Parigi, Berlino, Roma, Bruxelles, Mosca, Praga, Vienna... E senza gli errori dal dischetto di un paio di mesi fa di Robben, Olic e Schweinsteiger, l'elenco includerebbe pure Londra.
Che cosa hanno in comune le città incluse in questa lista?
Hanno in comune il fatto rappresentare un'anomalia del calcio europeo dal punto di vista sociale e urbanistico: nessuna delle squadre delle capitali europee appare nell'albo d'oro della Coppa dei Campioni / Champions League, prima competizione europea per club. Si "salvano" Madrid, Lisbona e Amsterdam, considerata capitale di fatto.
Qualcosa pare stia cambiando per la capitale francese, storicamente mai appassionata di calcio (non quanto altre città francesi, almeno), con l'arrivo del denaro arabo della Qatar Sports Investments, e con esso di parecchi campioni dietro la scrivania, in panchina e in campo - specialmente dall'Italia.
Qualcosa pare stia cambiando per la capitale francese, storicamente mai appassionata di calcio (non quanto altre città francesi, almeno), con l'arrivo del denaro arabo della Qatar Sports Investments, e con esso di parecchi campioni dietro la scrivania, in panchina e in campo - specialmente dall'Italia.
Il fenomeno è descritto nell'e-book "Parigi non è stata fatta in un giorno" nel quale Federico Casotti ci racconta, anche grazie ad interviste a vecchie conoscenze come Benoit Cauet, l'evoluzione del PSG e il progetto di dominio europeo che Leonardo e Ancelotti stanno cercando di realizzare.
Curiosità: il sottotitolo del e-book? "La stagione del Paris Saint-Germain: come spendere 100 milioni in un anno, non vincere nulla ed essere (tutto sommato) contenti".
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