lunedì 31 gennaio 2011

Niente sorprese nella 22esima giornata di Serie A

In altri momenti la vittoria dell’Udinese all’Olimpico di Torino sarebbe stata una sorpresa eccome, ma, visti i momenti delle rispettive squadre, il risultato del posticipo non può certo sorprendere. L’Udinese attacca a pieno organico con uomini molto in forma (Sanchez, Isla e Armero su tutti) e la Juve era troppo spuntata per fare male ai friulani: il gol è arrivato solo su una prodezza di un singolo.
            Non sorprendono le vittorie di Milan, Napoli, Lazio e Inter, con grandi protagonisti Ibra, Cavani, Kozak e Pazzini. I primi due ormai ci hanno abituato (Cavani è a 17 gol con 1 solo rigore: il suo massimo in Serie A era di 14…), gli ultimi due potrebbero rappresentare linfa vitale per Lazio e Inter nell’ultima fase del campionato, viste anche le fatiche compiute dai compagni di reparto fino ad ora.
            Piccola nota a margine: il ritmo delle grandi si sta alzando (solo la Lazio ha evidenziato un calo), rispetto alla semitranquillità di inizio stagione. Nelle ultime 5 partite giocate:
  • Milan 11 punti: 3 vinte e 2 pareggi;
  • Napoli 10 punti: 3 vinte, 1 pareggio e 1 persa (con l’Inter).
  • Inter 12 punti: 4 vinte e 1 persa;
  • Lazio 7 punti: 2 vinte, 1 pareggio e 2 perse.
  • Roma 12 punti: 4 vinte e 1 persa (mettendo al posto di quella rinviata col Bologna, la precedente con il Milan).

I gol più belli di questa giornata:
1.      Marchisio
Gol da copertina di album di figurine. Una delle poche azioni manovrate della Juve, in cui mette il zampino anche lo stesso Marchisio, si conclude con un bel triangolo tra Krasic e Del Piero, che però il capitano decide di non chiudere fino in fondo mandando in porta il serbo, preferendo il tiro in porta. La ribattuta di Benatia alza un pallone invitante per Marchisio, che si coordina e in semirovesciata batte col destro sul primo palo, potente e preciso.

2.      Sanchez
Da premiare l’azione in massa dell’Udinese per andare a vincere a Torino: come ha detto Buffon a fine partite “venivano avanti come delle orde”. Il gol all’85’ del cileno mette in ginocchio la Juve. Su una palla gettata in mezzo all’area di Armero, Grosso prima è bravo a rimediare allo scivolone di Chiellini, ma poi sale da solo e senza convinzione, dopo i due sombreri di Sanchez, così Abdi può servire Isla libero sulla destra. Isla mette in mezzo di prima e sempre Sanchez, da pochi metri e sempre di prima, batte Buffon con un rasoterra diagonale sul secondo palo.

3.      Pellissier
Chiaro che non si tratta di un gol da cineteca, nemmeno questo. Capitano giornate con tanti gol bellissimi e difficili, e altre invece con tanti gol su rigore o mezze papere dei portieri, o comunque gol facili. Non è niente di fenomenale questo gol di Pellissier, ed è anche un po’ distratta la difesa del Brescia, ma quasi sempre la semplicità è la ricetta migliore per riuscire a segnare. Sulla sponda di testa di Sardo, benissimo il primo controllo del capitano del Chievo, bene anche il secondo tocco con la coscia per portarsi in area di rigore, ottimo il collo destro in diagonale per battere Arcari. Settanta gol in Serie A per Pellissier con la maglia gialloblu: non sono in tanti ad averli fatti.
http://www.youtube.com/watch?v=4-nVjWFOdyQ&feature=related

domenica 30 gennaio 2011

Cade il Real, la Liga è un miraggio

            Forse è il gol più importante della Liga quello segnato al 62’ da Camuñas (guarda un po’, nato a Madrid) in Osasuna – Real Madrid del 30 gennaio, e che manda in fondo al baratro i blancos, che ora sono a ben 7 punti di distanza dai rivali del Barcellona, che stanno volando in testa al campionato.
            Solo un rallentamento dei blaugrana potrebbe riaprire la Liga e concedere al Real di rifarsi sotto. Ed è per questo motivo che la conquista del campionato sembra davvero difficilissima ora come ora per il Real Madrid: perché questi altri giocano troppo bene e vincono davvero sempre, dopo un periodo di appannamento a inizio stagione.
            Perché, chiariamoci: il Real sta facendo un signor campionato! Questa era la 21esima giornata e lo score recita: 16 vinte, 3 pareggi e con questa 2 sconfitte; più 30 di differenza reti e un totale di 51 punti. Con queste cifre, il Real sarebbe primo in Ligue 1, in Serie A e in Premier League (sì, il Manchester non ha ancora perso, ma ne ha pareggiate 9)… Insomma, il problema sono quegli altri, che giocano a memoria e gliene hanno fatti 5 nello scontro diretto.
            Quelli e il gioco. Il Real non gioca bene come a inizio anno (abbiamo negli occhi il dominio nei 2 match col Milan) e ha perso un giocatore importante come Higuain (ma bisogna dire che Benzema ha segnato gol importanti ultimamente). Questo in Spagna e a Madrid in particolare conta parecchio (chiedere a Capello, cacciato anche se aveva vinto il campionato) ed è qualcosa per cui occorrerebbe dare più tempo e più giocatori all’allenatore.
            Veniamo al Mou: come da copione è andato a cercarsi la sfida più stimolante ma anche la più difficile, perché avere questo Barcellona come avversario in coppa e in campionato è proprio frustrante. Aggiungete i problemi di gioco e quelli interni alla società (con Valdano non si parlano più) e la frittata è quasi combinata. Senza dubbio alla fine conteranno i risultati per un giudizio più globale (non per la sorte del Mou a Madrid), ma la Liga adesso è davvero un miraggio.

Il gol di Javier Camuñas Gallego:

Australian Open 2011: Djokovic, la caduta degli dei e la sindrome da primo posto

            Si è conclusa la prima prova dello Slam della nuova stagione. In Australia hanno vinto Novak Djokovic (testa di serie n° 3) per il singolare maschile e Kim Clijsters (testa di serie n° 3) per quello femminile. Da segnalare però anche la vittoria di Flavia Pennetta nel doppio femminile, in coppia con l’argentina Gisela Dulko. Le due tenniste si riconfermano in questo modo al vertice della classifica mondiale per quanto riguarda il doppio.

            Partiamo dagli uomini. Novak Djokovic ha vinto il torneo meritatamente, avendo battuto sempre in tre set avversari importanti negli ultimi turni come Almagro (n° 14) agli ottavi, Berdych (n° 6) ai quarti, Federer (n° 2) in semifinale e Murray (n° 5) in finale, quest’ultimo con un punteggio davvero netto di 6-4 / 6-2 / 6-3.
            Grande qualità espressa dal serbo, che ha evidenziato davvero pochi punti deboli nel suo gioco. Molto buono e continuo al servizio, ottimo coi colpi da fondo campo e dotato di grande classe per chiudere anche a rete. Secondo Australian Open e secondo torneo dello Slam per Djokovic, che aveva vinto a Melbourne in finale contro Tsonga nel 2008. Continua il periodo d’oro per Djokovic, che con la sua nazionale aveva vinto la Coppa Davis circa un mese fa.
            Curiosità: l’ultima finale di un torneo dello Slam che non vedeva presente almeno uno tra Nadal e Federer (i numeri 1 e 2 della classifica ATP, nonché i dominatori del circuito da parecchi anni a questa parte) è proprio quella di 3 anni fa a Melbourne. Quest’anno Federer è stato spazzato via da Djokovic, mentre Nadal ha accusato un problema muscolare che gli ha pregiudicato il match contro Ferrer. Però, tra gli infortuni e il tempo che passa, che non possa essere un primo segnale della caduta degli dei? Vediamo se gli altri tennisti sapranno approfittarne.
            Ultima cosa: da tenere d’occhio durante l’anno la possibile crescita dell’ucraino Alexandr Dolgopolov. Il 22enne n° 46 della classifica ATP ha disputato un ottimo torneo, riuscendo a eliminare la testa di serie n° 13 Tsonga e la n° 4 Soderling, arrendendosi solo ai quarti contro Murray. Grande corsa per Dolgopolov e buoni colpi da fondo campo: chissà se riuscirà a confermarsi a questi livelli.

Donne. Peccato per Na Li, che ha accarezzato per un po’ il sogno di essere la prima cinese a vincere una prova dello Slam, ma alla fine ha vinto la più forte ed esperta Kim Clijsters, che ha annunciato il ritiro a fine stagione: vuole un’altra figlia la belga e allora tornerà a fare la mamma. Ma nel frattempo vince per la quarta volta una prova dello Slam e per la prima volta l’Australian Open, la seconda prova dello Slam in fila, dopo la vittoria a Flushing Meadows di settembre.
            Qui c’è da notare la tendenza che potrebbe riguardare la danese Caroline Wozniacki: la sindrome da primo posto. In passato ha coinvolto altre tenniste europee, Safina, Jankovic e Dementieva su tutte, le quali occupavano, anche stabilmente, il primo posto della classifica WTA; quando però si trattava di fare sul serio, di giocarsi uno Slam, si spegnevano e non riuscivano a sbloccarsi psicologicamente.
            Il tennis della danese è senza dubbio all’altezza del primo posto, lei ha 20 anni e tutto il tempo per rifarsi. Vedremo come andrà Wozniacki nei prossimi Slam, ma per ora la sindrome sembrerebbe averla colpita: contro Na Li poteva sicuramente dominare, ma è stata troppo attendista e si è fatta aggredire.
            Da sottolineare le solite buone prestazioni di Schiavone e Pennetta. Francesca Schiavone è stata eliminata ai quarti proprio da Wozniacki, due giorni dopo aver battuto 16-14 al terzo Kuznetsova; Pennetta è stata battuta al terzo set da una giocatrice più fisica e potente, Petra Kvitova, che quando è in giornata risulta più efficace della brindisina. Pochi rimpianti quindi: le prestazioni sono state buone, ora occorrerà mantenere l’ottimo stato di forma.

Il video degli ultimi game e della premiazione del singolare maschile:

I gol più belli della 21esima giornata di Serie A

            Nella giornata che vede la prima sconfitta per l’Inter dell’era Leonardo, Lavezzi e Cavani continuano a far sognare Napoli, mentre la sorpresa della giornata è forse la caduta della Lazio a Bologna, con tanto di finale caldo con squalifiche per Dias e Zarate.

1. Giovinco: forse avrà imparato da Del Piero a tirare le punizioni così, fatto sta che Giovinco da quando è tornato dall’infortunio è tornato ad essere un calciatore letale, uno dei più decisivi della Serie A. La punizione è dalla classica posizione buona per un destro, ma forse un po’ troppo vicina: se la barriera salta non è facile fare scendere il pallone in tempo per farlo terminare in rete. Ma invece la Formica Atomica ce la fa, con un destro a giro su cui Andujar non può fare nulla.

2. Lavezzi: da quando Mazzarri gli ha detto e ripetuto di giocare più avanti, il Pocho è più presente in zona-gol e il Napoli vola. Questo gol nasce da una punizione al limite dell’area avversaria, guadagnata ovviamente dallo stesso Lavezzi. Cavani credo che voglia tirare in porta, ma il tiro diventa un assist per Lavezzi che sta tagliando in mezzo all’area e che, sebbene marcato stretto, riesce a inventarsi un colpo di tacco per battere Gillet sul primo palo.

3. Menez: premiamo il numero del francese della Roma, anche se si tratta di un gol poco importante (sul 2-0 al 92’) e tutto sommato facile, in posizione centrale, a tu per tu col portiere. Ma il doppio passo che fa Menez è eseguito con una facilità davvero disarmante, alla Ronaldo in finale di Uefa nel ’98.

           Menzione particolare per il primo gol in Serie A del giovane 19enne del Bologna, Gaston Ramirez, sinistro al volo di grande difficoltà e precisione.

sabato 22 gennaio 2011

Giro di boa: i gol più belli della 19esima e della 20esima giornata di Serie A

Giro di boa: al volo i gol più belli della 19esima e della 20esima giornata di Serie A, l’ultima del girone di andata e la prima del girone di ritorno:

19esima giornata:

  1. Diamanti: sinistro a giro che canta…

  1. Giovinco: fortunato sul primo rimpallo, però poi non riescono a levargli la palla e frega tutta la difesa con un sinistro a giro sul secondo palo

  1. Pato: soprattutto per lo stop con cui si libera del difensore in area. Poi è un gioco da ragazzi mettere la palla dentro.


20esima giornata:

  1. Ibrahimovic: prima perla da cineteca per Ibra in maglia rossonera. Altri bei gol li aveva già fatti, ma questo è da capogiro: da calcio d’angolo per il Lecce, è lui a spazzare l’area, l’azione va avanti, lancio lungo, lui scatta più dei difensori, difende il pallone col corpaccione e intanto alza un attimo lo sguardo per vedere la posizione di Rosati, e lascia partire un sinistro da 35 metri che è sia un pallonetto precisissimo che un tiro potente che non lascia chance al portiere di recuperare.

  1. Bega: con un solo tocco controlla e si allunga la palla per prepararsi al tiro, poi il sinistro è impressionante. Palo-gol da più di 30 metri.

  1. Eto’o: tutti e 2 i gol del camerunense avrebbero meritato di entrare in classifica. La punizione è al bacio, ma il primo gol è un duetto con Milito da applausi. Forse un po’ fermi i difensori del Bologna, ma quando a puntarti è Eto’o non è facile trovare il tempo per l’intervento: sull’out di sinistra punta i difensori, tunnel per servire il Principe in area e taglio dentro, Milito perfetto chiude il triangolo col tacco, Eto’o arriva col tempo giusto e lascia partire un destro a giro imparabile.

venerdì 14 gennaio 2011

I gol più belli della 18esima giornata di Serie A

Tornati dalle vacanze e smaltiti i panettoni, ci rituffiamo nella Serie A, penultima giornata del girone d’andata.
L’Inter di Leonardo parte col piede giusto, strapazzando il Napoli di Mazzarri per 3-1, ma non recupera niente sul Milan che nel pomeriggio aveva vinto di misura a Cagliari, grazie al primo gol in serie A di Strasser (in fuorigioco, seppur di pochissimo) servito bene da Cassano all’esordio. Se i rossoneri sono riusciti pure a fare questi 3 punti qui (senza Ibra), potrebbe voler dire che è davvero il loro anno. La Roma tiene faticosamente il passo, mentre la Juve perde Quagliarella per infortunio e crolla sotto i colpi di Crespo e degli ex Palladino e soprattutto Giovinco: doppietta a Torino e che rivincita per lui!

Questi i gol più belli della 18esima giornata della Serie A:

  1. Thiago Motta
Importantissimo il suo rientro in mezzo al campo per l’Inter: il brasiliano può dare qualità alla manovra più di tutti gli altri centrocampisti a disposizione di Leonardo.
Contro il Napoli segna doppietta, la terza in serie A (3 gol in 4 partite di A in questa stagione…), ma è il primo gol quello di cui parliamo, anche se pure il secondo è un bel gol.
Pandev sventaglia da destra, forse per Thiago Motta, forse per Stankovic, che si trova più verso la linea laterale rispetto al brasiliano. Fatto sta che Thiago Motta si inserisce coi tempi giusti e prende in contropiede tutta la difesa partenopea: tocca morbido di sinistro con la suola e la palla arriva proprio a Stankovic, che è bravissimo a capire subito cosa fare e a farlo benissimo. Il serbo chiude il triangolo al volo per Thiago Motta che è scattato a tutta birra verso la porta del Napoli, la palla gli arriva morbida da dietro, la lascia scorrere quanto serve, ma non un attimo di più, per evitare l’intervento di Grava in recupero. Sinistro al volo che si insacca sul palo più lontano alla sinistra di De Sanctis.


  1. Migliaccio
Abbiamo deciso di premiare la grande azione di squadra del Palermo che strapazza la seconda migliore difesa del campionato, la Samp, per 3-0.
Miccoli riceve largo a sinistra, a un paio di metri dalla linea laterale, all’altezza dell’area di rigore. Tissone non lo affronta per rispetto e per paura del dribbling, e allora Miccoli ha tutto il tempo di aspettare il movimento del solito Balzaretti, che arriva sempre. Mannini se lo perde, è vero, ma l’esterno destro di Miccoli per Balzaretti canta: il servizio è perfetto e libera il terzino sulla linea di fondo, dentro l’area di rigore. Purtroppo nessuna inquadratura ci consente di capire se Balzaretti alzi la testa e guardi in mezzo prima di calciare, oppure se decida di calciare “a scatola chiusa” un sinistro comunque in zona pericolosissima. Ad ogni modo, il pallone è perfetto per l’accorrente Giulio Migliaccio, non proprio un habitué del gol, che completa l’opera con un tuffo degno di uno stuntman di un film d’azione.


  1. Okaka
Questo è solo il terzo gol in serie A per il giovane attaccante dell’Under 21, ma lascia intravedere le potenzialità di questo ragazzo che può coniugare tecnica e forza fisica, un po’ sulla scia di Mario Balotelli.
Cresciuto nel vivaio della Roma, ha finalmente deciso di andare in giro a giocare e all’esordio con la maglia del Bari, segna subito il gol decisivo nell’1-0 nel derby col Lecce. Nell’occasione male il difensore Donati, malino anche il portiere Rosati, che dovrebbe coprire il primo palo (se fa gol sul secondo palo da lì, di sinistro, bravo lui), ma Okaka fa quello che deve fare una signora prima punta: dà profondità, evita il fuorigioco, addomestica col petto un lancio lungo di Gazzi, “sente” il difensore e con l’esterno destro si gira dall’altra parte. Con il primo tocco si sistema già la palla per tirare e il sinistro che esplode è secco e preciso. Ventura ha del bel materiale su cui lavorare per salvare il Bari.