spiegano le convocazioni della coppia Cassano-Balotelli;
- l’attenzione esagerata per le vicende psicologiche, a scapito dei riscontri valori fisico-attitudinali dei giocatori: solo così si spiegano errori madornali, in sede di convocazione, degli stessi Cassano (non pronto), Balotelli (con turbe psichiche evidenti), Balzaretti (non pronto), Di Natale (nell’Udinese, gioca unica punta, da anni); del gruppo degli juventini (schierati ieri sera, tutti fuori posto, tranne, per forza maggiore, Buffon...); e, per contro, la mancata convocazione dei vari  Matri, Quagliarella, Destro.

Conclusione
Resta ancora una speranza: che Prandelli riveda la partita di ieri sera, apra gli occhi, e si convinca che, con i giocatori che ha convocato (e quelli non convocati), non c’è altra soluzione: giocare col 3-5-2, con i due di attacco che sappiano sacrificarsi nel pressing alto, sia  per contrastare il rilancio dell’azione avversaria, sia  per agevolare l’immediata riconquista della palla (quindi, fuori Cassano e Di Natale, incapaci e non predisposti a ciò).

Per questa volta, cari lettori, le vostre pernacchie ve le dovete tenere. Meglio, c’è un altro destinatario, più meritevole, di cui non facciamo neppure il nome: tanto appare evidente!

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