
La Supercoppa
italiana 2012 ha creato problemi fin dalla scelta della sede di svolgimento. Gli
sportivi ricorderanno la diatriba tra la Juventus e De Laurentiis (non il
Napoli): la Juve chiedeva di giocare in Italia (ovviamente, escluse Torino e
Napoli). De Laurentiis, disse, invece, chiaramente, che intendeva optare per Pechino, perché,
così, poteva “promozionare” i suoi film in Cina (i soliti due piccioni con una fava!). Furbo.
La spuntò De
Laurentiis. E la Juve fece buon viso a cattiva sorte.
Una settimana
circa prima dell’evento, lo stesso De Laurentiis ci ripensò: voleva giocare
con i tifosi napoletani sulle tribune (cioè a Napoli o, comunque, in Italia). Ciò contro il parere della Juventus che, per organizzare la trasferta in Cina, aveva nel frattempo annullato la tournèe
negli USA. E prepotente.
Ma questa
volta la spuntò la Juventus: confermata Pechino.
Riportiamo
questi antefatti per cercare di dare una seppur minima spiegazione a quanto si è visto in RAI 1, nella trasmissione
della partita: i comportamenti da “furbi” e da “prepotenti”, che hanno
caratterizzato i narrati comportamenti
di De Laurentiis, si sono, infatti,
riversate sui giocatori in campo: la partita l’hanno impostata “sulla furbizia” e sulla “prepotenza”: ma diciamola tutta, a
chiare lettere (chi ha paura della verità?): è stata una indegna caccia all’uomo da parte dei giocatori napoletani (caccia, alquanto in anticipo rispetto alla vera attività venatoria...).
Un’ira
furibonda ha accecato i giocatori
napoletani, perchè, poco alla volta, si rendevano conto che il loro gioco non
“faceva presa” sugli avversari (che non reagivano alle “botte” contrariamente a
quanto si aspettavano - qui sta la “furbizia”, andata a vuoto...), ma la faceva (presa)
sul sestetto arbitrale, inizialmente
alquanto permissivo (ah, quel rigore non fischiato su Matri, quando si era
sullo 0-0!). Sestetto che, poi, intorno alla metà del secondo tempo, davanti alla recidività incattivita dei
giocatori napoletani, ha dovuto prendere atto (era, quindi, prima, nel periodo
di indulgenza eccessiva, che
l’arbitraggio è stato inadeguato) e
provvedere, correttamente, sebbene in ritardo, a sanzionare i falli ed a mostrare i cartellini gialli, prima,
rossi, poi, per la reiterata violenza dei falli e delle scorrettezze subite dai giocatori juventini, e dallo
stesso gruppo arbitrale.
Questa ira furibonda è la stessa che ha ispirato (si fa per dire...) l’articolista del Corriere dello Sport che ha
ricevuto la benedizione del suo Direttore (da poco tempo
passato da Tuttosport al Corriere dello Sport) con l’autorizzazione alla
stampa di una prima pagina che definire,
essa si, vergognosa, è un
complimento. Questo giornale (e relativo giornalista), avendo visto la partita
con lo stesso spirito da furbi e da
prepotenti che avevano caratterizzato il
De Laurentiis e i giocatori del Napoli,
addebitando la sconfitta del Napoli esclusivamente al gruppo arbitrale, non si
sono neppure soffermati a leggere i dati statistici (fatti e non parole...) sul
sito della Lega Calcio; li riportiamo qui, non solo a beneficio dei lettori,
ma anche perché, magari, leggendoli, qualche dubbio circa la
legittimità della sconfitta dei colori napoletani apparirà, ai citati giornali,
giornalisti e cronisti RAI, con ben
altra giustificazione, rispetto alle
deprimenti accuse di “scandalo arbitrale”.
Possesso palla: Juventus 68%, Napoli 32%.
Tiri dentro/totali:
Juventus 8/20, Napoli 6/12.
Palle giocate: Juventus 946, Napoli 488.
Passaggi
riusciti: Juventus 75.5%, Napoli 51.7%.
Supremazia territoriale: Juventus
18':59", Napoli 06':16".
Attacco alla porta: Juventus 45.1, Napoli
44.6.
Protezione area: Juventus 55.4, Napoli 54.9.
Pericolosità: Juventus
70.3%, Napoli 39%.
Falli commessi: Juventus 20, Napoli 21.
Angoli: Juventus 7,
Napoli 5.
Certo, questi dati
andrebbero “fermati“ con riferimento al minuto finale della partita giocata in
parità numerica. Ma essi sono talmente differenziati che appare alquanto verosimile che
dovrebbero diminuire le differenze, non
i totali, tutti sfavorevoli al Napoli.
Questa ira furibonda è la stessa che ha ispirato (si fa per
dire...) il cronista RAI che ha commentato la partita, prima, durante e dopo, come fosse un cronista di Napoli
Channel, dimenticando, che la RAI è, invece, un “servizio pubblico” (a nostro carico...),
che deve, quindi, rendere un “pubblico servizio”, vale a dire un servizio
obiettivo e rispettoso di tutto e di tutti. Ma, in questo, come i lettori che
ci seguono ricorderanno, la stessa RAI è ultrarecidiva. Ed è ormai l’ora di smetterla con questi
cronisti da strapazzo, che fanno, al calcio, più danni di uno squadrone di
hooligan...
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