mercoledì 4 gennaio 2012

MALA TEMPORA CURRUNT 2: Petrucci e Abete

E’ per non dare l’impressione di essere stato imparziale (ce n’è stata fin troppa, di imparzialità, in questa storia di Calciopoli, per aggiungerne altra, sebbene assolutamente innocua...) con il precedente articolo, avente lo stesso titolo ma indirizzato solo a Moratti, Auricchio e (Guido) Rossi, che ci corre l’obbligo di fare analoghi “auguri” ai due supremi manovratori-responsabili di questo scandalo nazionale: il presidente del CONI, Gianni Petrucci ed il Presidente della FIGC, Giancarlo Abete.
Perché meritano i nostri (catastrofici) auguri per l’anno 2012? Ecco i perché.

Gianni PETRUCCI
Da buon politico sportivo, è da tempo immemore incollato sulla poltrona del massimo Organo sportivo italiano (il CONI, appunto). Al quarto mandato consecutivo che scadrà, guarda caso, nell’anno 2012 ma con segni premonitori disastrosi in ordine all’eventuale (sperato...) rinnovo del mandato, anche per quanto sarà qui di seguito evidenziato;
- è colui che ha personalmente disposto la scelta più catastrofica nella storia dello Sport italiano: quella di nominare, nel 2006, Commissario straordinario della FIGC, il faccendiere Guido Rossi, amico e già stipendiato (come Consigliere del CDA) dal Presidente dell’Inter Moratti, poi ricambiato (il Moratti) con l’assegnazione dello scudetto di Campione d’Italia del 2005/06 (donde, l’origine del vero, scandalo Calciopoli);
- è colui che ha dato in pasto ai media, all’indomani del ricorso risarcitorio della Juventus al Tar del Lazio, il grido (di dolore?, lo crediamo bene...): “il calcio è malato di doping legale”; preoccupato, con ogni evidenza, delle conseguenze che ne potrebbero derivare, per le proprie tasche (oltre, ovviamente, che per quelle dell’ amico Abete, di cui si dirà in appresso); ma non si accorge che tra i tanti Organi di Giurisdizione Sportiva, facenti capo, direttamente o indirettamente, al Coni (quindi, a Petrucci stesso) tutti (ripetiamo, senza timore di essere smentiti: tutti) si sono dichiarati “incompetenti” a risolvere il problema del trattamento (non ) paritario adottato dalla stessa giustizia sportiva o comunque da Organi sportivi dirigenti, ed emerso, con stupefacente evidenza, con la relazione Palazzi e nel corso del Processo di Napoli e costringedo, perciò, la Juventus a rivolgersi alla giustizia statuale (Amministrativa, per ora) per ottenere la giustizia negata dai giudici sportivi;
- è colui che, non riuscendo a trovare più un Santo cui rivolgersi per risolvere lo scandalo, ha pensato bene (cioè, male) di organizzare (utilizzando i soldi dei cittadini contribuenti...) un “tavolo della pace” che, fin dall’inizio, è parso una pia illusione, venendo vergognosamente ribattezzato come “tavolata” (a tarallucci e vino buono... dove solo si chiacchiera a buon prezzo, cioè a spese altrui, cioè, in questo caso, nostre);
- è colui che, nel corso di una dichiarazione televisiva sulla rete SKY del 16 Novembre scorso, in circa 20 minuti, ha ripetuto, per una dozzina di volte, la frase “col buon senso...” (di chi? Il suo, evidentemente), in chiara crisi nervosa che non gli consentiva di frenare la ripetitività ossessiva delle sue parole, fino alla frase finale: ”col buon senso, non occorre neppure la giustizia”, priva di significato reale e pronunciabile solo da chi, in stato confusionale, ha perso la percezione del significato delle parole.
Basta così; i lettori avranno già realizzato che, quanto sopra riportato, appare oltremodo sufficiente per pronosticare (augurare?) al Petrucci, nel 2012, solo quello che merita: cioè un catastrofico “ anno nuovo” ad iniziare dalla fine del suo mandato (se non lo dovesse, come ormai dovrebbe, licenziare, prima della scadenza, il Ministro dello Sport).

Giancarlo ABETE
È stato eletto presidente della FIGC il 2.4.2007, succedendo al breve periodo di commissariamento di Luca Pancalli, subentrato in FIGC, sempre nel 2006, dopo i disastri procedurali messi in atto da Guido Rossi nella gestione di Calciopoli;
- sembra avere il dono dell’ubiquità: è, infatti, un “sempre presente” dove ci sia un microfono ed una cameramen ; fateci caso: al termine dei primi tempi delle partite di calcio di una certa importanza, soprattutto se gioca la Nazionale, è ai microfoni per dire, in politichese, formalmente tutto, ma sostanzialmente nulla!
- il suo politichese è ormai una leggenda; se solo facesse qualche giretto in qualche bar di sportivi, arrossirebbe di vergogna nel sentire gli sberleffi e le battutacce coniate utilizzando le sue “ultime parole famose”!
- è l’uomo che disse: “l’etica non si prescrive”. Peccato che lui e Petrucci, avevano appena incassato, col loro comportamento dilatorio (relazione Palazzi del 1.7.2011 - ma l’avranno letta?) la prescrizione delle violazioni, non solo etiche ( cioè non solo dell’art. 1 - etica sportiva - ma, anche e soprattutto, dell’art. 6- illecito sportivo) del Codice di giustizia sportiva da parte dei dirigenti dell’Inter. Frase ad effetto, come si dice, e come tale caduta nel dimenticatoio; anzi, ormai chiaramente osteggiata, facendo ricorso all’altra famosa frase ad effetto del Petrucci: “col buon senso...” (il loro, immaginiamo);
- è (ancora) l’uomo che in questi giorni è tornato, col suo politichese ad effetto, dicendo: “la dignità non ha prezzo” e specificando, poi, riferendosi a se stesso: "di averlo dimostrato in tutti questi anni". Peccato, che dal dopo gestione di Guido Rossi, il nostro Abete abbia trascorso “tutti questi anni” in cui, assieme al Presidente del Coni Petrucci, hanno accuratamente omesso di cercare la verità, portandola a prescrizione, e, quando questa verità è venuta alla luce per meriti altrui, essi (Abete e Petrucci) hanno fatto come le famose tre scimmiette: non vedo, non sento non parlo; in ciò emulati dai loro organismi di giustizia sportiva tutti dichiaratisi “fuori” (cioè incompetenti). Questo è il vero scandalo di Calciopoli. E’ questa la “dignità”, secondo Abete (quindi, la sua!).
Anche qui, diciamo basta, perché ae qunchi i lettori si saranno sufficientemente informati per convenire che al Presidente della FIGC, Abete, non si può non prevedere (augurare?) un 2012 pieno di meritate catastrofi, a cominciare dal licenziamento per Commissariamento della FIGC per mano del competente Ministro dello Sport.


Mala tempora currunt, appunto.

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