domenica 18 dicembre 2011

Milan-Siena: un 2-0 molto discutibile


La partita di ieri sera sabato 17 dicembre, anticipo della sedicesima giornata del campionato di calcio serie A, apparentemente senza storia per la diversità dei valori in campo, ha riservato, invece, alcuni spunti importanti per analisi critiche e costruttive:

A-   primo gol del Milan segnato da Nocerino, su rinvio dei difensori del Siena a seguito di calcio d’angolo,  con botta dai 25 metri.
La  diretta televisiva lasciava qualche dubbio, perché, in effetti, si vedeva immediatamente la posizione strana del portiere del Siena come se stesse per tuffarsi sulla destra, mentre, invece, il pallone, non molto violento a fine traiettoria, si insaccava sulla sinistra. Ai  cronisti di SKY, tuttavia, il dubbio di qualche deviazione è sorto immediatamente; ed infatti il replay ha mostrato che almeno una deviazione, determinante sui movimenti del portiere (che, perciò, era pronto a tuffarsi sulla destra, invece che sulla sinistra), c’era stata. Tant’è che l’argomento in discussione tra i cronisti di SKY non era questo, ma se c’erano state due, e non solo una deviazione da parte dei difensori del Siena;

B-   secondo gol del Milan, segnato su calcio di rigore.
La diretta televisiva, ha dato l’impressione, almeno a chi scrive, che il rigore ci fosse tutto. Perchè il portiere del Siena nell’uscita a valanga verso Boateng, non toccava la palla, mentre Boateng rovinava a terra.
Ma, anche qui, i cronisti di SKY hanno immediatamente avanzato dubbi; soprattutto l’addetto al commento tecnico, ha subito esclamato: “si è buttato”.
Il replay ha in effetti dimostrato che, quando il ginocchio di Boateng ha toccato la mano del portiere (e non viceversa!) lo stesso Boateng era già quasi in posizione orizzontale per il classico “tuffo” (come si dice in questi casi, e come ha esclamato il commentatore di SKY: “si è buttato”).

Naturalmente, questa non è una “cronaca” di una partita di calcio (che qui finirebbe), ma un articolo di analisi ed approfondimenti di argomenti sportivi.

Cominciamo col punto A: gol di Nocerino o autorete di Rossettini?
Chi scrive propenderebbe per il gol di Nocerino perché la deviazione c’è stata, ma non talmente evidente da determinare il gol. Intendo dire che il portiere è rimasto, sì, ingannato dalla deviazione, ma non totalmente (era ancora in piedi quando il pallone era in prossimità della linea del gol) e con una maggiore attenzione e con adeguato scatto di reni forse sarebbe stato in grado di intercettare il pallone.

Veniamo al punto B: rigore?
Chi scrive, come probabilmente anche la generalità degli spettatori televisivi, sul momento non aveva notato alcunché, se non la posizione strana del portiere.
Ora, accertato, con i replay televisivi, che, invece, si tratta di una gran “furbata” tendente ad ingannare, come in effetti è accaduto, l’arbitro, ritengo che il fatto debba essere trattato dalla giustizia sportiva (se esiste ancora...) alla stregua di come fu trattato un caso analogo occorso un paio di stagioni or sono, al calciatore della Juventus Krasic, che, nel corso della partita Bologna-Juventus, si lasciò andare ottenendo, appunto, il rigore con analoga furbata. La giustizia sportiva, anche a seguito di una campagna di stampa alquanto  estesa ed accanita, comminò a Krasic tre giornate di squalifica, sulla base del cosiddetto procedimento della “prova televisiva”.
E qui, occorre approfondire.
Intanto, va rilevato cosa e come si esprime La Gazzetta dello Sport, nell’edizione telematica di questa mattina, sui due punti sopra trattati: nulla, proprio nulla. Tutto normale. Non è accaduto nulla. Cecità assoluta? Ignoranza delle regole del gioco? O “abuso di potere”, come direbbero i giuristi, per falsa rappresentazione della realtà?
Non ci credete? eccovi l’articolo:

L’arbitro concede il rigore. Il Milan doveva vincere. Il Milan ha vinto. È primo in classifica. Tutto normale. Fine.
L’autore di questo articolo e il Direttore responsabile della testata giornalistica, andrebbero penalizzati da chi di dovere.
Ora, attendiamo il giudice sportivo.
Ultima considerazione: il portiere Brkic, appena ha visto Boateng a terra, ha subito alzato le mani affermando  di non averne provocato la caduta. Altrettanto hanno fatto i compagni di squadra. Il quartetto arbitrale non ha creduto alle proteste. Tutti ciechi?
Ma andiamo oltre. Si presume, ovviamente, che i quattro addetti al regolare svolgimento della partita non abbiano visto nulla; ma perché non dare credito alle proteste dei giocatori (soprattutto, in questo caso, al portiere) o, almeno, confrontarsi tra di loro per approfondire l’accaduto? Nulla di nulla.

Ma perché accade questo?
Chi scrive ritiene che una delle cause della evidente repulsione degli arbitri italiani a ridiscutere o rivedere una decisione discenda proprio dal comportamento ormai generalizzato degli atleti: non c’è fischio arbitrale che non venga contestato, con gesti e con parole spesso chiarissime (e qui non ripetibili...). Con questi comportamenti, come distinguere la protesta giusta da quella falsa?
Per farla breve: chi semina vento, raccoglie tempesta.
Naturalmente, l’argomento è alquanto meritevole di analisi più approfondite che pensiamo di svolgere in un prossimo articolo.
Intanto, come già detto, aspettiamo di capire se anche il giudice sportivo è affetto da cecità acuta.

Aldo

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