domenica 15 maggio 2011

Dalle stelle alle stalle

Il 24 agosto 2010 inizia la stagione maledetta della Samp. Al 93’ di un match a larghi tratti dominato dai blucerchiati, sorretti da un pubblico caldissimo, lo svedese Markus Rosenberg riesce a liberare il destro al limite dell’area e a trovare l’angolo basso sul palo lontano, gelando il Marassi.


            Era il ritorno dei preliminari di Champions League, e al momento del gol di Rosenberg la Samp stava passeggiando 3-0 sul Werder Brema, grazie a una doppietta di Pazzini e a un gol di tacco di Cassano. Dalla partecipazione alla più importante competizione per club, i tifosi doriani si ritrovano da oggi, con la sconfitta in casa col Palermo e la concomitante vittoria del Lecce a Bari, in Serie B e l’anno prossimo dovranno andare a tifare i propri beniamini nello stadio del Gubbio, anziché al Bernabeu o all’Old Trafford, dove la Samp avrebbe potuto giocare senza quel gol nei minuti di recupero.
            Il destino beffardo di questa annata nasce dalla stagione spettacolare dell’anno scorso e prosegue con alcuni errori di gestione di quest’anno, quando non si è davvero capito che non poteva andare bene come era andata l’anno prima.
            Quest’anno la Samp ha iniziato sulla falsariga dello scorso anno: buona organizzazione in difesa (beh, l’anno scorso era ottima), mentre dalla metà campo in su ci pensano quei due lì davanti. Ma mentre l’anno scorso Storari parava tutto o quasi, Gastaldello e Lucchini erano da convocazione a Coverciano, e Ziegler e Stankevicius (o Zauri) raramente commettevano errori, quest’anno gli stessi giocatori, o chi è stato chiamato a sostituirli (Curci, Volta, il fuori-categoria Accardi) non ha assolutamente garantito lo stesso rendimento.
            Di Carlo aveva effettivamente intenzione di ricalcare il 4-4-2 di Del Neri, fatto di “soldatini” fino alla metà campo e di due fenomeni, o comunque giocatori sopra la media, in avanti, capaci di inventare gol anche senza lo specifico aiuto degli esterni di centrocampo (perché i centrali di vero aiuto offensivo, non ne hanno quasi mai dato, se si tolgono le punizioni di Palombo).
            Questa impostazione di squadra è stata la fortuna della Samp l’anno scorso, ma la croce della stessa di quest’anno. Una volta constatato che la difesa non è stata buona come l’anno scorso, almeno proviamo a tenerci su con l’attacco. Solo che persi per motivi vari Pazzini e Cassano, questi ultimi non sono stati rimpiazzati con calciatori bravi abbastanza da “fare reparto” da soli e la Samp è caduta in un’involuzione di gioco che ne ha fatto una delle squadre più brutte da veder giocare negli ultimi anni di Serie A. Ha totalizzato la miseria di 32 gol – secondo peggior attacco della Serie A, dopo il solo Bari, retrocesso settimane fa –, passando diverse partite senza riuscire a rendersi pericolosa in fase offensiva.
            Una stagione davvero particolare per i tifosi doriani, che forse l’hanno presa davvero troppo bene nei confronti della società: ma come, io faccio l’abbonamento ai preliminari di Champions con Cassano e Pazzini e a gennaio mi ritrovo nella corsa per la salvezza con Macheda e Maccarone, per poi finire in B una stagione dopo essere arrivato quarto? Ad altre latitudini ci sarebbe margine per tentare una class action…

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