Grazie a un link di un mio amico mi è capitato di imbattermi nella seguente pagina Web:
La tesi che si vuole dimostrare in quel sito è che Kobe Bryant sia già “migliore” di Michael Jordan. Se poi cliccate su “Begin Slideshow”, dalla numero 10 alla numero 1, vi compariranno le 10 argomentazioni per le quali, per l’autore del sito, Kobe è appunto meglio di Jordan.
Al di là della difficoltà di confrontare personaggi e giocatori di epoche diverse – ma neanche troppo, in questo caso –, per uno cresciuto con le immagini di MJ nelle finali NBA degli anni ’90 leggere cose simili ha fatto alzare il sopracciglio, alla Ancelotti. Con tutto il bene che si può dire ovviamente di Bryant, il giocatore che di avvicina comunque di più a MJ, che io ho però sempre ritenuto di un altro pianeta.
Mi lancio allora in una obiezione della tesi sostenuta, attaccando una per una le 10 argomentazioni per poi finire con una personalissima considerazione (in corsivo le argomentazioni dell’autore del sito, la mia risposta in caratteri classici):
10. Nessuno stop in carriera
MJ: si è ritirato due anni per giocare a baseball, poi dopo il repeat-the-threepeat si è ritirato di nuovo perché sapeva che la sua squadra si stava sfaldando.
Kobe: ha giocato sempre nei Lakers, nelle belle come nelle brutte stagioni.
Al di là del fatto che è molto più facile fare la “bandiera” ai Lakers che ai Bulls, dal momento che la città (e la squadra) è la metà più ambita della lega dai giocatori e quindi c’è più possibilità di avere dei campioni in squadra e conseguentemente un bel roster, io direi proprio che MJ può essere considerato una bandiera dei Bulls: non scordiamoci gli anni precedenti al primo titolo conquistato. Vero è che poi si è ritirato due volte, per poi addirittura giocare per un’altra franchigia, però la sua immagine rimane indelebilmente quella legata ai Chicago Bulls.
9. Tiri liberi e tiri da 3
MJ: in carriera, ha tirato con l’83,5% ai liberi e con il 32,7% da tre.
Kobe: in carriera, ha tirato con l’83,8% ai liberi e con il 34,1% da tre.
Stiamo parlando di niente.
8. Derek Fisher non è Scottie Pippen
MJ: Pippen, l’unico giocatore che c’è sempre stato negli anelli di MJ, era illegale.
Kobe: Fisher, il compagno di più lungo corso ad aver giocato al fianco di Kobe, è stato ed è un buon giocatore, ma non ai livelli di Pippen. Inoltre Kobe ha visto cambiare molte volte la sua squadra.
Sì, è vero che Pippen è stato una delle “spalle” più forti della storia della NBA, ma comunque non si gioca in due, si gioca in 5 e poi c’è anche la panchina… Ah: Shaq?
7. Più cambiamenti nello staff
MJ: ha avuto alcuni cambiamenti in squadra.
Kobe: ne ha avuti molti, ma molti di più, da Kwame Brown a Payton, da Shaq ad Adam Morrison.
Vero, verissimo. Anzi, MJ tentava sempre di fare in modo che i suoi fedelissimi restassero. Un punto a favore di Kobe, se volete, ma non credo che sposti quanto altri fattori che si stanno discutendo.
6. Più competizione
MJ: squadre molto forti da affrontare.
Kobe: ha dovuto fronteggiare i Pistons e soprattutto gli Spurs, un’altra mini-dinastia, se volete, come la regular season di quest’anno sta dimostrando.
Boh, come dice l’autore stesso, è una questione di difficile soluzione: ai tempi del primo three-peat di MJ c’erano ancora – anche se in fase calante – i Lakers di Magic, i Celtics di Bird, i Suns di Barkley; ai tempi del secondo soprattutto i Jazz di Stockton e Malone, più che i Sonics di Kemp. Difficile dire l’ultima parola al riguardo.
5. I premi da MVP sono fuorvianti
MJ: vinti 5.
Kobe: vinto 1. Vuol davvero dire che Kobe è stato il miglior giocatore dell’NBA una volta sola? Ovviamente no. Il premio da MVP è fuorviante, a meno che non consideriate le carriere di Nowitzki e Iverson al livello di quella di Kobe.
Ovviamente Bryant sopra Nowitzki e anche ad Iverson (chissà però con The Answer a LA e il Black Mamba a Phila come sarebbero andate le cose): fatto sta che se vuoi perorare la causa di Kobe, dovresti tenerti il più lontano possibile dall’argomento MVP. Magari non è così importante come si può pensare, ma è per forza un punto a favore di MJ.
4. Kobe è la grande stella, non Shaq
La vecchia questione contro Bryant era: “Kobe ha vinto 3 titoli grazie a Shaq”. A tutto il 2010, Kobe ha 5 anell contro i 4 di Shaq, ed è stato la stella di entrambe le squadre, mentre Shaq a Miami era la spalla di Wade. Non sto dicendo che Kobe avrebbe comunque vinto i titoli senza Shaq, ma semplicemente che non li ha vinti solo grazie a Shaq.
Ma non si parlava di Kobe vs MJ? Comunque, questa della vecchia storia contro Kobe per cui i primi tre titoli li ha vinti grazie a Shaq rappresenta un nervo scoperto per i “kobisti”: chiaro ed evidente che la differenza in quella squadra di LA la faceva avere The Most Dominant Ever nelle due aree del campo, e non la classe e l’atletismo dei tempi di Kobe. D’altra parte, lo ammette lo stesso autore: Kobe non avrebbe mai vinto quei tre titoli senza Shaq, ma nemmeno con un altro al posto di Shaq, perché in quegli anni in cui Shaq era in forma fisica era davvero straripante fisicamente.
3. Giocare infortunato
MJ: dopo la stagione del 1986, nella quale si ruppe il piede e saltò 64 partite, Jordan non ha mai sofferto di infortuni davvero debilitanti come Kobe. Certo, ha dominato nel corso della sua carriera, a dispetto di alcuni piccoli infortuni, e c’è stata anche la famigerata “flu game” delle Finali del 97.
Kobe: ha dovuto sopportare 3 operazioni chirurgiche al ginocchio – di cui una questa estate –, ha giocato con il morbillo e con infortuni al dito indice della mano destra, a causa del quale doveva giocare con un pesante bendaggio alla mano. Piccolo vantaggio per Kobe in questa categoria.
Già, forse sì, forse c’è un piccolissimo vantaggio per Kobe in questa categoria. Ma la citata “flu game” del 97 di His Airness potrebbe anche far pendere l’ago della bilancia dalla parte di MJ, considerando proprio che si trattava di una serie di finale. Io metterei una X su questo fattore.
2. Kobe è forse il miglior Laker di sempre
Recentemente, questo dibattito si è ristretto a Kobe vs Magic. Chi è il migliore di sempre? Beh, anche se pensate che Magic sia stato migliore di Kobe, solo il fatto che Bryant entri a far parte di un discorso simile è una certificazione dei suoi traguardi. I Lakers sono la migliore organizzazione nella storia dello sport, e Bryant è forse il miglior Laker di sempre. Questo è un fattore importante.
No, non lo è. Lasciando perdere il confronto Magic vs Kobe (più difficile da fare che MJ vs Kobe, per via dell’unicità di Magic come giocatore e come storia personale e nella lega), e il fatto che non tutti gli osservatori saranno d’accordo nel restringere la rosa dei candidati al premio di miglior Laker a questi due signori, si era partiti da un confronto tra Bryant e Jordan! Certo, i Lakers hanno avuto tra le loro fila un numero di grandissimi giocatori, paragonabile solo a quello dei Celtics forse, sicuramente più dei Bulls, ma questo non influisce minimamente a mio parere sul merito della discussione.
1. Nessun giocatore è un One-Man Show, ma Jordan aveva a disposizione un supporting cast migliore
Hanno giocato entrambi al fianco di ottimi, grandi giocatori, addirittura All-Stars e Hall of Famers. Ma…
MJ: ha giocato con 3 All-Stars (Pippen, Rodman e Grant), 2 tra i migliori difensori della NBA (Rodman e Pippen), uno dei migliori 50 giocatori di tutti i tempi della NBA (Pippen) e 2 ottimi tiratori da 3 (Kukoc e Kerr).
Kobe: ha avuto ragazzi come Shaq, Pau Gasol, Fisher, Lamar Odom, eccetera. Kobe ha avuto meno aiuto di Jordan.
Mai nella vita! A mio modo di vedere il supporting cast dell’ultimo anello di Kobe è di extra-lusso: 2 torri sotto canestro (Bynum e Gasol), forti sia tecnicamente che fisicamente in attacco e in difesa, di cui uno dei due è senza dubbio uno dei (se non il) miglior lungo della lega (Gasol, ovviamente); Artest, che gli difende sui migliori attaccanti avversari; Fisher, grande tiratore da 3; un all-around player dalla classe cristallina che farebbe 25 di media in moltissime franchigie, come Lamar Odom. Tutti All-Star, forse tranne Bynum, ma solo per via di una carriera tempestata di infortuni. Se vogliamo poi andare ai primi anelli, allora anche Kobe aveva in squadra uno dei migliori 50 giocatori di sempre della Lega (O’Neal).
Più in generale, la sensazione che mi ha sempre dato Jordan (chissà forse ero più piccolo e quindi più suggestionabile) era quella di un giocatore su cui potevi difendere al 100% e lui poteva segnarti in faccia lo stesso di straccio. Quando la palla scottava, c’era da fare un buzzer-beater o c’era da mettere il tiro decisivo, Jordan mi dava quella sensazione di ineluttabilità del destino (in realtà molti ne ha anche sbagliati in carriera, ovviamente) del pallone: se mai mi fossi ritrovato nelle condizioni di giocarmi la vita in un tiro finale, la palla l’avrei sempre data a Jordan.
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