Come
ormai è noto, le dichiarazioni ufficiali riportate dalla generalità degli
organi di stampa, sono concordi: il “tavolo della pace” si è risolto con un
nulla di fatto.
Qualcuno
(come lo scrivente) ha anche fatto rilevare che si è trattato addirittura di
uno sperpero di pubblico denaro, considerato che il “nulla di fatto” era
abbondantemente ed agevolmente previsto e prevedibile.
Ha
fatto eccezione, ieri, Tuttosport,
che ha riportato, in bella evidenza, in prima pagina:
“Ecco
il documento che cancella Calciopoli”
Spinti
dalla curiosità, derivante dalla ormai pluriennale dimestichezza con questo affaire, siamo andati a leggere e, prima
di commentare, ne riportiamo il contenuto letteralmente, nonché il link perché
anche i lettori di questo articolo possano prendere coscienza di cosa si tratta:
“[...] Convinti che il fenomeno chiamato
Calciopoli – contraddistinto da comportamenti deliberati o solo indotti da
clima di quel periodo e a prescindere dalle sentenze e dalle decisioni sin qui
assunte dagli organi competenti – rappresenta nel suo insieme il periodo più
oscuro nella storia del calcio italiano considerato che gli stessi organi
federali di allora seguirono le logiche condizionate dal momento adottando in qualche caso
provvedimenti che in circostanze diverse e con analisi più complete e
approfondite, avrebbero potuto avere forme e contenuti differenti”.
Ora,
prima di analizzare il contenuto del “documento”, vorremmo far notare:
·
in
realtà non si tratta di un “documento”; o, almeno, non è un documento
ufficiale; Tuttosport, infatti, afferma di avere il documento, ma si affretta
a chiarire che non è uscito dal “tavolo della pace”;
·
se
non è uscito dal “tavolo”, da dove è uscito? Chi lo ha redatto? Possibile che
ciò che gira intorno all’affaire
Calciopoli debba costantemente essere oggetto di misteriose vicende?
·
come
mai di questo “documento” (non ufficiale) parla, affermando di “possederlo”, solo
Tuttosport (notoriamente, quotidiano
sportivo di Torino, che di Calciopoli fa una battaglia vitale, a difesa della
Juventus) e nessun altro quotidiano? La cosa appare alquanto sospetta, è ovvio.
Tuttavia, stante la clamorosità e le conseguenti responsabilità che ne
potrebbero derivare anche alla stessa testata giornalistica, siamo portati a
credere che “qualcosa” in realtà, esiste.
Ma,
supponiamo per un istante che tale “documento”, pur non essendo ufficiale,
riporti fedelmente il comunicato che si intendeva ufficializzare, ma che, per
l’opposizione di qualcuno seduto al tavolo (peraltro, ben individuabile da chi
conosce le vicende...) non è diventato tale.
E
cerchiamo di analizzarne il contenuto:
1.
“[…] Calciopoli, contraddistinto da
comportamenti deliberati o solo indotti da clima di quel periodo”
Per la prima volta emerge un concetto: “comportamenti
indotti dal clima di quel periodo”. Cosa vorrà dire? Non difficilmente,
riteniamo: nella gestione di “Calciopoli” ci sono stati (anche) comportamenti
illegali, ”indotti dal clima” che si era
creato in quei frangenti.
Quale “clima”? Non certamente quello meteorologico (era
l’estate del 2006, e il “clima” era generoso)! Bensì il clima di avversità
sportiva creatasi negli anni, nei confronti del club calcistico Juventus (e di
alcuni suoi dirigenti), colpevole di null’altro se non di essere “troppo” forte
e “troppo” vincente. Questa avversità emergeva in tutta evidenza non solo nella
generalità dei tifosi (ovviamente, non juventini), donde le famigerate t-shirt
“Rubentus” (molto sintomatico...) andavano a ruba, ma, soprattutto, anche in
alcune testate giornalistiche: in primis La Gazzetta dello Sport, il cui
Direttore dell’epoca, creò addirittura il fantasioso termine “Moggiopoli”, non
accorgendosi (o non volendo accorgersi?) che, in realtà, era il calcio, nella
sua generalità, malato (donde: ”Calciopoli”), come troppo tardi, a prescrizione
(volutamente?) intervenuta, emerso con la relazione di Palazzi (luglio 2011).
Infine, trova plateale conferma quel che disse un
giudice partecipe della sentenza finale che condannò la Juve: “abbiamo
deciso tenendo conto della volontà popolare”. Se c’era ancora qualche
dubbio, ora non più.
2.
“[…] Considerato che gli stessi organi
federali di allora seguirono le logiche condizionate dal momento”
Ripetiamo: se questo “documento”, non ufficiale,
riporta fedelmente il contenuto di quello che doveva diventare ufficiale, siamo
veramente di fronte a quello che dice Tuttosport: questo (pseudo)documento
“cancella Calciopoli”.
Ma non basta. Qui non solo si cancella Calciopoli,
ma si dichiarano apertamente le responsabilità della Federazione (FIGC, cioè
Abete e precursori) e dello stesso CONI (cioè Petrucci), responsabile della
scelta dirompente di nominare il faccendiere Guido Rossi quale Commissario
straordinario per gestire “Calciopoli”.
3.
“[…] Adottando in qualche caso
provvedimenti che in circostanze diverse e con analisi più complete e
approfondite, avrebbero potuto avere forme e contenuti differenti”
È il
de profundis di Calciopoli, perché qui
emergono le responsabilità per le decisioni, le delibere e le sentenze adottate dagli organi federali che, si
ribadisce, furono assunte senza “analisi
più complete e approfondite”: quindi, con superficialità inconcepibile
soprattutto per gli Organi di Giustizia sportiva.
Va
notato e sottolineato che, anche qui, per la prima volta, emerge il concetto di
“analisi non complete e non approfondite”
che hanno costituito la base delle decisioni, delle delibere e delle
sentenze degli organi federali. Infine, si afferma sempre per la prima volta e
con parole chiarissime, che le decisioni e le sentenze di Calciopoli (soprattutto
la “distruzione” della Juventus) “avrebbero potuto avere forme e contenuti
differenti”.
Conclusione
Chi
scrive è scettico: non sembra vero, che, tutte insieme e in poche righe, siano state
riassunte e, contemporaneamente, chiaramente
evidenziate, le molteplici discrasie, di vario genere (“nel suo insieme...”), emerse fino ad ora e che ormai sono
diventate patrimonio culturale di chi segue costantemente la vicenda
Calciopoli.
Ma
di una cosa si può essere certi: se qualcosa di vero contiene questo documento,
ci saranno, a breve, conseguenze (denunce) sulla giustizia ordinaria penale per
cui Calcipoli non solo non si potrà dire “cancellata”, ma incancrenita. Fino a
quando gli organi di giustizia (ordinaria, perché quella sportiva si è
dichiarata spudoratamente “fuori”) non faranno veramente giustizia.
Altro
che il “buon senso” tanto conclamato dal Presidente del CONI Petrucci…
Solo
la “giustizia”, con l’emergere e la condanna delle responsabilità, può portare
ad una vera pacificazione.
Diego
Della Valle denuncia Guido Rossi. A confermarlo è lo stesso patron della
Fiorentina sul sito della società:
“Ho conferito mandato
ai miei legali di agire, nelle sedi competenti, nei confronti dell’allora
Commissario Federale Guido Rossi e di altri per la gestione assunta dagli
stessi durante il processo sportivo di Calciopoli celebrato nell’estate 2006.
Le azioni legali verranno avviate per censurare i comportamenti assunti dagli
stessi nella gestione del processo sportivo”.
484
caratteri (il cuore del comunicato), virgolette escluse, che avrebbero fatto la
rivoluzione, non la revisione di Calciopoli: è il testo finale del comunicato
congiunto che Gianni Petrucci voleva e poteva far firmare alle parti al tavolo
politico (perché la pace ci può essere solo se c’è giustizia).
Aveva
ragione Diego Della Valle primogenitore dell’idea del tavolo: la parola
“frettoloso” accanto al riferimento ai processi sportivi del 2006 manca, eppure
proprio quel termine e il sostantivo da cui deriva l’aggettivo, fretta, è stato il leit motiv della
convention di 300 minuti al Coni. Un leit motiv condiviso, anche implicitamente
da tutti gli astanti. La parola frettoloso
non l’avrebbe firmata mai, Moratti, perché le parallele senza convergenza
possibile sono sembrate quelle del patron interista e del suo ex consigliere
d’amministrazione in nerazzurro e amico, Diego Della Valle. Che è imbelvito da
questa estate per la scoperta di telefonate sparite fino alla prescrizione, di
baffi spuntati e tagliati prima del loro inserimento in quelle informative che
hanno inchiodato anche la sua Fiorentina. E lasciato a goderne Inter, Roma e
Messina.
Va
fatta un’esegesi, però, di quelle 7 righe dattiloscritte che Tuttosport è in
grado di fornirvi nella versione definitiva eppure abortita al Tavolo. Va anche
radicata, ogni singola frase, nella storia, riletta alla luce di quanto successo
prima, durante e dopo il periodo maggio-luglio 2006. Ricordando sempre la
figura centrale nella vicenda di Guido Rossi .
“NEL SUO INSIEME” – Dopo l’intro che certifica il fatto che di Calciopoli si tratti, e che intende diversificare il tipo delle responsabilità e dei comportamenti (“deliberati o solo indotti”) e delle sentenze rese (con relative decisioni, anche quella dello scudetto 2006), ecco la prima svolta semantica partorita dal Coni di fronte alla federazione protagonista e interessata (al tavolo c’erano Abete e il dg Valentini). Quel periodo “nel suo insieme” rappresenta la pagina più oscura nella storia del calcio italiano. Nel suo insieme ricomprende - oltre ai fatti sanzionati: perché la Juve ha scontato! - il modo in cui si indagò, in cui si esclusero indizi di prova per un processo purificatore del calcio tutto, si selezionò. Rileggetevi interrogatori (cfr. Bergamo all’Ufficio indagini, 8 giugno 2006: “Parlavo con tutti” e fa i nomi), interviste come quelle di Tavaroli, Cipriani e Nucini (maggio-giugno 2006: indagine in corso) e passi delle stesse informative (Bergamo parla con la Fazi di incontri con Moratti, Spinelli e con Pairetto dei rapporti con Governato emissario di Corioni).
“NEL SUO INSIEME” – Dopo l’intro che certifica il fatto che di Calciopoli si tratti, e che intende diversificare il tipo delle responsabilità e dei comportamenti (“deliberati o solo indotti”) e delle sentenze rese (con relative decisioni, anche quella dello scudetto 2006), ecco la prima svolta semantica partorita dal Coni di fronte alla federazione protagonista e interessata (al tavolo c’erano Abete e il dg Valentini). Quel periodo “nel suo insieme” rappresenta la pagina più oscura nella storia del calcio italiano. Nel suo insieme ricomprende - oltre ai fatti sanzionati: perché la Juve ha scontato! - il modo in cui si indagò, in cui si esclusero indizi di prova per un processo purificatore del calcio tutto, si selezionò. Rileggetevi interrogatori (cfr. Bergamo all’Ufficio indagini, 8 giugno 2006: “Parlavo con tutti” e fa i nomi), interviste come quelle di Tavaroli, Cipriani e Nucini (maggio-giugno 2006: indagine in corso) e passi delle stesse informative (Bergamo parla con la Fazi di incontri con Moratti, Spinelli e con Pairetto dei rapporti con Governato emissario di Corioni).
Aldo
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