Per chi si ricorda lo scalpore che fecero allora (aprile 1996, quindi pieno garbage time della stagione pre-playoff) i 18 punti di Vincenzo Esposito al Madison Square Garden, e per chi si ricorda anche le enormi difficoltà che Stefano Rusconi trovava nello stesso periodo a ritagliarsi spazio nella Lega, quella della scorsa notte è forse una data da ricordare. Per l’importanza che può avere per il basket italiano.
Non è una novità ormai che i nostri tre connazionali in NBA giochino a livelli alti: due giocano in franchigie con obiettivo playoff (Gallinari ai Knicks e Belinelli agli Hornets), l’altro (Bargnani ai Raptors) è il go-to-guy della squadra. Quello che si vuole sottolineare è che, nella stessa sera dell’8 novembre 2010, i tre sono riusciti a segnare un totale di 83 punti: se ce l’avessero detto nel ’96 dopo i 18 di Vincenzino nella Grande Mela ci saremmo tutti fatti una grassa risata. E invece è così e, nell’attesa di raccogliere qualche frutto anche in maglia azzurra, godiamoci i progressi dei tre italiani oltreoceano.
Bisogna iniziare dal Mago, anche se è l’unico che ha perso. Prestazione spaventosa di Bargnani a New York nell’arena più famosa del mondo, altro che i 18 di Esposito… Gli entra tutto: canestri in allontanamento, da 3, anche in acrobazia e facendo la voce grossa in area pitturata; nel IV quarto realizza un gioco da 3 punti spettacolare sulla linea di fondo con fallo di Gallinari, piazza la bomba del pareggio a 28 secondi dalla fine, prima che la preghiera di Felton premi i Knicks. Insomma, trascina la sua squadra come dovrebbe fare un leader: chiude con 41 (career high) e il 66 % dal campo. Piccola nota stonata: dall’altra parte il migliore è il dirimpettaio Stoudemire, decisivo negli ultimi possessi del match.
Dall’altra parte gode il Gallo, che con i suoi Knicks sta attraversando la sua migliore stagione NBA, assieme alla migliore stagione della franchigia da una decina d’anni. Chiaramente l’arrivo di un top player come Stoudemire ha fatto la differenza in questo senso e l’intesa che il nuovo arrivo ha creato con il play Felton è di grandissima importanza per la squadra guidata da Mike D’Antoni. Il pick & roll tra i due lascia Gallinari libero di avere meno pressione sulle spalle e tante volte di piazzarsi sull’arco del tiro da 3 in semplice attesa di uno scarico da mandare dentro. Contro i Raptors sfiora la doppia doppia e chiude con 20 punti (5/13 dal campo però) e 9 rimbalzi in un match in cui addirittura non ha nemmeno brillato più di tanto. Ma soprattutto i suoi Knicks sono sesti a Est e con un buon margine sulla nona.
Chiudiamo con il Beli, sicuramente l’italiano cui la nuova stagione ha sorriso di più, se si considera lo scarso minutaggio che era riuscito a strappare nella Lega precedentemente. Ora non solo parte stabilmente in quintetto e gioca 30, ma si trova anche in una squadra molto affiatata e con uno dei migliori play NBA, Chris Paul. Nella vittoria in casa di 20 contro i Pistons, Belinelli gioca 27, ne mette 22 con 8/12 dal campo, ma soprattutto è decisivo con 13 punti nel primo tempo, ovvero quando New Orleans fa il primo parziale importante per staccare Detroit. Certo, il suo tabellino è sempre molto scarno per il resto (giusto 2 assist), ma d’altra parte per ora il suo ruolo è quello.
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