martedì 26 aprile 2011

Il Manchester virtualmente in finale

Scrivo virtualmente solo per pura forma, perché il ritorno a Old Trafford va ancora giocato, ma considerando il risultato dell’andata, sommato alle potenzialità e all’esperienza delle due squadre in campo, sarà pressoché impossibile per Raul e soci riuscire a centrare quella che sarebbe un’epica impresa e guadagnarsi la finale della Champions League.
            Il verdetto della Veltins Arena è stato di 0-2 per il Manchester United, che ha dominato per praticamente tutta la partita lo Schalke 04. Dopo un avvio abbastanza equilibrato, con tiri in porta da una parte e dall’altra (ma più pericolosi quelli dei Red Devils: ci è voluto subito un mezzo miracolo di Neuer su tiro di Rooney deviato da Uchida), la squadra di Sir Alex Ferguson si è impossessata del pallino del gioco, non mollandolo più fino al 90’; le uniche pochissime occasioni in cui lo Schalke 04 avrebbe davvero potuto fare male a Van der Sar sono state su un paio di calci d’angolo nel secondo tempo e quando un paio di volte è riuscito a recuperare palla nei pressi della metà campo: ma anche in queste poche occasioni, non sono state create nitide occasioni da rete.
            Grande personalità e voglia di vincere per il Manchester, che però fa anche girare la palla splendidamente sia a metà campo che sugli esterni, dove lo Schalke non ci ha davvero capito niente. Anche se stavolta Ferguson ha scelto di schierare Hernandez, arretrando Rooney, la manovra a centrocampo della squadra non ne ha risentito, anzi: Rooney che arretra, ed Evra che avanza formano, assieme al dinamismo di Park, alla sostanza di Carrick, alla classe e intelligenza di Giggs e agli scatti di Valencia (Sarpei avrà probabilmente gli incubi stanotte) una cerniera che unisce quantità e qualità da vendere.
            Se vogliamo trovare dei difetti alla prestazione dello United, si possono sottolineare gli errori sotto porta commessi nel corso del primo tempo, durante il quale il Manchester è giunto alla conclusione diverse volte (saranno 18 al termine della partita, di cui 11 nello specchio della porta) e altre volte ha sprecato senza nemmeno tirare in porta (Valencia e Hernandez sbagliano il passaggio per Rooney quando potevano provare anche il tiro in porta): certo, Neuer ha fatto la sua parte in questo, ma anche gli attaccanti in maglia rossa avrebbero potuto fare di più in alcune circostanze.
            Il primo gol al 67’: Rooney in questa posizione dietro alla prima punta parte leggermente spostato dalla sinistra e rientra (uno degli errori degli uomini di Ragnick è stato proprio quello di concedere troppo spazio a Rooney sulla trequarti), Giggs vede lo spazio e ci si inserisce, Rooney lo serve col filtrante e il gallese, a tu per tu con Neuer, riesce a far passare il pallone rasoterra sul secondo palo.
            Il secondo gol al 69’: in seguito a un lancio lungo di Giggs per Valencia, l’ecuadoregno riesce a sprintare e a servire in qualche modo centralmente un Hernandez in corsa, il quale, con l’esterno serve a Rooney l’assist per battere a rete dall’interno dell’area di rigore. Piatto destro sul primo palo, Neuer ancora una volta incolpevole.
            Da notare come ancora una volta, dopo il Tottenham, una squadra che ha in precedenza cacciato fuori un’italiana dalla competizione, prenda una vera e propria lezione da una delle squadre padrone del calcio europeo.

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