Chi
scrive ha già avuto modo di esprimersi, in tempi non sospetti, con valutazioni
alquanto critiche nei confronti della nostra Federica Pellegrini (vedi ”Le ultime
parole famose” e “Federica l’infedele”).
E non certo per le sue performance
atletiche, bensì per i suoi modi di essere, di fare, di dire.
Come gli sportivi, soprattutto appassionati di nuoto,
sapranno, poco prima dei recenti campionati Europei, la Pellegrini, col suo
comportamento, ha praticamente costretto il proprio (ennesimo) allenatore,
Bonifacenti, alle dimissioni; e ciò lo affermò lei stessa nel suo blog:
"Ragazzi purtroppo
lavorare con me non è semplice e soprattutto non è semplice lavorare
tranquillamente convivendo con tutto il circo mediatico che mi gira
attorno...Chi non è abituato scoppia e cosi è stato...ma va bene cosi... Un
abbraccio forte... Vi terrò
aggiornati...".
Ora,
nella finale dei 400 s.l. (la sua specialità) dei campionati europei di nuoto tuttora
in corso, la Pellegrini è rimasta esclusa dalle medaglie, essendo arrivata
quarta, preceduta perfino da due atlete della Spagna!
Come
ogni bambino viziato (ma anche se non viziato, cioè solo perché bambino!),
Federica rifiuta le proprie colpe e si affanna alla ricerca di plausibili (?)
colpe altrui.
Ecco,
infatti, cosa scrive, ora, sul suo famigerato blog:
"Purtroppo io non mi invento le cose. Non mi sento di
prendermi tutta la responsabilità di questa sconfitta, come faccio normalmente.
Ho chiesto determinate cose all’inizio della stagione: non sono state fatte e
ora dobbiamo rimediare. Lui non ha accettato la mia fiducia condizionata al
fatto di metterlo alla prova qui, ma questi sono i risultati. Speravo di fare meglio,
però ho cominciato a costruire questa gara troppo tardi. Parlo di resistenza
alla velocità. Io volevo certe cose, ma se il tuo allenatore ti risponde ‘‘abbi
fiducia’’ o ‘‘tranquilla, le facciamo’’, una si fida. Le mie non erano
richieste a caso, ma di una campionessa che ha vinto e vuole continuare a
riuscirci. Sembrava che la stupida fossi io. Eh no".
Uno sproloquio senza testa né coda; un miscuglio di ipotesi e presunte motivazioni senza
filo logico e senza connessione con la realtà dei fatti, come sono realmente
accaduti e come li ha raccontati “l’altra
campana”.
Disse infatti Bonifacenti, all’indomani della
separazione:
“Confermo di aver comunicato a Federica
Pellegrini, in via del tutto personale, di voler sospendere la conduzione
tecnica della sua preparazione. Per chiarezza, le motivazioni alla base della
decisione afferiscono alla difficoltà di conciliare tra Verona e Roma i
necessari e delicati periodi di allenamento. Mi rendo conto che motivazioni
comprensibili di carattere personale portano Federica a una particolare
propensione verso Roma (dove si
trova, assieme a Milano, il “circo mediatico”, ndr) modificando le sue
abitudini”.
Dice, ora, lo stesso Bonifacenti, chiamato maldestramente
(per non dir di peggio) in causa dalla Pellegrini, per la figuraccia appena
conclusa:
"Poco prima di rompere aveva detto a tutti che era soddisfatta di me. Io non ero d’accordo sul su e giù con Roma. Questo deludente quarto posto è stato un primo insistente campanello d'allarme, ma se Federica non saprà ascoltarlo a Londra (cioè alle prossime Olimpiadi del 2012, ndr) la situazione sarà tutt'altro che piacevole”.
La realtà (quindi, la verità) è molto
semplice: raggiunta la maturità fisica (non certo intellettuale ed etica), la
Pellegrini ha “scoperto” le delizie reali del piacere, e quelle surreali di ciò
che lei chiama “circo mediatico”. E si è lasciata andare all’uno e all’altro, in
conseguenza, appunto, del mancato sviluppo intellettivo conforme allo sviluppo
fisico.
Tutto qui: queste sono, messe in chiaro, le
reali motivazioni che Bonifacenti ha evidenziato in forma necessariamente criptica, quando ha
affermato: “Mi rendo conto che motivazioni... di carattere personale
portano Federica ad una particolare propensione verso Roma...” (si intende: verso il
“circo mediatico”, invece di restare a
Verona ad allenarsi seriamente).
Fine (ingloriosa) di una campionessa?
Aldo
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