
E’ di ieri un articolo pubblicato, come al
solito, sul Corriere della Sera, sul tema che sta inondando ed avvelenando
l’estate 2012 del calcio italiano (scommessopoli); forse peggio di quanto accadde nello stesso
periodo del 2006(calciopoli).
Riteniamo proficuo ed efficace riportare per intero l’articolo
in questione, ed interromperlo,
quando occorre, con le nostre considerazioni, riportandole in corsivo.
“”Giustizia sportiva inadeguata, ma non può valere solo se ti accontenta-Non si può trattare con un'istituzione e poi attaccarla se la trattativa fallisce
Andrea Agnelli ha molte ragioni, la giustizia sportiva è spesso sbagliata e
discretamente assurda. Ma dirlo a metà di un processo è assurdo almeno
altrettanto.
Commento
Appare incredibile come si possano
scrivere (e, ancor prima, pensare) certe imprecisioni (ma si potrebbe usare un
termine più penalizzante; non lo facciamo per rispetto all’età dell’autore...).
Infatti, non esisteva alcun processo. E
non si era, quindi, “alla metà” di alcun processo. Come tutti sanno (tranne Sconcerti?)
, si era nella fase dei “patteggiamenti” . Nella fase, cioè , come le chiama
(impropriamente) lo stesso Sconcerti, delle
“trattative”, il cui scopo era ( è ) proprio quello di evitare il processo.
L'attacco di
Agnelli, i toni usati nel comunicato e dallo stesso Conte in aula, entrano di
diritto nella medesima arroganza che vorrebbero combattere. È vero, la
giustizia sportiva è inadeguata, quasi sempre sommaria, ma lo è da sempre, non
è stata inventata adesso per la Juve. Ed è la stessa giustizia con cui fino a
ieri la Juve ha cercato di trovare un compromesso, la stessa blandita nei
giorni scorsi e nelle lunghe ore in cui si è cercato l'accordo. Fosse stato
accolto il patteggiamento, avrebbe la Juve parlato ancora di dittatura?
Commento Domanda puerile, indegna di un giornalista ritenuto (da altri) serio e preparato.
Infatti, il problema sta proprio nella
mancata accettazione del patteggiamento concordato con Palazzi. Caro Sconcerti,faccia
la persona seria: solo un malato di mente fa un accordo e poi lo critica. E
infatti NON è avvenuto questo. E’ avvenuto, INVECE, ciò che lei , non riesce a vedere/capire:
tutti i patteggiamenti proposti da Palazzi, sono stati accolti dalla
Commissione Disciplinare, tranne uno: quello dell’allenatore della Juventus.
Detta cosi, crediamo che anche un ragazzino delle elementari avrà capito . E
lei?
Non si può portare avanti una trattativa con un'istituzione e definirla poi
inadeguata e scorretta quando la trattativa fallisce. Dà l'idea che si consideri giusto
solo quello che conviene.
Commento
Non ci siamo, caro Sconcerti. Anche qui la verità viene illustrata da
lei in modo inesatto (anche questo termine è caritatevole...). Infatti, la
trattativa NON è fallita. Ma, come tante altre (circa una trentina), si è
correttamente conclusa con un formale accordo con il Procuratore Palazzi che, assieme a tutte le altre, secondo
procedura, le ha sottoposte alla Commissione Disciplinare, per l’approvazione
definitiva. Quindi, nessuna trattativa
(più esattamente, nessun “patteggiamento”) è fallito. La fase della trattative
è stata completata. Poi, ripetiamo perchè Sconcerti lo capisca bene: “POI”(cioè
dopo l’accordo , faticosamente raggiunto , senza alcun “blandimento” uscito
solo dalla fantasia di Sconcerti), è accaduto un fatto straordinario (extra
ordinem, direbbero i latini);ripetiamo: tutti
i patteggiamenti accettati e formalizzati dal procuratore Palazzi sono stati
approvati anche dalla Commissione Disciplinare, e resi , perciò, definitivi . Tranne uno. Quello relativo
all’allenatore della Juventus Antonio Conte. Questa è la verità dei fatti, caro
Sconcerti. E questa unicità(l’unicità
della mancata approvazione del patteggiamento) è stata è l’oggetto di
riferimento dell’immediato comunicato
emesso dalla stessa Juventus e che lei tanto condanna.
Personalmente sono convinto che Conte non
c'entri niente, che sia innocente, ma capita vivendo di trovarsi dentro a
queste cose, soprattutto in un mondo fragile come il calcio. Non per questo si
può sempre pensare (e far pensare) di essere al centro di una guerra, che il
mondo ci ha scelto solo come avversari. Troppo semplice. Si rischia di far credere
di voler usare la forza del proprio popolo come arma politica, come
disuguaglianza iniziale. Cosa che per certo non appartiene storicamente alla
Juve e nemmeno al suo impetuoso giovane presidente.
In questo stesso processo per molti altri casi di omessa denuncia sono state fatte le stesse
richieste fatte per Conte.
Commento Finalmente una cosa esatta. Purtroppo, però,siamo
alle solite: omette(perché ?) il fatto più importante. Infatti, NON è questo
il problema. La disparità che è sotto gli occhi di tutti (tranne che di Sconcerti) è l’accettazione dei patteggiamenti, già concordati col Procuratore
Palazzi, che , ripetiamo, è avvenuta per
tutti quelli che lo hanno richiesto, tranne che per l’ allenatore della Juventus,
Conte. E’ questo il vero problema , completamente sfuggito (?), purtroppo, alle considerazioni di Sconcerti( ma non alla
dirigenza Juventina).
Sempre nell’ottica di invogliare il
caro Sconcerti ad “approfondire meglio” e a riportare “correttamente” i fatti,
vorremmo proporgli un giochino: mettiamo il caso che nella redazione del suo
giornale ci siano dieci redattori
sportivi . Poniamo che solo nove di
essi si “danno da fare” e che scommettano su partite di cui già sanno l’esito, ed uno, poniamo Mario Sconcerti, rifiuti di aderire alla combine. Poniamo, poi, che l’ordine dei giornalisti venga a conoscenza della situazione, e che,
dopo aver molto, ma molto blandamente
condannato i nove che si sono dichiarati
“pentiti” e” collaborativi” (facendo, fra l’altro, il nome di Sconcerti) , condanni molto, ma molto pesantemente (diciamo
sette-otto volte la pena assegnata ai
“pentiti”) anche Mario Sconcerti, per
non aver denunciato il fatto.
Domanda: caro Sconcerti, nella
situazione sopra descritta, lei scriverebbe questo stesso articolo (lo rilegga
bene, prima di rispondere, e sii corretto almeno con se stesso, se proprio non
ci riesce nei suoi articoli) ? Sa come
si chiama questo giochino? Mettersi nei
panni degli altri, per capirne veramente la tragedia di una ingiustizia subita.
C'è uno
stupido tariffario a gestire le accuse, non un Signore del Male. Tanto stupido
e automatico che si era voluto evitare patteggiando. Cambiare opinione a
seconda della sentenza è comprensibile, ma abbastanza sospetto. La Juve ha
subìto molto dalle sentenze di Calciopoli, ha pagato un prezzo assolutamente
sproporzionato. Ora che è tornata deve però imparare a riappropriarsi del suo
ruolo. Una Juve costantemente sulle barricate è fuori dalla storia, non serve
né al calcio né a se stessa. Né tantomeno a riscrivere una giustizia
sportiva nuova. Cosa invece ormai indispensabile.
Mario Sconcerti”” http://www.corriere.it/sport/12_agosto_03/sconcerti-giustizia-inadeguata_59899c58-dd30-11e1-8e26-e42262e88c3e.shtml
Commento
Una Juve , con la sua storia , con
le sue argomentazioni ( su calciopoli,
prima (che continua...) ed, ora, con
scommesso poli) per le
ingiustizie patite , è perfettamente
in grado di dare la scossa decisiva per
il cambiamento della giustizia sportiva.
Se non lo fa la Juve, presentando il
conto delle malefatte subite, chi lo fa? il prescritto Moratti? Lei? con le sue
melense, ossequiose e chiaramente disimpegnate argomentazioni del tipo
“volemmose bene” o del tipo “col buon senso si risolve tutto” ? Quale “buon
senso”, quello del Presidente del Coni Petrucci o del Presidente della FIGC
Abete ? gente ormai squalificata agli occhi della generalità degli sportivi
Italiani?
Gli sportivi italiani , Caro
Sconcerti, sono stufi di queste argomentazioni vuote, inutili,a sfondo
conservatore di violenze del potere costituito, che lo usa in modo ingiusto e discriminatorio.
E’ ora di
smetterla caro Sconcerti; lo Sport italiano ha bisogno di ben altre Persone e
di ben altra Giustizia; ma a fatti, non
con le parole al vento (come le sue) o con insulsaggini dialettiche ( come quelle dell’accoppiata
Petrucci-Abete).
Ribadiamo:
se non è più capace di vedere al di là del suo naso(come abbiamo testé
dimostrato), si goda la pensione.
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