Per chi prendeva il Manchester United al videogioco Championship Manager 94/95 solo perché c’erano lui e Cantona, vederlo essere ancora il migliore campo in un quarto di finale della Champions League di 17 anni dopo fa un po’ impressione, specie se si considerano i ritmi ai quali hanno giocato Manchester e Chelsea, lontani anni luce da quelli che siamo abituati a vedere sui campi di Serie A.
Ryan Giggs, 38 anni a novembre, ha giocato ieri la sua partita numero 870 con la maglia dei Red Devils e, ancora una volta, è riuscito a risultare decisivo per il risultato finale, grazie a 2 assist su 2 gol della sua squadra. Il primo gol è quasi tutto suo, anche se negli almanacchi ci è finito il nome del Chicharito Hernandez (e, se si vuole, parte del merito è anche di O’Shea): davvero impossibile per il messicano sbagliare da quella posizione; il secondo gol invece nasce da un’azione di transizione condotta magistralmente dallo United, prima da Rooney, poi dallo stesso Giggs, che aspetta il momento giusto per servire l’inserimento del coreano Park Ji Sung, il quale però ci mette del suo, stoppando bene e calciando perfettamente col sinistro di controbalzo sul secondo palo.
Vogliamo aggiungere altra carne al fuoco? Bene: il gol più importante ai fini della qualificazione dello United sul Chelsea è stato forse quello di Rooney all’andata, che ha permesso ai Red Devils di sbancare lo Stamford Bridge. Chi ha fatto l’assist? Fate pure 3 su 3…
Quello che stupisce di più nella carriera di questo giocatore è come sia riuscito a crescere a livello tecnico-tattico, mutando i suoi punti di forza nel tempo: ala sinistra pura tutta corsa e dribbling ai primi tempi della sua carriera (vedere il link sotto per credere), giocatore a tutto campo dotato di un’intelligenza calcistica incredibile e di un sinistro sopraffino nella seconda parte della sua carriera, proprio quando le forze atletiche gli sono venuto giocoforza a mancare – almeno rispetto alle altre ali e terzini più giovani e fisici.
Storico gol all’Arsenal nella semifinale di FA Cup del 1999:
http://www.youtube.com/watch?v=hrOyedpeZnk
Allargando il discorso alle due squadre, duole dirlo, ma Sir Alex ha dato una bella lezione al nostro Carletto: il Manchester ha ampiamente meritato la qualificazione per il gioco espresso in campo, sia all’andata che soprattutto al ritorno, al di là di alcuni episodi che avrebbero potuto cambiare le carte in tavola (il salvataggio di Evra sulla linea su Lampard e il chiaro rigore non concesso per fallo dello stesso Evra su Ramires, all’andata soprattutto). Il Chelsea di Ancelotti ha evidenziato il difetto più ricorrente nelle squadre allenato dal tecnico reggiano: la mancanza di velocità nella manovra. Ogni volta che i Blues tentavano di ripartire, i Red Devils erano pronti a pressarli alti, oppure a chiudersi nella loro trequarti, non lasciando spazi a Lampard e soci.
Il Manchester invece si candida prepotentemente alla conquista della Champions: squadra forse leggermente sottovalutata dagli osservatori (strano, eh?), sta conducendo la Premier da parecchi mesi, non incantando; ma da qualche tempo pare stia trovando brillantezza e sempre più fiducia nei propri mezzi, con in più i vari Nani e Rooney ai livelli migliori. La semifinale, che sia contro lo Schalke o contro l’Inter, li vedrà favoriti per giocarsi la finale “in casa” a Wembley.
I gol del ritorno del quarto di finale di Champions League, Man UTD – Chelsea 2-1
http://www.youtube.com/watch?v=P8HqB_IBH-8
L’altro quarto di finale? Beh, alzi la mano chi si aspettava una rimonta dello Shakhtar contro quella macchina da gioco che è il Barça dopo il 5-1 dell’andata. Il Barcellona ha vinto 0-1 con gol di Messi, che ha battuto il proprio record personale di reti stagionali, arrivando a quota 48 con la rete di ieri sera. La squadra allenata da Lucescu a pensarci bene però aveva davvero le carte in mano per tentare lo sghetto, ma si è giocata la qualificazione all’andata, quando nei primi 12’ ha avuto 3 chiare occasioni da gol per passare in vantaggio, senza concretizzarne nemmeno una.
Questa sera i ritorni degli altri due quarti di finale: la qualificazione del Real è scritta nella pietra, quella dello Schalke un po’ meno, ma gli uomini di Ragnik sono ovviamente stra-favoriti per il passaggio del turno.
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