Non ne abbiamo presa una. O meglio una, Valencia – Schalke 04, e ci ha salvato il solito gol del solito Raul, che ha eguagliato Pippo Inzaghi a quota 70 gol nelle coppe europee.
Il Milan, capolista in Italia, ha perso in casa 0-1 dal Tottenham, quarta (o terza, visto che è a -2 dal City, terzo, avendo giocato un match in meno) forza della Premier League. Ci si aspettava una partenza forte dei padroni di casa, con tanto possesso palla e gli Spurs rintanati pronti a ripartire. E invece l’inizio è per gli inglesi, che in generale nel primo tempo spingono molto di più dei rossoneri, creando pericoli in area di rigore e chiamando Amelia ad un bell’intervento su Van der Vaart. Per una volta Allegri fa un cambio all’intervallo (Pato per un paralizzato Seedorf) e il Milan cresce molto, a tratti schiaccia il Tottenham nella propria trequarti, che però copre molto bene gli spazi. Le uniche occasioni il Milan le crea da calcio piazzato, con Gomes miracoloso una volta e mezzo su Yepes. Poi una palla persa da Ibra con un passaggio che non serviva, 2 vs 2, Lennon che si invola e salta Yepes in scivolata, e sull’aiuto di Nesta passa in mezzo a Crouch, che a porta quasi vuota non può sbagliare. Difficile, ma non impossibile la rimonta a White Hart Lane.
La Roma ha perso pure lei in casa, ma peggio del Milan, nel senso che beccato 3 gol da una “signorissima” squadra, poco ucraina e molto brasiliana. A Donetsk non basterebbe, per dire, un 1-2 – che invece basterebbe ai rossoneri a Londra – ma i giallorossi dovranno vincere con 2 gol di scarto (considerando improbabili i 3-4 o i 4-5 ecc.). Davvero brutto il momento per la Roma e Ranieri, che dopo aver pareggiato in casa col Brescia e perso con Inter e Napoli in campionato, salutando la corsa scudetto, perde anche in Champions, complicandosi maledettamente il cammino per la qualificazione ai quarti. Anche qui, la rimonta è difficile ma non impossibile: certamente ci vuole un altro atteggiamento, un’altra concentrazione.
Uno spot per il calcio invece l’andata all’Emirates Stadium tra Arsenal e Barcellona, due squadre che si sono spesso affrontate nell’ultima fase della Champions League negli ultimi anni (anche una finale a Parigi, decisa da Belletti), e sicuramente i due club che giocano il calcio più divertente, più bello da vedere. Il Barça è il Barça, ma l’Arsenal sembra aver raggiunto un livello di maturità che molti non si aspettavano. Certo, al ritorno potrebbero prenderne 4 come l’anno scorso, ma quest’anno danno proprio l’impressione di poter far male a qualsiasi avversario: Fabregas ci sarà, la crescita di Nasri, il sinistro letale di Van Persie, la velocità di Walcott, il giovane Wilshire e dalla panchina Arshavin e Bendtner costituiscono un pacchetto offensivo di tutto rispetto. Male invece Messi, che si è mangiato dei gol che di solito segna a occhi chiusi (e uno buono gliel’hanno annullato) e Guardiola che sullo 0-1 ha deciso di chiudersi, togliendo Villa e mettendo Keita, dando un brutto segnale ai suoi, e interrompendo un meccanismo che in campo va avanti quasi da solo. Da non perdere il ritorno al Camp Nou.
Pareggio e lotta apertissima tra Valencia e Schalke 04, con i gol dei soliti Soldado e Raul, due prodotti della cantera madridista. Chissà se qualche anno fa Raul dava dei consigli al giovane Roberto su come comportarsi in campo: ora si ritrovano uno di fronte all’altro e si giocano i quarti di finale di Champions League.
P.S.: da non perdere anche la partita tra Napoli e Villareal di stasera. Non è Champions League ma potrebbe esserlo benissimo, quest’anno, dal momento che una è seconda in Seria A e l’altra è terza in Liga.