giovedì 28 giugno 2012

Merkel e Germania: Buttiamoli fuori dall'Euro(peo)


Non sappiamo se il titolo in prima pagina del “Corriere dello Sport” di questa mattina, che potete vedere qui a fianco, sia stato “voluto” oppure sia del tutto “casuale”

Sta di fatto che la foto di Pirlo , nascondendo le ultime tre lettere (“peo”) della parola “Europeo”  e lasciando quindi   leggere ciò che resta:  “Buttiamolifuori dall’EURO”, induce il lettore ad una diversa interpretazione, almeno letterale, del titolo.

A noi piace pensare che Pirlo (senza volerlo...) abbia combinato un’altra delle sue genialità. Ricordando a tutti che stasera elimineremo dall’EURO (oltre che, ovviamente, dall’EUROPEO) la Merkel (e la Germania), che tanto si sta sbattendo, per cacciare via, appunto,  dall’EURO ,  la Grecia, la Spagna, l’Italia ed il Portogallo, senza sentire ragioni.

Vorremmo aggiungere, che,  se del caso, la stessa Merkel dovrebbe essere condannata a fare 50 giri di campo; ma non il campo di calcio dove si giocherà la partita, bensì il “suo” campo di concentramento di Auschwitz. Con la (doppia) speranza, così, che possa ridurre a proporzioni “decorose" il suo “lato B” ed a ricordare gli effetti indotti da una linea intransigente verso altri Paesi che meriterebbero, almeno, di essere ascoltati.

mercoledì 27 giugno 2012

Il peccato originale di Prandelli


In un precedente articolo, pubblicato prima che iniziasse il Campionato Europeo di calcio 2012, mettemmo in evidenza alcune anomalie  nelle scelte effettuate da Prandelli per la composizione del Team italiano e cioè:
1-    la mancata indicazione di un modulo, almeno tendenziale, con cui l’Italia si sarebbe espressa; mettendo in evidenza, comunque, che dalle  caratteristiche del pacchetto arretrato (difensori e centrocampisti)  convocato, si sarebbe dovuto supporre la tendenza al modulo 3-5-2 (Criscito, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Balzaretti, Pirlo, Giaccherini ) tutti ormai votati al 3-5-2 nelle rispettive squadre di club;
2-    la mancata  indicazione di una “filosofia di gioco” (prima non prenderle? possesso palla? catenaccio e contropiede? giocare per vincere?).  Nulla; buio totale;
3-    l’eccessivo numero di attaccanti convocati (cinque) rispetto a difensori e centrocampisti, nonché la loro inconsistenza fisica (una vera e propria Banda Bassotti!).
Vediamo cosa è accaduto e sta accadendo:
1     3 -  si è iniziato il campionato giocando le prime due partite, effettivamente, col modulo 3.5.2 esprimendo un buon calcio ed ottenendo due buoni risultati (due pareggi con Spagna e Croazia)  tuttavia, il pareggio contro la Croazia ha lascito qualche apprensione di troppo e per la terza partita,  contro l’Irlanda si è giocato col 4.4.2, poi confermato nei quarti di finale contro l’Inghilterra.
Problema: sta emergendo drammaticamente la mancanza di ricambi  difensivi mentre, viceversa, ci sono tre attaccanti  (Giovinco, Borini e Di Natale) panchinari stabilizzati ed inutili alla causa (salvo  Di Natale per il poco che ha giocato). Ci troviamo ad affrontare la Germania,  in semifinale, con Abate e Balzaretti usciti dal match con l’Inghilterra quasi distrutti; con Chiellini infortunato  e forse recuperabile ma molto a rischio di ricaduta; con De Rossi col nervo sciatico infiammato. Cosa ne dice Prandelli: mettiamo Giovinco e Di Natale a fare i difensori laterali “bassi” ? (certo, “bassi” lo sono per destinazione naturale...)
2-    la mancata indicazione di una “filosofia di gioco” , sembra superata, perché il “gruppo Juve” , evidentemente,  ha imposto la “sua” filosofia  : “giocare per vincere, dal primo all’ultimo minuto, contro tutti”
CONCLUSIONE  il “peccato originale” commesso da Prandelli, in fase di convocazione, espresso dalle citate tre carenze, sta,  purtroppo, emergendo con drammaticità (contro la Germania, si torna alla difesa a tre, per mancanza di difensori “bassi” ?);
Ci ha tenuto a galla, fino ad ora, e speriamo continui,  la “filosofia  di gioco” che ci ha consentito di affrontare a viso aperto chiunque. Contraddicendo , e sorprendendo, chi riteneva gli italiani alquanto “vigliacchetti” (nel calcio e non solo...).
E allora, Forza Azzurri: calma e gesso (che vuol dire: palla a Pirlo!), per la vittoria, contro chiunque.

sabato 23 giugno 2012

L'anomalia del calcio europeo

Parigi, Berlino, Roma, Bruxelles, Mosca, Praga, Vienna... E senza gli errori dal dischetto di un paio di mesi fa di Robben, Olic e Schweinsteiger, l'elenco includerebbe pure Londra.
Che cosa hanno in comune le città incluse in questa lista?

Hanno in comune il fatto rappresentare un'anomalia del calcio europeo dal punto di vista sociale e urbanistico: nessuna delle squadre delle capitali europee appare nell'albo d'oro della Coppa dei Campioni / Champions League, prima competizione europea per club. Si "salvano" Madrid, Lisbona e Amsterdam, considerata capitale di fatto.


Qualcosa pare stia cambiando per la capitale francese, storicamente mai appassionata di calcio (non quanto altre città francesi, almeno), con l'arrivo del denaro arabo della Qatar Sports Investments, e con esso di parecchi campioni dietro la scrivania, in panchina e in campo - specialmente dall'Italia.

Il fenomeno è descritto nell'e-book "Parigi non è stata fatta in un giorno" nel quale Federico Casotti ci racconta, anche grazie ad interviste a vecchie conoscenze come Benoit Cauet, l'evoluzione del PSG e il progetto di dominio europeo che Leonardo e Ancelotti stanno cercando di realizzare.

Curiosità: il sottotitolo del e-book? "La stagione del Paris Saint-Germain: come spendere 100 milioni in un anno, non vincere nulla ed essere (tutto sommato) contenti".

venerdì 22 giugno 2012

E se avesse ragione Churchill...

Come suggeriva Nando Martellini in un "Fantozzi" qualche anno fa, nessuna forza al mondo ci impedirà di metterci davanti ai teleschermi domenica sera.

Italia-Inghilterra non è mai stato un confronto "storico", un duello classico, come lo può essere Brasile-Argentina, per esempio. Le classiche nemesi in terreno di football per le due squadre, e sempre di più negli ultimi anni, sono la Francia, soprattutto per l'Italia, e la Germania, soprattutto per l'Inghilterra - non si contano le volte che i tedeschi hanno eliminato gli inglesi in competizioni finali, specie se ai calci di rigore.

Principalmente il motivo è stato il caso: è il caso infatti ad aver fatto sì che queste due formazioni non si siano affrontate praticamente mai in competizioni ufficiali finali (Mondiali ed Europei) e abbastanza poco nelle qualificazioni. Ricordo giusto un gol di Magic Box Zola a Wembley nel '97 e poi c'è il famoso gol di Capello sempre nella Mecca del calcio britannico.

Storicamente due modi di interpretare il calcio agli opposti: tattico, al limite dello speculativo il nostro, all'arrembaggio e senza fronzoli il loro.
Le squadre che si affronteranno domani però vedranno probabilmente certe differenze smussate.

L'Inghilterra viene da anni in cui beneficia del miglior campionato del mondo, con i migliori professionisti del mondo, tra cui i anche i "nostri" allenatori, da Ancelotti a Mancini, da Capello a Di Matteo. E in più l'attuale allenatore Roy Hodgson ha avuto modo di vivere il nostro calcio tattico: mi aspetto un'Inghilterra molto attenta che al limite si farà pure attaccare per poi cercare di sfruttare la velocità di Rooney, Walcott e soci.

L'Italia ha quindi in parte perso il suo vantaggio competitivo, la tattica, negli ultimi anni, e sta cercando di seguire la strada della Spagna, mettendo in campo tanti giocatori di qualità (seppur inferiore rispetto a Iniesta & co.), e provando a fare la partita, talvolta pure pressando gli avversari nella loro fase di impostazione: una palla recuperata nella trequarti avversaria può facilmente trasformarsi in una palla gol.

Sperando nella luna buona di Pirlo e Balotelli e che il mister non ci metta troppo a inserire Giovinco al posto di un Cassano che regge al top sì e no 40 minuti, dal punto di vista del modulo credo che Prandelli sia sulla direzione giusta con il 4-4-2. Sebbene tutto il reparto difensivo sia più abituato a giocare a 3 nel proprio club (che sia Juve, Napoli o Palermo), e la difesa a 3 abbia dato tutto sommato buoni esiti nelle prime due partite dell'Europeo, il punto di forza degli inglesi non può essere trascurato. E il punto di forza degli inglesi (oltre al contropiede e a due giocatori super che possono risolvere il match in un momento, Gerrard e Rooney) sono le fasce sulle quali puntano molto per mettere cross in mezzo o al limite guadagnare calci d'angolo o comunque calci piazzati sui quali potremmo davvero soffrire.

Il leader britannico Winston Churchill una volta disse:"Gli italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre". Non credo avesse tutti i torti: con un campo, una palla e una porta da difendere, gli italiani diventano gente molto competitiva e per questo credo siano favoriti per domenica.

venerdì 15 giugno 2012

SPAGNA - CROAZIA: etica, biscotto o truffa? Semplice convenienza

Nella serata di ieri, dopo il pareggio tra Italia e Croazia, e ancora prima che la Spagna battesse l’Irlanda (cosa peraltro prevedibilissima), in Italia, erano già spuntati come funghi gli opinionisti, i moralisti, i filosofi da bar dello sport et similia che, generalmente, prima parlano e, poi, forse, pensano.

Le previsioni più generalizzate ed accreditate, per la prossima partita Spagna-Croazia sono tre: prevarrà l’etica; prevarrà il biscotto; prevarrà la truffa. Vediamole.

L’etica
Espressione a sfondo moralistico, diventata ormai famosa, tra gli sportivi, per essere stata usata, abusata ed abiurata, in tempi recenti, dal Presidente della FIGC, Abete, quando, con riferimento alle violazioni del Codice di Giustizia sportiva commesse dall’Inter (Moratti e Facchetti),  spavaldamente affermò: “l’etica non si prescrive”. Neanche a dirlo: tutto prescritto ed amen.
Nel caso in discussione (come si comporteranno Spagna e Croazia?) alcuni invocano, appunto, un atteggiamento “etico”, che, applicato all’attività sportiva, sembrerebbe voler dire (contrariamente a quanto sostenuto dal barone De Coubertin: “basta partecipare”) che in ogni competizione si lotta sempre e solo per vincere.
In realtà, l’etica è una espressione polivalente: in genere, chi la utilizza in un certo contesto, ha una certa idea; e crede che l’etica, in quel contesto, corrisponda esattamente alla sua idea. Verosimilmente è una situazione analoga a quella che intende l’altro Presidente (quello del Coni) Petrucci, quando dice :“con il buon senso si risolve tutto”. A quale “buon senso” si riferisce? Al  suo, ovviamente.
Applicando il tutto al nostro quesito, chi afferma che deve prevalere l’”etica”, pensa e dice, probabilmente senza rendersene conto: tra Spagna e Croazia deve vincere l’Italia.

Il biscotto
Neologismo a carattere sportivo, equivalente italiano del termine francese combine, col quale si intende il perseguimento di un risultato sportivo utile ai contendenti ma, nel contempo,  diretto alla eliminazione di un terzo concorrente.
In genere, con combine o biscotto si intende un comportamento illecito, antisportivo, a volte oggetto anche di proposte mercantili, in violazione delle leggi sportive e civilistiche. Naturalmente, chi accusa altri di un tale comportamento, dovrebbe, poi, dimostrare l’effettivo accadimento patologico.

La truffa
Termine giuridico col quale si intende un comportamento che, mediante raggiro, procura a sé o ad altri, un vantaggio ingiusto, con altrui danno.
Solo chi legge quanto sopra con superficialità e/o con pregiudizio può pensare che questo sia il caso del risultato che uscirà dall’incontro Spagna-Croazia, che dovesse condannare l’Italia all’eliminazione dalla competizione europea.
Comunque finirà la partita in questione, se si svolgerà secondo le regole tecniche previste dal regolamento del giuoco del calcio (ed a ciò, è adibito un quintetto arbitrale). non ci saranno “raggiri”, non ci saranno “vantaggi ingiusti”, non ci saranno “danni altrui”. Naturalmente, chi  affermerà il contrario, dovrà dimostrarlo. Ma saremmo nella “patologia”, non nella normalità delle situazioni sportive.


La convenienza
Nel mondo di oggi, cioè nelle attuali democrazie occidentali/europee, e nell’economia di mercato che ne indirizza i comportamenti non solo economici ma, soprattutto, relazionali, è il concetto di convenienza che regola tutto.

Ciò vale anche nelle attività sportive, soprattutto in quelle, come lo sport del calcio, che, ormai, di sport contengono molto poco, e molto, quasi tutto, di spettacolo a scopo di business.
E quando si parla di business, si parla, ovviamente ed in primo luogo, di convenienza, di utilità, di “regole del mercato” che, sostanzialmente, dicono: “ogni transazione si conclude quando, ed al prezzo in cui, si incontrano domanda ed offerta”.

Quindi, dall’incontro calcistico Spagna-Croazia, a nostro parere, uscirà il risultato “economico”, cioè quello conveniente per i due contendenti, che sarà l’incontro delle loro utilità (marginali)   cioè il pareggio 2-2, necessario e sufficiente per la qualificazione di entrambe le squadre. Senza  violazioni di etiche, senza biscotti e, meno che mai, senza truffe.

Sostanzialmente, e per concludere, è una di quelle situazioni cui si riferiva Buffon, quando affermava l’esistenza, nel calcio, di situazioni in cui “il pareggio conviene”, scatenando l’ira preconcetta dei “gazzettari”, nonché i sospetti dei soliti “operatori di giustizia” (sportiva ed ordinaria), alla ricerca spasmodica di una gratuita “visibilità".

mercoledì 13 giugno 2012

Ieri: Avere o Essere. Oggi: Apparire o Non Apparire



In un famoso libro uscito per i tipi di Einaudi nel 1976, il famoso economista-sociologo tedesco Erich Fromm, ci aprì gli occhi (almeno,  a noi che scriviamo) sul grande dibattito culturale e sociologico dell’epoca: l’alternativa “avere o  essere?".

Oggi, nel nostro mondo, travolto dalla proliferazione mediatica, la grande alternativa  è: “apparire o non apparire?".

Questi pochi antefatti, per cercare di illustrare ai lettori alcuni eventi, con riferimento al mondo dello sport, apparentemente strani, ma la cui ricorrenza appare assai sospetta e troverebbe spiegazione proprio nel dilemma dei comportamenti e atteggiamenti dei personaggi  di oggi: cioè “apparire” (e far soldi - l’”avere” di Fromm) o “non apparire” (e vivere tranquilli, nell’anonimato - l’”essere” di Fromm).

Propongo alcuni esempi con riferimento alle attività sportive italiane.

1 - Campionessa dell’”apparire” non possiamo che considerare Federica Pellegrini, nuotatrice, mangiatrice di uomini (fidanzati ed allenatori: a quando la rottura e relativa sostituzione, dell’attuale fidanzato Magnini?); alla ricerca spasmodica dell’apparire sui vari  strumenti mediatici, con sconcezze varie e profumatissime prebende, ma, ovviamente, a suo dire, “oppressa”  dal circo mediatico, a giustificazione di risultati sportivi che cominciano a far ... acqua.

2 - Segue,  a ruota..., il campione (ormai ex) del motociclismo nostrano, Valentino Rossi, che non riuscendo più ad apparire e a far notizia con le due ruote, cerca di farlo attraverso il circo mediatico, apparendo costantemente con sproloqui in tutte le salse, utilizzando la rinomata laurea (in chissà cosa) attribuitagli “honoris causa”.

3 - Dulcis in fundo (sebbene la lista sarebbe alquanto pletorica!), la Nazionale di calcio italiana, quale strumento utilizzato per l’apparire altrui (pubblici ministeri d’assalto, cronisti da strapazzo, ed altra varia fauna mediatica) che non si lasciano sfuggire le periodiche occasioni di rilievo (campionati mondiali, campionati europei ed altre competizioni) per un assalto alla nostra Nazionale, con ogni mezzo lecito ed illecito, pur di apparire.

Guardate cosa ha tirato fuori, “ad orologeria”, in pieno Campionato Europeo della nostra Nazionale, il Cecchi Paone (da tempo, quasi scomparso dal circo mediatico, ed in cerca spasmodica di tornare “visibile”), in effetti, “bucando” i teleschermi e le altre fonti mediatiche:

Ho avuto una relazione con uno di questa nazionale, e lui mi ha detto chi è l'altro, per questo so che sono due. Prandelli sa chi sono gli omosessuali. I 3 metrosexual sono Giovinco, Montolivo e Abate. E' anche un complimento. 


Pensiamo di tornare sull’argomento; per il momento, vorremmo porre in evidenza, perché potrebbe essere oggetto di un intero volume, la frase di chiusura: “E’ anche un complimento”.

Perché? Chi mai penserebbe di “fare un complimento” riconoscendo un uomo o una donna come eterosex? 

Forse Cecchi Paone, che ha fatto, a suo tempo, outing, ritiene, inconsciamente, proprio lui, che le categorie gay, lesbiche e metrosex siano “diversamente abili” e quindi, meritevoli di complimenti e di attenzioni particolari?

C’è di che riflettere e di che esternare. Forse lo faremo.

venerdì 8 giugno 2012

ERRANI-STOSUR al Roland Garros: una pagina di storia sportiva



Chi ha avuto, come noi, la fortuna (perché di questo si tratta!) di assistere, nel pomeriggio di ieri, alla prima semifinale del torneo di Parigi tra la nostra Errani e l’australiana Stosur, al di là delle emozioni che l’incontro ha regalato a piene mani,  si sarà reso conto con limpida chiarezza di aver assistito ad uno di quegli eventi che meritano di passare alla storia dello sport (nella specie, del Tennis mondiale).

I caratteri dell’evento storico

1 - I modi di essere
Ci sono tutti. C’erano, intanto, chiaramente riconoscibili,  le sembianze del Davide (Errani) contro Golia (Stosur).

- Una mini ballerina (classica, in punta di piedi, come quelle ballerine sopra i carillon), con un abitino rosa che avvolgeva un  corpicino docile e delicato in cui i segni della muscolatura  bisognava andarli a cercare, come si dice, col lumicino (Errani), contro una mascolina, vestita di nero, su un fisico che sprigionava potenza dal volto ai piedi con una muscolatura che, anche da ferma, incuteva timore: qualcosa di impressionante, messo in mostra in alcuni replay al ralenti,  (soprattutto sul servizio e su alcuni rovesci a due mani) nei quali emergeva una muscolatura in movimento inimmaginabile in un corpo femminile!(Stosur)
- La 21^ nel ranking mondiale (Errani), contro la 6^ (Stosur).
- Un carattere dolce, docile e paziente (anche troppo, innanzi ad alcune sbavature arbitrali)  imperniato sulla intelligenza del gioco, con eleganza di colpi morbidi, ma precisi, piazzati e spiazzanti (Errani), contro un carattere alquanto scontroso e supponente,  imperniato sul gioco fisico e sulla dura potenza dei colpi, anche laddove sarebbe stato sufficiente un tocco morbido e ben indirizzato; furia agonistica eccessiva con, talora, evidenti segni di smarrimento della tranquillità (Stosur).

2 - I  modi di fare
I diversi modi di essere, di presentarsi agli spettatori ed all’avversario, trovano implacabile riscontro nei modi di giocare che, a loro volta, sono ben raccontati da alcuni dati che si evincono dallo score dell’incontro:

- abbiamo contato ben 10 aces al servizio per Stosur (un paio, addirittura, sui secondi servizi),  contro zero per Errani;
- abbiamo letto sul tabellone luminoso una velocità dei colpi di Stosur  in genere intorno ai 175 km all’ora, contro una velocità dei colpi di Errani in genere intorno ai 120 km all’ora; 
- abbiamo contato ben 48 errori unforced di Stosur (alcuni, chiaramente indotti dal dissennato  furore agonistico, con effetti “visivi” sconcertanti...), contro i 21 di Errani.

3 - L'ambiente circostante
Si è giocato a “stadio pieno”, sul campo centrale del Roland Garros, con gli spettatori inizialmente ben predisposti verso Stosur (anche in ragione della buona partenza nel primo set); poi, poco alla volta, gli applausi si sono equamente indirizzati per, infine, spostarsi in una apoteosi verso Errani, in modo particolarmente percepibile al momento della conquista del break decisivo, sul 5-3 al terzo set, ed alla palla di chiusura del match.   
E mentre Stosur, a testa bassa, si avviava velocemente verso gli spogliatoi, la nostra Errani prima raccoglieva gli applausi della standing ovation e, poi, si lasciava andare al pianto liberatorio.
Niente bandiere tra gli spettatori, tranne uno, nascosto ma ben visibile, in un angolo sotto il tabellone luminoso indicante la velocità dei colpi, che, in qualche modo, era riuscito ad eludere la sorveglianza portandosi dietro un drappo (non una bandiera che non sarebbe passata alla perquisizione...) tricolore italiano (manco a dirlo...) e che lo alzava al cielo, con le due mani,   ad ogni colpo vincente di Errani, per poi nasconderlo e poi ritirarlo fuori e poi di nuovo nasconderlo e così per tutto l’incontro: spettacolo (per noi) nello spettacolo; applausi meritatissimi anche per lui.

mercoledì 6 giugno 2012

Quale Nazionale agli Europei? - Parte quarta: Italia-Spagna



Come fortemente speravamo (vedasi la precedente “Parte terza”), Prandelli ha aperto gli occhi. E questa, credeteci, è già una gran cosa: non succede spesso che un mister, davanti all’evidenza dei propri errori, li riconosca e provveda (per quanto possibile)!

Vediamo cosa sta accadendo dopo la “disfatta di Russia”.

Modulo di gioco
Intanto, si cambia modulo: non si giocherà col 4-4-2, ma si giocherà col 3-5-2, come auspicavamo, per utilizzare al meglio, e secondo logica, l’impianto di gioco della Juventus.

Filosofia di gioco
Inesistente. Prandelli non ne ha, evidentemente, mai sentito parlare; l’unica cosa che si possa pensare di assimilabile è il seguente concetto manifestato in una recentissima intervista: “sono curioso anche io di vedere cosa potrà fare questa squadra”. Preferiamo non commentare, e sperare che, comunque, il blocco juventino si ricordi della “filosofia-Conte”: si gioca per vincere, dal primo all’ultimo minuto.

Difesa
Purtroppo, è piovuto sul bagnato; perché, al peccato originale (chiamare il trio juventino per farlo giocare a 4 e non a 3), si è aggiunta l’esclusione di Criscito (che conosce bene il gioco difensivo a tre) e la indisponibilità, per infortunio, di Barzagli, pilastro del trio difensivo juventino.
Perciò ora Prandelli si trova senza uno dei tre fondamentali giocatori per questo modulo; ma non basta; non si trova neppure un sostituto, perché nelle convocazioni, aveva previsto di giocare il 4-4-2  e non il 3-5-2. E cosa ha pensato di fare? Di convocare Astori, (anche lui non esperto del gioco con difesa a tre) mentre, più correttamente, a nostro parere, avrebbe dovuto chiamare Paolo Cannavaro che da sempre, nel Napoli, gioca con difesa a tre e con buone, se non ottime prestazioni, anche a livello internazionale.
Niente da fare. Prandelli ha chiamato Astori che rientra da Miami (dove era in vacanza...) e si presenta a Cracovia e che, non conoscendo il gioco difensivo a tre, si accomoderà in  panchina. Pensa, quindi, Prandelli, di mettere De Rossi al centro del trio di difesa. Ma non basta; sembra, secondo alcuni media, che gli altri due non saranno Bonucci e Chiellini, bensì Ogbonna e Chiellini.
Sostanzialmente, una difesa a tre in cui due non conoscono cosa sia questo gioco! Una bestemmia!

Centrocampo
Rinunciando  ad uno dei più forti centrocampisti del mondo, per inserirlo a centrale del trio di difesa, i cinque di centrocampo dovrebbero essere necessariamente (rimane poco da scegliere!): Maggio, Nocerino, Pirlo, Marchisio e Giaccherini.
In realtà, l’ideale, sarebbe stato lasciare De Rossi al suo naturale posto di centrocampista, inserendo Paolo Cannavaro nel trio di difesa, al posto di Barzagli. Ma il coach è Prandelli.

Attacco
La coppia di attacco Cassano-Balotelli ha dimostrato, contro la Russia (solo a Prandelli, perché tutti ne eravamo  già coscienti) di non saper dialogare, nel modulo 4-4-2.
Sarebbe ancora peggio giocare con la stessa coppia col modulo 3-5-2, che richiede notevole dispendio di energie ai due attaccanti, che, invece, sappiamo essere scarsissimamente mobili (soprattutto Cassano) e di non sapere cosa significhi fare il pressing in fase di inizio dell’azione avversaria.
Noi, fermo restando Balotelli (e che il Signore ce la mandi buona...), preferiremmo Giovinco, al posto di Cassano, per la evidente maggiore mobilità su tutto il fronte di attacco, dimostrata nello corso del campionato appena finito.

Conclusione
Con i giocatori che ha convocato (e senza quelli che NON ha convocato!), riteniamo:
  1. non c’è altra soluzione  che  giocare col 3-5-2;
  2. il trio di difesa andrebbe schierato con Astori-Bonucci-Chiellini;
  3. i cinque di centrocampo andrebbero schierati con Maggio, De Rossi, Pirlo, Marchisio e Giaccherini;
  4. i due di attacco dovrebbero essere Giovinco e Balotelli 
Il tutto con una speranza: che la fortuna ci assista (soprattutto nella partita di esordio, con la Spagna!)

sabato 2 giugno 2012

Quale Nazionale agli Europei? - Parte terza: Russia-Italia 3-0

Peggio, molto peggio di quanto  abbiamo paventato nel precedente articolo sul tema.

Per qualificare l'esito dell’ultima (ed unica) partita amichevole di avvicinamento agli Europei,  giocata ieri sera contro la Russia e persa per 3-0 (ma nel primo tempo i Russi hanno letteralmente sprecato quattro palle-gol che attendevano solo di essere infilate nella rete di Buffon!), non possiamo che usare una sintetica espressione: disastro.

Vediamo cosa è accaduto.

Modulo di gioco
Come previsto, è stato schierato il 4-4-2, in cui a centrocampo Pirlo fungeva da regista arretrato e Montolivo da regista avanzato. Ma, di gioco, neppure l’ombra, salvo uno stucchevole possesso palla fine a se stesso: ai passaggi in avanti, in genere, ne seguiva uno indietro; perché chi riceveva la palla non sapeva cosa farne.

Filosofia di gioco
Inesistente. Fateci caso: nelle ultime tre partite amichevoli, giocate contro Uruguay, USA e Russia, terminate con tre sconfitte, si è ripetuto lo stesso canovaccio: gli avversari hanno giocato “per vincere”; l’Italia ha giocato “per giocare”. Spirito di gioco (ricerca della vittoria, fino alla fine) degli avversari, contro il “non gioco” dell’Italia.

Difesa
Schierata a 4, con due centrali juventini a ciò disabituati (Barzagli e Bonucci) e sulle fasce esterne bassi Maggio (anche lui, da anni, non più difensore puro) e Balzaretti (unico laterale sinistro dopo la rinuncia a Criscito, peraltro in condizioni fisiche scadenti) è stata un incubo;  ammucchiata selvaggia,  improduttiva ed addirittura autolesionista al centro; libertà assoluta sulle fasce, per gli avversari (orribile, Maggio e, poi, Ogbonna).
Un colabrodo che solo per almeno quattro incredibili errori di mira degli attaccanti russi ha conservato la rete inviolata, nel primo tempo.
Nel secondo tempo, poi, se possibile, ancora peggio: fuori Balzaretti (in evidente debito di ossigeno-e si sapeva che non avrebbe retto novanta minuti), viene  inserito Ogbonna (un altro centrale), inviato in campo senza sapere dove giocare: se potete, riguardate il momento della sua entrata in campo: si è piazzato al centro della difesa, in mezzo agli altri due centrali!  ed è stato Bonucci ad indicargli a voce e con gesti eloquenti della mano, che doveva  schierarsi sulla fascia sinistra: cose da avanspettacolo!
Sostanzialmente, in una difesa a 4, TRE (Maggio, Bonucci e Barzagli) erano e sono  disabituati a giocare con questo modulo ed uno (Balzaretti) non è in condizioni fisiche decenti.
Le deficienze sopra elencate tutti le conoscevamo; non Prandelli?

Centrocampo
Schierato a rombo, con Pirlo al vertice arretrato, con compiti di interdizione prima, e di rilancio e costruzione iniziale del gioco poi, e Montolivo al vertice avanzato, per la costruzione finale del gioco, è stato costantemente sopraffatto per l’elementare (per tutti, non per Prandelli) evidenza di un Pirlo che tutto può fare tranne l’incontrista. In modo speciale, nel secondo tempo (quando sono state fatte sostituzioni senza alcuna logica), la confusione tra difesa e centrocampo, è stata totale. Una indecenza.

Attacco
La coppia di attacco ha dimostrato (solo a Prandelli, perché tutti ne eravamo coscienti) di non saper dialogare; di essere scarsissimamente mobili (soprattutto Cassano); di non sapere cosa significhi fare il pressing in fase di inizio dell’azione avversaria. I cambi avvenuti nel corso del secondo tempo non hanno poi migliorato la situazione: l'inserimento di Giovinco e Di Natale ha formato un improponibile (ma per Prandelli, sì) trio di attacco, dove nessuno dei tre sa cosa fanno gli altri due: cioè nulla.

C.T. Prandelli
Siamo spiacenti per lui. Oltre che, ovviamente, delusi per noi (ma ciò, era nelle nostre attese, viste le premesse).
E, ormai, non ci possiamo più esimere dal porre in evidenza alcune caratteristiche  dell’atteggiamento generale di Prandelli, nella gestione del suo ruolo di Commissario Tecnico della nostra Nazionale. I seguenti comportamenti/atteggiamenti sono dati di fatto incontestabili:
-  l’attenzione (per altri aspetti, lodevole ma non rientranti nei compiti primari di un CT), continua e costante, al “sociale per l’Italia“, e non solo relativamente al mondo del calcio ed in particolare al mondo della Nazionale: solo così si spiegano le convocazioni della coppia Cassano-Balotelli;
- l’attenzione esagerata per le vicende psicologiche, a scapito dei riscontri valori fisico-attitudinali dei giocatori: solo così si spiegano errori madornali, in sede di convocazione, degli stessi Cassano (non pronto), Balotelli (con turbe psichiche evidenti), Balzaretti (non pronto), Di Natale (nell’Udinese, gioca unica punta, da anni); del gruppo degli juventini (schierati ieri sera, tutti fuori posto, tranne, per forza maggiore, Buffon...); e, per contro, la mancata convocazione dei vari  Matri, Quagliarella, Destro.

Conclusione
Resta ancora una speranza: che Prandelli riveda la partita di ieri sera, apra gli occhi, e si convinca che, con i giocatori che ha convocato (e quelli non convocati), non c’è altra soluzione: giocare col 3-5-2, con i due di attacco che sappiano sacrificarsi nel pressing alto, sia  per contrastare il rilancio dell’azione avversaria, sia  per agevolare l’immediata riconquista della palla (quindi, fuori Cassano e Di Natale, incapaci e non predisposti a ciò).

Per questa volta, cari lettori, le vostre pernacchie ve le dovete tenere. Meglio, c’è un altro destinatario, più meritevole, di cui non facciamo neppure il nome: tanto appare evidente!

venerdì 1 giugno 2012

La Nuova Babele


Recentemente, questione di pochi giorni or sono, il Santo Pontefice Benedetto XVI, dopo aver appresa l’inaffidabilità dimostrata dal suo personale e diretto assistente, arrestato per aver trafugato documentazione  privata dello stesso Pontefice al fine di trarne profitti, ha espresso il seguente pensiero: “siamo in una nuova Babele”.
Vorremmo, qui, cercare di illustrare ai lettori, mediante l’analisi di alcuni recentissimi accadimenti, come il pensiero del Santo Padre sia totalmente condivisibile, pur con il solo riferimento al mondo del calcio italiano e a tutte le componenti che ne traggono vantaggi diretti ed indiretti.

Caso Criscito
Alle sei e trenta del mattino, Mimmo Criscito viene svegliato nella sede del ritiro della Nazionale in quel di Coverciano, per essere perquisito e per ricevere una “comunicazione di garanzia”, perché iscritto nel registro degli indagati. Alcune ore dopo (verso le ore 10.30), lo stesso Criscito viene escluso dalla Nazionale e rispedito a casa. 

Ad oggi, nessuno è ancora riuscito a capire perché ciò (immediata esclusione dalla Nazionale) sia accaduto. Il tutto, infatti, è fuori da ogni barlume di civiltà. Sappiamo solo che Criscito giura innocenza e che la dimostrerà, o almeno cercherà di farlo.
Tutto questo (procedura ed effetti) non accade neppure in uno dei Paesi del “terzo mondo”, cosiddetti “incivili”;  accadendo in Italia, possiamo definirlo una “Nuova Babele”?

Caso Buffon - 1
Ha detto, Buffon, nel corso di una conferenza stampa: “Il vero scandalo sono le fughe di notizie. Dieci minuti dopo un interrogatorio, tutto è già fuori dagli Uffici giudiziari e voi (rivolgendosi ai giornalisti presenti - ndr) sapete tutte le decisioni prima del diretto interessato. Ditemi voi se sono indagato, perché io non lo so!”

Niente di più sacrosantamente vero. Lo sappiamo tutti. Lo sanno, soprattutto, i diretti interessati (Uffici giudiziari da una parte; giornalisti della carta stampata, della tv, delle radio, della comunicazione online e così via, dall’altra).    

I quali non si sono fatti attendere, per la risposta, non più di un giorno: hanno estratto dai loro cassetti, una “informazione” del 2010, proveniente da un istituto bancario, che supponeva la presenza di scommesse illecite da parte dello stesso Buffon, sulla base di una certa, anche rilevante, movimentazione di denaro. Effetti: bufera di ipotesi; indagato Buffon (falso); mostro in prima pagina; proposte di escludere anche Buffon dagli Europei; Prandelli che dice: "se serve al calcio, l’Italia  non andrà agli Europei"; la Federazione, per voce di Albertini, che dice: “ci siamo stufati” ; e così via. Non è una “Nuova Babele”?

Inno di Mameli in finale di Coppa Italia
A Napoli, in occasione della finale di Coppa Italia, tradizionalmente, si suona l’Inno di Mameli. Questa volta, niente musica; solo il canto di Arisa (con interpretazione indegna, da rovinare i timpani e far venire la pelle d’oca). Ma non è questo il punto. Nel coso della esecuzione, l’Inno è stato oggetto di sonori e prolungati fischi che, all’inizio (soprattutto a chi scrive), potevano sembrare diretti alla stessa Arisa; in realtà, si è subito capito che erano diretti all’Inno di Mameli, cioè all’Italia. Conseguenze: multa di € 20.000 al Napoli (comprendente anche la multa per l’infrazione di lancio di petardi e di fumogeni...).
Eppure, nel nostro Codice Civile (oltre che nella Costituzione), esistono articoli che prevedono  i reati  di “oltraggio alla Bandiera” ed “offesa alla Bandiera”. Reati perseguibili d’ufficio.
Nulla. Come se nulla fosse accaduto. Solo una multa (peraltro “nascosta”) e scarsissimo rilievo  sui vari media. Se non è “Nuova Babele”, cosa è?

Caso Buffon - 2
Nella stessa conferenza stampa sopra ricordata, lo stesso Buffon ha anche affermato: “Solitamente, nelle ultime giornate di campionato accade che il pareggio sia  risultato utile ad entrambe le squadre, senza che ciò abbia nulla a che vedere con truffe o altri reati”. C’è  qualche intenditore di calcio, che non conosca questi eventi? C’è qualche tifoso che preferisca la sconfitta (e la retrocessione della propria squadra..), ad un onesto pareggio?
C’è bisogno di ricordare cosa successe all’Italia nel precedente Europeo, quando fu eliminata nella fase a gironi, in conseguenza di un pareggio 2-2 tra Svezia e Danimarca (e solo il 2-2 era utile ad entrambe le contendenti per essere entrambe promosse a danno dell’Italia)?
Ebbene, le parole di Buffon sono state interpretate come frasi dette da persona a conoscenza  dei fatti; cioè implicato nelle truffe di Scommessopoli! Donde, l’ulteriore “uscita” dello stesso Buffon: “In italia non c’è più libertà di pensiero” (in tutta questa Babele, intendeva dire, ovviamente, “non c’è più libertà di  espressione del proprio pensiero (che ti ritrovi indagato o in galera-ndr)”. Insomma: una “Nuova Babele”!

Le tre stelle della Juventus
Intervistato circa la pretesa della Juventus di inserire sulle proprie maglie tre stelle a simboleggiare i trenta scudetti vinti, il Presidente della FIGC Abete, dopo aver esplicitato il suo parere contrario ha affermato: “faremo rispettare la legge”.
Si noti che si è espresso al singolare (la legge) e non al plurale (le leggi). Con ciò, facendo supporre la reale esistenza di “una” legge (e la effettiva conoscenza della stessa, da parte del dichiarante).
Ebbene, in materia, NON esiste alcuna legge o regolamento sportivo e meno che mai civilistico. Il problema è ancora in discussione. Per cercare di trovare una via di uscita da questa  “Nuova Babele”!

Conclusione
Crediamo di non dilungarci oltre perché potremmo abusare della pazienza dei lettori. Ma assicuriamo: potremmo produrre un delizioso pamphlet, sulla Nuova Babele nello sport del calcio italiano.