sabato 25 dicembre 2010

Leo, il regalo di Natale per l’Inter

Leonardo è ufficialmente da poche ore il nuovo allenatore dell’Inter, dopo che da un paio di giorni era stata formalizzata la fine del rapporto con lo spagnolo Rafael Benitez.
Il brasiliano avrà il compito di provare a recuperare alcuni giocatori che già hanno mostrato di essere tornati in buona forma dopo un più o meno lungo periodo di infortuni: solo così potrà cercare di riprendere il Milan in campionato e andare il più avanti possibile nelle due coppe.
La squadra sicuramente c’è e Leonardo riuscirà senz’altro a far dimenticare i pochi mesi di confusione e incomprensioni passati con Benitez, che, comunque, ha portato 2 trofei in bacheca sui 3 che poteva vincere. L’allenatore spagnolo non è stato certamente trattato nel migliore dei modi nella sua avventura nerazzurra: già il compito che si è scelto (venire dopo il Triplete del Mou) non era dei più facili, poi la società gli ha pure leggermente indebolito la squadra (i Coutinho e i Biabiany visti fino ad ora non fanno un Balotelli), senza comprargli nessuno dei giocatori che aveva chiesto. Il resto lo hanno fatto gli infortuni (la causa numero 1 del ritardo dell’Inter in campionato), le feroci critiche dei media e le punzecchiature di Moratti: Benitez, vinto il Mondiale per club, si è comprensibilmente sfogato.

Ma l’argomento del giorno è il “tradimento” di Leonardo nei confronti del Milan e dei milanisti. Si dice che il brasiliano abbia telefonato a Galliani in giornata e che, prima di firmare il contratto coi nerazzurri abbia aspettato l’“Ok, buon lavoro Leo” da parte della società di via Turati.
Ad ogni modo si tratta di una caduta di stile per il brasiliano che aveva sempre dato prova di sé come di una persona corretta, colta ed educata, un signore insomma. E invece in questo caso non solo “tradisce” i tifosi milanisti, ma lo fa nella maniera più vistosa e consapevole possibile, dopo aver tra l’altro dichiarato pochi mesi prima che non avrebbe più allenato in Italia perché si sarebbe trattato di tradimento nei confronti del Milan (ecco il link: http://www.brividosportivo.it/?p=38655).

Farà sicuramente impressione vederlo prendere le parti nerazzurre dopo che è stato senza dubbio uno dei personaggi più importanti degli ultimi 13 anni del Milan: prima da giocatore (scudetto con 12 gol in campionato, più tanti altri gol e fantasia), poi da dirigente-osservatore (grazie soprattutto a lui sono arrivati in rossonero Kakà a 8 milioni di euro, Pato a 22 e Thiago Silva a 10), infine da allenatore, veste in cui non ha vinto nulla (in un solo anno) e anzi, ha pure dovuto vedere i cugini vincere tutto, incassando sonore batoste nei derby; però per parecchi mesi ha regalato un gran gioco a un Milan non stellare e chissà se senza qualche infortunio di troppo ad aprile non avrebbe pure potuto provare a vincere la Serie A.
Decisivo per il divorzio è stato il difficile rapporto tra Leonardo e Berlusconi (http://www.youtube.com/watch?v=F9h7W0K3--E&feature=related ), il quale gli aveva più volte criticato il fatto di far giocare Dinho e Pato troppo lontani dalla porta, senza rendersi conto che proprio Leo è stato l’unico in grado di motivare il Dinho e farlo ritornare a livelli alti. Ironico pensare che Leonardo sia stato prima tirato per la giacchetta in un momento di confusione post-Ancelotti (Van Basten aveva risposto picche) per fare l’allenatore, ruolo che lui stesso non vedeva adatto per sé, e poi liquidato in fretta proprio da chi gli aveva chiesto il favore di sedersi in panchina. E proprio lui che non voleva fare l’allenatore, ma continuare a fare il dirigente al Milan, ora allenerà la squadra rivale. Strano, ma è così.

Il gol al 92’di Leonardo in Milan-Lazio 1-0 del ‘98/’99,.non il più bello ma il più importante in maglia rossonera:

venerdì 24 dicembre 2010

Federer e Nadal, due veri campioni

I due assi del tennis mondiale, che si sfidano ormai da anni nel circuito ATP, si sono affrontati due volte negli ultimi giorni: una volta a Zurigo, in casa di Federer, e una volta a Madrid, in casa di Nadal.
Si è trattato di due partite di esibizione, organizzate dai numeri 1 e 2 del ranking mondiale per raccogliere fondi per le rispettive Fondazioni di beneficenza. Missione compiuta: il Caja Magica di Madrid, palazzetto nel quale si è svolto il “ritorno” della sfida è stato facilmente riempito – 11442 spettatori.

Federer ha dichiarato: “Siamo stati numero uno e numero due del mondo per così tanto tempo che si è sviluppata una grande rivalità tra noi. Alla gente fa piacere vederci giocare, per me è molto bello. Ci siamo messi in moto e siamo riusciti a organizzare questo doppio evento ed è stato un gran successo in termini di biglietti venduti e attenzione mediatica. È un sogno diventato realtà”.

C’è chi sostiene che sia più signorile fare beneficienza in silenzio, senza finire sui giornali per farsi belli agli occhi del pubblico. A parte il fatto che in questo caso non sarebbe stato possibile, e che magari i due campioni del tennis questo già lo fanno per conto proprio, credo che quando si tratta di fare beneficienza vada anche bene guadagnarci in pubblicità: l’importanza di aiutare chi ne ha bisogno prevale sulle altre considerazioni.

Per la cronaca: il match di Zurigo l’ha vinto Federer, mentre quello di Madrid l’ha vinto Nadal, quasi fatto apposta per far vincere il beniamino di casa. E invece le due partite sono state anche agonisticamente molto valide – la rivalità in campo tra i due c’è e si vede – e hanno offerto al pubblico un ottimo spettacolo.

Video tratto da un TG spagnolo:
http://www.youtube.com/watch?v=ChBL2nqrZcA

lunedì 20 dicembre 2010

Bene l’Armani Jeans: espugnato il campo della Virtus Bologna

L’Armani Jeans Milano sonnecchia per un tempo (30-28 per la Virtus all’intervallo), poi esprime tutto il suo valore nel corso del terzo e del quarto quarto: 66 punti in 20’ per l’armata di Piero Bucchi, contro una squadra che dovrebbe fare della difesa la sua arma più forte. Il risultato finale con il quale Milano passa a Bologna è di 81-94, anche se fino a 1 minuto e mezzo dalla fine l’esito del match era ancora incerto.

Tanto il talento nella rosa dell’Armani Jeans, tanti i giocatori in doppia cifra: il fischiatissimo Mancinelli 21, Hawkins 19, Jaaber 13 e Mordente 11; in più Finley 9, Rocca 8 e Melli 7. Nota bene: mancavano i lituani Petravicius e Maciulis. Insomma, tanti giocatori offensivamente pericolosi hanno fatto la differenza in questa partita. Non granché l’approccio alla gara di Milano (più 10 Bologna alla fine del primo quarto), ma Piero Bucchi è riuscito a caricare a dovere la squadra negli spogliatoi tra il secondo e il terzo quarto.

Per quanto riguarda Bologna, il problema cronico è quello della mancanza di un gioco fluido in attacco: tante volte chi ha il pallone si trova a dover inventare qualcosa senza troppo aiuto da parte dei compagni. La Canadian Solar ha segnato 81 punti solo grazie ad un secondo tempo di altissimo livello da parte di Winston e Amoroso, cui è entrato praticamente tutto. L’assenza di Kemp non può rappresentare una motivazione: la Virtus ha retto egregiamente per il primo tempo, ma non è riuscita a contenere l’attacco di Milano nella seconda frazione.

I gol più belli della 17esima giornata

Per ora solo 13 gol nel 17esimo turno della Serie A, ma mancano due partite rinviate per motivi diversi: Fiorentina-Inter per l’impegno nel Mondiale per club dei nerazzurri e Samp-Genoa per neve.

Ecco la top 3 di questa settimana:

  1. Cavani
Il decimo gol in campionato di Edinson Cavani fa impazzire il San Paolo. Ancora decisivo, ancora a 90esimo scaduto, ma con in più il brivido di aver quasi subito un gol pochi secondi prima (salvataggio in extremis di Grava sulla linea di porta) e il piacere di andare a 3 punti dalla vetta della Serie A alla pausa natalizia. Cavani trascina il Napoli alla vittoria.
Arretra fin nella sua metà campo per ricevere palla e la smista di prima per Sosa sulla destra. Il passaggio di ritorno per Cavani è decisamente troppo lungo, ma l’uruguaiano sprinta (al 93’…) e con un tocco solo anticipa e salta il primo difensore. Si trova già sulla trequarti, ma il tocco con il quale ha saltato il primo difensore è leggermente troppo lungo e un secondo leccese gli si fa incontro rapidamente, entrando in scivolata: ancora una volta Cavani sprinta e tocca il pallone per evitare l’intervento, ma questa volta si deve allontanare dalla porta. Poco male: altro sprint, e arriva subito sul pallone, ma non fa in tempo a girarsi faccia alla porta che un terzo difensore lo affronta. Cavani lo elude spostandosi con l’esterno la palla sul destro per trovare spazio per il tiro. E poi il tiro: da poco più di 20 metri con una violenza e una precisione davvero difficili da trovare al termine di un’azione del genere. Napoli sogna.

  1. Jimenez
Decisiva la rete del cileno per l’1-0 del Cesena sul Cagliari. Jimenez riceve una palla “innocua” poco oltre la metà campo e la trasforma in oro: se la porta avanti al piccolo trotto, prende velocità, chiede ed ottiene l’uno-due con Giaccherini, il quale, leggermente sbilanciato, gli ridà una palla non facile da controllare: Jimenez la arpiona col sinistro senza perdere slancio, superando così la linea del centrocampo cagliaritano. Ormai al limite dell’area, affronta Canini in velocità e lo salta con una facilità disarmante: basta una finta di corpo e spostarsi leggermente il pallone sulla sinistra verso il centro dell’area. A tu per tu con Agazzi, Jimenez non sbaglia: piatto destro a incrociare sul secondo palo.


  1. Quagliarella
Ancora una volta in classifica Fabio Quagliarella. Questa volta però il suo gol non vale i 3 punti per la Juventus, raggiunta nel finale dal gol di Pellissier.
Calcio d’angolo battuto sul primo palo da Pepe, Iaquinta in qualche modo controlla e ricaccia in mezzo all’area, Quagliarella sulla linea dell’area piccola è pressato e anche trattenuto da Mantovani, ma inventa comunque un colpo dei suoi: potente girata al volo di interno destro, spalle alla porta, con pallone che colpisce il palo alla sinistra di Sorrentino ed entra in rete.


venerdì 17 dicembre 2010

Dopo il sorteggio di Champions League: è andata grassa

Sì, grassa e parecchio. Le italiane erano tutte in seconda fascia e potevano beccarsi le più forti squadre europee, le favorite per la vittoria finale, Barcellona su tutte.
E invece no, la Roma ha pescato il jolly Shakhtar, il Milan la più abbordabile delle inglesi, il Tottenham, e l’Inter giocherà la rivincita della finale di maggio scorso contro i tedeschi del Bayern Monaco.

Roma: meglio di così non poteva andare. Intendiamoci, non è che lo Shakthar sia una squadra scarsa, tutt’altro: è arrivato primo in un girone che annoverava al suo interno Sporting Braga e soprattutto Arsenal. La felicità di averlo pescato nell’urna sta nel fatto che potevano esserci squadre ben più forti, e il sorrisetto di Tempestilli appena è stato estratto il nome degli ucraini lo testimonia. Insomma, la Roma parte favorita nello scontro con lo Shakthar Donetsk.

Milan: poteva andare un po’ meglio, ma anche molto peggio. Gli Spurs hanno vinto il girone più difficile (quello con Inter, Werder Brema e Twente), stanno andando abbastanza bene anche in Premier, quinti a 4 punti dalla zona Champions. Il Milan spera di recuperare Pato e deve assolutamente recuperare Thiago Silva, mentre Ibra è atteso al varco da tanti critici che non vedono l’ora di vederlo toppare in Champions per ripetere la solita tiritera di come lo svedese riesca ad essere incisivo solo nei campionati nazionali e non in Europa.
In definitiva, scontro tutto sommato equilibrato, forse è lievemente favorito il Milan per l’esperienza nelle coppe europee e l’abitudine di certi giocatori a misurarsi in determinati palcoscenici.

Inter: uno degli scontri più avvincenti vedrà la rivincita della finale della Champions dell’anno scorso. Le due squadre sembrano in una situazione molto simile da parecchi mesi a questa parte: l’anno scorso triplete per l’Inter, quasi triplete (è mancata una partita…) per il Bayern; quest’anno parecchi infortuni e difficoltà in campionato nel quale stanno accumulando tanti punti di distacco dalle prime piazze. A febbraio si scontreranno di nuovo con due organici molto simili a quelli di maggio scorso (l’assente più illustre sarà il Mou: per quanto riguarda il terreno di gioco l’argentino Samuel), con giocatori importanti che rientrano o saranno rientrati da non molto da alcuni infortuni (la lista è lunghissima e nota per l’Inter; Robben e Ribery per il Bayern).
Scontro equilibrato, forse leggermente favorita l’Inter se non altro per quella sensazione di superiorità che scaturisce dalla finale di Madrid e che può garantire ai nerazzurri una sicurezza in più.

Nota finale: è molto indicativo vedere il confronto delle quote per la vincitrice finale della competizione, prima e dopo il sorteggio.
A questo proposito, ecco la tabella che riassume la situazione (le quote sono quelle di te SNAI per la squadra vincitrice della UEFA Champions League 2010/2011): nella prima colonna la squadra; nella seconda l’evoluzione della quota, subito prima e subito dopo il sorteggio di Nyon nella terza colonna l’avversaria da affrontare agli ottavi:

SQUADRA
EVOLUZIONE QUOTA
AVVERSARIA AGLI OTTAVI
Barcellona
3,25
Arsenal
Real Madrid
4,75
Lione
Chelsea
6,00 à 5,50
FC Copenhagen
Manchester UTD
11,00 à 9,00
Olympique Marsiglia
Milan
18,00
Tottenham
Bayern Monaco
18,00 à 20,00
Inter
Tottenham
20,00 à 22,00
Milan
Inter
28,00 à 25,00
Bayern Monaco
Arsenal
15,00 à 28,00
Barcellona
Roma
60,00 à 50,00
Shakthar Donetsk
Valencia
75,00 à 50,00
Schalke 04
Altro (FC Copehagen / Shakthar Donetsk)
100,00
Chelsea / Roma
Schalke 04
100,00 à 125,00
Valencia
Lione
100,00 à 150,00
Real Madrid
Olympique Marsiglia
150,00 à 200,00
Manchester UTD


Normale che le quote delle prime non siano cambiate più di tanto: sono le favorite e sono considerate favorite contro qualunque avversario. Questo vale per Barça e Real, un filo meno per Chelsea e Manchester UTD, per le quali il fatto di aver beccato le abbordabili FC Copenhagen e Olympique Marsiglia (piuttosto che, per esempio, Inter e Milan), ha fatto comunque scendere leggermente la quota.
Conseguenza logica, l’innalzamento delle già alte quote delle avversarie: in particolar modo è interessante vedere la quota dell’Arsenal schizzare da 15 a 28 nel giro di pochissime ore. Perché? Perché affronta il Barça, la squadra più forte del mondo e la squadra che l’anno scorso li ha cacciati fuori dalla Champions dominando all’Emirates (anche se il risultato finale fu solo di 2-2 con 2 gol di Ibra, ma con un Almunia leggendario nel primo tempo) e asfaltando la squadra di Wenger al ritorno al Camp Nou (4-1 con 4 gol di Messi). Si alzano anche la quota del Lione che affronterà il Real (da 100 a 150) e dell’OM che affronterà il Manchester United (da 150 a 200).

Per quanto riguarda le italiane, registriamo che tutte e 3 sono date per favorite: la quota del Milan è rimasta la stessa, mentre quella del Tottenham è salita un po’ (da 20 a 22); la quota di Inter e Roma è scesa (i nerazzurri da 28 a 25, mentre i giallorossi da 60 a 50), mentre quella dei loro avversari si è alzata, nel caso del Bayern (da 18 a 20: effettivamente potevano pescare meglio dall’urna i tedeschi), o rimasta invariata, nel caso dello Shakthar che non è nemmeno preso in considerazione singolarmente da SNAI.

Di Champions se ne riparla a metà febbraio: ora attenzione ai campionati nazionali.

Prima del sorteggio di Champions League


Oggi alle 12 a Nyon avrà luogo il sorteggio per gli ottavi di finale di Champions League. I tifosi delle italiane saranno tutti con le mani giunte perché l’urna eviti alla propria squadra del cuore la sfortuna di incontrare subito il Barcellona, l’unica squadra in Europa che al momento pare davvero impossibile da battere.
Prima di altre considerazioni, ecco le fasce:

Prima fascia (vincitori dei gironi)
Barcellona, Real Madrid, Chelsea, Manchester UTD, Bayern Monaco, Tottenham, Schalke 04, Shakhtar Donetsk.

Seconda fascia (secondi nei gironi)
Arsenal, Milan, Inter, Roma, Valencia, Lione, FC Copenhagen, Olympique Marsiglia.

Il pericolo Barça c’è per tutte e tre le italiane. Il Milan ha se non altro la fortuna di evitare sicuramente il Real Madrid, la squadra che in questi primi mesi si è comportata meglio (Barça a parte), ma Manchester UTD, Arsenal e Chelsea sono comunque pericoli da scansare. Ovviamente la squadra che tutti vorrebbero affrontare è lo Shakhtar, primo in un girone non fortissimo, meglio dello Schalke che davanti può contare su Raul e Huntelaar, due attaccanti di livello internazionale che la possono sempre buttare dentro.
Altrettanto vero è che bisognerà vedere come si presenteranno le squadre a febbraio, quando ricomincerà appunto la Champions League: per esempio, l’Inter per quel periodo potrebbe essere tornata simile a quella dell’anno scorso, e allora nessuna squadra della prima fascia vorrebbe incontrarla.

Interessante sarà anche vedere se e come cambieranno le quote per la vincitrice finale della competizione in base al sorteggio.
A questo proposito, ecco le quote SNAI per la squadra vincitrice della UEFA Champions League 2010/2011 prima del sorteggio degli ottavi di finale:

Barcellona
3,25
Real Madrid
4,75
Chelsea
6,00
Manchester UTD
11,00
Arsenal
15,00
Bayern Monaco e Milan
18,00
Tottenham
20,00
Inter
28,00
Roma
60,00
Valencia
75,00
Lione e Altro
100,00
Olympique Marsiglia
150,00


lunedì 13 dicembre 2010

I gol più belli della 16esima giornata

Nessuna perla davvero degna di nota in questa giornata della Serie A (c’è stata anche una partita in meno: Inter-Cesena è stata rinviata per l’impegno al Mondiale per club dei nerazzurri), ma alcune reti sono comunque di ottima fattura:

1) Armero
Il missile terra-aria dai 35 metri del colombiano si guadagna il primo posto grazie alla sua potenza e precisione. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Armero riceve palla lontanissimo e, nonostante possa avanzare per qualche metro indisturbato, decide per l’opzione più difficile, tirare in porta: e fa bene, perché la sua conclusione si infila dritta a fil di palo a mezza altezza, sul primo palo. Forse Avramov poteva fare di più, ma ciò non toglie nulla alla prodezza balistica di Armero.

2) Bogliacino
Classica punizione dai 18-20 metri, da posizione ottima per un mancino, a giro sopra la barriera, sul primo palo. Esecuzione perfetta che non lascia assolutamente scampo a Rosati, il quale vola ma non ci arriva.

3) Di Natale
Il terzo posto è per Di Natale, ma il merito va non solo a lui quanto all’Udinese intera, in particolare a German Denis, che stoppa e passa con lo stesso tocco spalle alla porta fuori area, si getta in profondità per ricevere la chiusura del triangolo (un po’ fortunosa) da Zapata, stoppa ancora a seguire con l’uomo attaccato, vede il taglio alle sue spalle di Di Natale e lo serve con un colpo di tacco che mette il capocannoniere dello scorso campionato (e di questo, per il momento) da solo davanti ad Avramov a 4 metri dalla porta in posizione centralissima. Troppo facile fare gol per Totò e altri 3 punti per l’Udinese.

sabato 11 dicembre 2010

La 16esima giornata di Serie A: previsioni

Tante partite dall'esito molto incerto in questo turno.

Dal big match di Torino tra Juve e Lazio, alle insidie bolognesi per il Milan; dallo scontro tra Udinese e Fiorentina, al match di Marassi tra le gemellate Genoa e Napoli.

Nel link di seguito un sito web che prova a dare una chiave di lettura per i match della 16esima giornata di Serie A, e dei pronostici secchi.

Social Post: "Previsioni 16esima Giornata Serie A".

venerdì 10 dicembre 2010

Italians do it better

Per chi si ricorda lo scalpore che fecero allora (aprile 1996, quindi pieno garbage time della stagione pre-playoff) i 18 punti di Vincenzo Esposito al Madison Square Garden, e per chi si ricorda anche le enormi difficoltà che Stefano Rusconi trovava nello stesso periodo a ritagliarsi spazio nella Lega, quella della scorsa notte è forse una data da ricordare. Per l’importanza che può avere per il basket italiano.

Non è una novità ormai che i nostri tre connazionali in NBA giochino a livelli alti: due giocano in franchigie con obiettivo playoff (Gallinari ai Knicks e Belinelli agli Hornets), l’altro (Bargnani ai Raptors) è il go-to-guy della squadra. Quello che si vuole sottolineare è che, nella stessa sera dell’8 novembre 2010, i tre sono riusciti a segnare un totale di 83 punti: se ce l’avessero detto nel ’96 dopo i 18 di Vincenzino nella Grande Mela ci saremmo tutti fatti una grassa risata. E invece è così e, nell’attesa di raccogliere qualche frutto anche in maglia azzurra, godiamoci i progressi dei tre italiani oltreoceano.

Bisogna iniziare dal Mago, anche se è l’unico che ha perso. Prestazione spaventosa di Bargnani a New York nell’arena più famosa del mondo, altro che i 18 di Esposito… Gli entra tutto: canestri in allontanamento, da 3, anche in acrobazia e facendo la voce grossa in area pitturata; nel IV quarto realizza un gioco da 3 punti spettacolare sulla linea di fondo con fallo di Gallinari, piazza la bomba del pareggio a 28 secondi dalla fine, prima che la preghiera di Felton premi i Knicks. Insomma, trascina la sua squadra come dovrebbe fare un leader: chiude con 41 (career high) e il 66 % dal campo. Piccola nota stonata: dall’altra parte il migliore è il dirimpettaio Stoudemire, decisivo negli ultimi possessi del match.

Dall’altra parte gode il Gallo, che con i suoi Knicks sta attraversando la sua migliore stagione NBA, assieme alla migliore stagione della franchigia da una decina d’anni. Chiaramente l’arrivo di un top player come Stoudemire ha fatto la differenza in questo senso e l’intesa che il nuovo arrivo ha creato con il play Felton è di grandissima importanza per la squadra guidata da Mike D’Antoni. Il pick & roll tra i due lascia Gallinari libero di avere meno pressione sulle spalle e tante volte di piazzarsi sull’arco del tiro da 3 in semplice attesa di uno scarico da mandare dentro. Contro i Raptors sfiora la doppia doppia e chiude con 20 punti (5/13 dal campo però) e 9 rimbalzi in un match in cui addirittura non ha nemmeno brillato più di tanto. Ma soprattutto i suoi Knicks sono sesti a Est e con un buon margine sulla nona.

Chiudiamo con il Beli, sicuramente l’italiano cui la nuova stagione ha sorriso di più, se si considera lo scarso minutaggio che era riuscito a strappare nella Lega precedentemente. Ora non solo parte stabilmente in quintetto e gioca 30, ma si trova anche in una squadra molto affiatata e con uno dei migliori play NBA, Chris Paul. Nella vittoria in casa di 20 contro i Pistons, Belinelli gioca 27, ne mette 22 con 8/12 dal campo, ma soprattutto è decisivo con 13 punti nel primo tempo, ovvero quando New Orleans fa il primo parziale importante per staccare Detroit. Certo, il suo tabellino è sempre molto scarno per il resto (giusto 2 assist), ma d’altra parte per ora il suo ruolo è quello.

Clicca qui per votare i tre italiani come partecipanti all’All Star Game:

domenica 5 dicembre 2010

Siena schiaccia Milano

Serviva forse un messaggio, un segnale alla Serie A e la MPS Siena gliel'ha mandato, forte e chiaro.
Tutti aspettavano infatti il verdetto del match delle 12 dell'8a giornata del campionato di basket, che vedeva di fronte le due principali candidate alla vittoria finale, l'Armani Jeans Milano che andava a giocare sul campo della Montepaschi Siena.

Il tabellone alla fine dice 99-67 per Siena. Niente paste per i ragazzi di Pianigiani, che però possono essere più che contenti della loro prestazione di oggi.
32 punti di scarto all'Armani Jeans significano "Siamo noi la squadra da battere. Anche quest'anno". Siena è scesa in campo dal primo minuto con la stessa voglia e mentalità difensiva che hanno contraddistinto tantissime partite dei senesi negli anni scorsi in Serie A: aggressione difensiva sull'avversario, pazienza e qualità in attacco. Lo scarto era già importante alla fine del primo quarto (+9), enorme all'intervallo (+24), incolmabile alla fine del terzo quarto (+34): l'ultimo parziale l'ha vinto Milano di 2, ma era ovviamente garbage time.

"Siamo meno fisici e meno atletici rispetto all'anno scorso, ma tutti i giocatori hanno voglia di aiutarsi. Quando una squadra capisce i suoi difetti e lavora ogni giorno per mascherarli è un buon punto di partenza" ha commentato il coach Pianigiani ai microfoni di Sky a fine partita.

Parziale giustificazione per l'Armani Jeans Milano è rappresentata dalle pesanti assenze nel roster di oggi: Petravicius, Maciulis e Pecherov sono giocatori che non puoi regalare in un match di questo livello, ma la squadra di Piero Bucchi era chiamata a fare una performance di diversa consistenza.

Il tabellino ufficiale:

martedì 30 novembre 2010

AmMOUtolito

"El calienta el ambiente" dicono a Barcellona, e forse è pure la cosa più leggera che gli dicono da quelle parti. Non è certamente amato Josè Mourinho in Catalogna per via di un passato da ex, positivo dal punto di vista dei risultati, ma negativo per come sono andate a finire le cose, e di una serie di scontri nelle coppe europee che hanno spesso visto le squadre allenate dallo Special One affrontare i blaugrana, sempre o quasi con una coda polemica.

Beh stavolta il Mou ne ha prese 5, ha preso una sonora lezione di calcio da una delle squadre più illegali che questo sport ricordi (sicuramente la più forte da metà anni '90 in poi). Questo Barça ha creato un meccanismo incredibile, una ragnatela di passaggi che parte dal portiere, prosegue con i difensori (Puyol e Abidal ogni tanto rischiano di perderla, ma i compagni li aiutano e non la perdono neanche loro) e trova il suo apice con i 2 maghi del centrocampo Iniesta e Xavi e i 3 attaccanti bassi, veloci e tecnici (Villa, Messi e Pedro): tutti che tornano indietro a prenderla, si allargano, si buttano nello spazio, si trovano a meraviglia. Tengono palla addirittura per minuti, ma non in maniera sterile: sono più le volte che liberano un uomo in area o al limite delle volte che perdono il pallone.

Mou non è riuscito a far giocare il Real come l'Inter dell'anno scorso (dicesi catenaccio e contropiede), forse perchè non ha i giocatori adatti, forse perchè con il Real è diverso e non puoi permetterti mai di fare il catenaccio, forse perchè è andata bene l'altra volta, chissà.
Poi è chiaro che se hai un allenatore che riscalda l'ambiente e gli altri ti fanno la manita può finire che ti innervosisci, e allora sono 8 gialli e 1 rosso per le merengues: ha perso davvero la testa Sergio Ramos alla fine quando, già ammonito, ha falciato Messi e spintonato i compagni di nazionale Puyol e Xavi.

Nessuno ne ha fatti 8 nel Clasico, ma 5 sono tanti e lasciano il segno. Anche quest'anno la squadra da battere (nella Liga come in Champions) sarà il Barcellona.

Link: più che gli highlight (peraltro non male) consigliamo di rivedere tutta la partita, in particolare i primi 20-25' minuti del secondo tempo.

domenica 28 novembre 2010

Federer trionfa a Londra

Come previsto la finale del Master di Londra è stata proprio tra Rafael Nadal e Roger Federer.

Questa volta ha vinto Federer in 3 set (6-3 / 3-6 / 6-1), che per una volta non ha sofferto più di tanto la diagonale rovescio suo - diritto di Nadal. Ha tenuto lo scambio il più corto possibile (quando non l'ha fatto è andato immancabilmente in difficoltà), e soprattutto ha servito bene: tante prime (61 %) e quando è entrata la prima ha quasi sempre fatto il punto (92 %, solo 3 punti persi).

In generale un ottimo Federer, che ha ricavato tanti punti col servizio esterno sul rovescio di Nadal, contro un buon Nadal, che però non è ancora al meglio della condizione.
Una bella partita - lo testimoniano i 32 vincenti contro i 21 errori non forzati dello svizzero - per finire la stagione del tennis. Forse era più spettacolare un terzo set un po' più tirato, ma va bene così.

E poi l'Australian Open inizia tra non molto dai...

La vendetta degli ex si abbatte sulla Virtus

La Canadian Solar Bologna perde di 10 a Varese: 91-81 il risultato finale per i ragazzi di Charlie Recalcati, che costituiscono una squadra davvero niente male, che sa tirare bene da 3 (11 le bombe, con 5 diversi giocatori), sa soffrire, anche se a volte ha qualche amnesia difensiva di troppo.

Hanno certamente pesato le assenze di Sanikidze e Winston in casa bianconera, che ha visto una grandissima prova da parte di Amoroso (26 punti con ottime percentuali e 7 rimbalzi) e di Marcelus Kemp (25 punti e una grande varietà di soluzioni).

Ma la differenza l'hanno fatta le prove degli ex bianconeri Righetti, Fajardo e Kangur: in 3 hanno portato alla causa di Varese 41 punti, 11 rimbalzi e tanta intensità contro la loro ex squadra. La fotografia della partita è quella che vede proprio Alex Righetti sporcare la palla dal palleggio a Kemp nell'ultimo tentativo della Virtus di rimontare il distacco nell'ultimo quarto.

Da menzionare però anche la prestazione di Ronald Slay, a guardare i numeri l'MVP del match: 19 punti e 13 rimbalzi per lui.