La
partita di ieri sera sabato 17 dicembre, anticipo della sedicesima giornata del
campionato di calcio serie A, apparentemente senza storia per la diversità dei
valori in campo, ha riservato, invece, alcuni spunti importanti per analisi
critiche e costruttive:
A- primo gol del Milan segnato da
Nocerino, su rinvio dei difensori del Siena a seguito di calcio d’angolo, con botta dai 25 metri.
La
diretta televisiva lasciava qualche dubbio, perché, in effetti, si
vedeva immediatamente la posizione strana del portiere del Siena come se stesse
per tuffarsi sulla destra, mentre, invece, il pallone, non molto violento a
fine traiettoria, si insaccava sulla sinistra. Ai cronisti di SKY, tuttavia, il dubbio di
qualche deviazione è sorto immediatamente; ed infatti il replay ha mostrato che
almeno una deviazione, determinante sui movimenti del portiere (che, perciò,
era pronto a tuffarsi sulla destra, invece che sulla sinistra), c’era stata.
Tant’è che l’argomento in discussione tra i cronisti di SKY non era questo, ma
se c’erano state due, e non solo una deviazione da parte dei difensori del
Siena;
B- secondo gol del Milan, segnato su
calcio di rigore.
La diretta televisiva, ha dato
l’impressione, almeno a chi scrive, che il rigore ci fosse tutto. Perchè il
portiere del Siena nell’uscita a valanga verso Boateng, non toccava la palla, mentre
Boateng rovinava a terra.
Ma, anche qui, i cronisti di SKY hanno
immediatamente avanzato dubbi; soprattutto l’addetto al commento tecnico, ha
subito esclamato: “si è buttato”.
Il replay ha in effetti dimostrato
che, quando il ginocchio di Boateng ha toccato la mano del portiere (e non
viceversa!) lo stesso Boateng era già quasi in posizione orizzontale per il
classico “tuffo” (come si dice in questi casi, e come ha esclamato il
commentatore di SKY: “si è buttato”).
Naturalmente,
questa non è una “cronaca” di una partita di calcio (che qui finirebbe), ma un
articolo di analisi ed approfondimenti di argomenti sportivi.
Cominciamo
col punto A: gol di
Nocerino o autorete di Rossettini?
Chi
scrive propenderebbe per il gol di Nocerino perché la deviazione c’è stata, ma
non talmente evidente da determinare il gol. Intendo dire che il portiere è
rimasto, sì, ingannato dalla deviazione, ma non totalmente (era ancora in piedi
quando il pallone era in prossimità della linea del gol) e con una maggiore
attenzione e con adeguato scatto di reni forse sarebbe stato in grado di
intercettare il pallone.
Veniamo
al punto B: rigore?
Chi
scrive, come probabilmente anche la generalità degli spettatori televisivi, sul
momento non aveva notato alcunché, se non la posizione strana del portiere.
Ora,
accertato, con i replay televisivi,
che, invece, si tratta di una gran “furbata” tendente ad ingannare, come in
effetti è accaduto, l’arbitro, ritengo che il fatto debba essere trattato dalla
giustizia sportiva (se esiste ancora...) alla stregua di come fu trattato un
caso analogo occorso un paio di stagioni or sono, al calciatore della Juventus
Krasic, che, nel corso della partita Bologna-Juventus, si lasciò andare
ottenendo, appunto, il rigore con analoga furbata. La giustizia sportiva, anche
a seguito di una campagna di stampa alquanto
estesa ed accanita, comminò a Krasic tre giornate di squalifica, sulla
base del cosiddetto procedimento della “prova televisiva”.
E
qui, occorre approfondire.
Intanto,
va rilevato cosa e come si esprime La Gazzetta
dello Sport, nell’edizione telematica di questa mattina, sui due punti
sopra trattati: nulla, proprio nulla. Tutto normale. Non è accaduto nulla.
Cecità assoluta? Ignoranza delle regole del gioco? O “abuso di potere”, come
direbbero i giuristi, per falsa rappresentazione della realtà?
Non
ci credete? eccovi l’articolo:
L’arbitro
concede il rigore. Il Milan doveva vincere. Il Milan ha vinto. È primo in
classifica. Tutto normale. Fine.
L’autore
di questo articolo e il Direttore responsabile della testata giornalistica, andrebbero
penalizzati da chi di dovere.
Ora,
attendiamo il giudice sportivo.
Ultima
considerazione: il portiere Brkic, appena ha visto Boateng a terra, ha subito
alzato le mani affermando di non averne
provocato la caduta. Altrettanto hanno fatto i compagni di squadra. Il
quartetto arbitrale non ha creduto alle proteste. Tutti ciechi?
Ma
andiamo oltre. Si presume, ovviamente, che i quattro addetti al regolare svolgimento
della partita non abbiano visto nulla; ma perché non dare credito alle proteste
dei giocatori (soprattutto, in questo caso, al portiere) o, almeno, confrontarsi
tra di loro per approfondire l’accaduto? Nulla di nulla.
Ma
perché accade questo?
Chi
scrive ritiene che una delle cause della evidente repulsione degli arbitri
italiani a ridiscutere o rivedere una decisione discenda proprio dal
comportamento ormai generalizzato degli atleti: non c’è fischio arbitrale che non
venga contestato, con gesti e con parole spesso chiarissime (e qui non
ripetibili...). Con questi comportamenti, come distinguere la protesta giusta
da quella falsa?
Per
farla breve: chi semina vento, raccoglie tempesta.
Naturalmente,
l’argomento è alquanto meritevole di analisi più approfondite che pensiamo di
svolgere in un prossimo articolo.
Intanto,
come già detto, aspettiamo di capire se anche il giudice sportivo è affetto da
cecità acuta.
Aldo
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