domenica 26 giugno 2011

Basta 4 soldi in banca...

Vi riporto un post interessante, tratto dal blog Sport e Motori 2.0, riguardante nello specifico l'uscita di scena delle italiane (in particolare della Schiavone) da Wimbledon, ma più in generale l'idea di etica  e passione sportiva, il malcostume italiano e anche la totalizzante dominanza dello sport del calcio in Italia:

Dice Luigi, commentando su Milano 2.0 la sconfitta di Francesca Schiavone a Wimbledon contro Tamira Paszek: "Grazie alla schiavone confermata la nostra italianità... basta 4 soldi in banca per tornare a essere delle semplicici normali nullità!!!". Alt, stop, attenzione. Fermiamoci un attimo e giochiamo a capirci.
Ora, capisco che il 'neurone impazzito' possa capitare ovunque. Ma, piuttosto, mi vien da pensare che la nostra 'italianità' sia confermata proprio dal commento di Luigi: in Italia finché si vince e si porta a casa un titolo si può avere la 'dignità' e il 'permesso' di comparire sulle prime pagine dei giornali, togliendole magari a personaggi che con lo sport non hanno più niente a che vedere (Moggi?) o realtà che pure con lo sport non c'entrano nulla (le scommesse). Guarda caso due esempi legati al mondo del calcio. Giusto, ma si gioca a tirar pedate a un pallone, beh, lì sì, basta avere la Serie C (o Lega Pro), insomma i famosi '4 soldi in banca' e allora si può rappresentare un'idea, una città, un movimento, una fede, un tessuto sociale. Questa è l'idea 'malata' di sport, quella espressa da Luigi, che hanno gli italiani. Vincente o perdente, caro Luigi, la Schiavone resta una grande atleta, ed è evidente che il tuo essere sportivo si limita alle 'appassionanti notti olimpiche' sotto la dettatura di Giampiero Galeazzi. Domani ci saranno 80 mila spettatori per l'inaugurazione dei Mondiali di calcio femminile in Germania, un Paese dove, credo, abbiano diverse cose da fare e da vedere, se vogliono, come alternativa. Questa è passione per lo sport. Così come passione per lo sport è guardare Wimbledon, applaudire la giovane Paszek che firma l'impresa eliminando Francesca (che non ha giocato al meglio, come lei stessa ha ammesso), e attaccarsi al match successivo. Questo è sport. Il resto è bar, Crodino (o Sanbitter per essere politically correct) e patatine incluse.

domenica 19 giugno 2011

Al via Wimbledon

Non è ancora iniziato Wimbledon, una delle manifestazioni sportive più antiche del mondo abile a mantenere lo stesso livello di attenzione anche nel mondo del profitto di oggi, ma già offre più di uno spunto di riflessione, o comunque di chiacchiera. Andiamo per gradi.

Torneo
Beh ormai, come tante altre manifestazioni di tali dimensioni e cassa di risonanza, non si tratta solo di sport (tennis in questo caso), ma anche di visibilità, e allora arrivano vip di qualsiasi tipo. Una carrellata di (più o meno) bellezze alla festa di apertura del torneo (tenniste, attrici) si trova al link qui sotto:

Uomini
SNAI (volevamo dare un’occhiata a William Hill, ma AAMS ci blocca il sito Web: ma non siamo nel mercato libero europeo? Mah…) dà per favorito Roger Federer. Ecco le quote per i principali aspiranti al titolo:
-          Federer: 3,00
-          Nadal: 3,50
-          Djokovic: 5,00
-          Murray: 7,50
-          Del Potro: 60,00
-          Soderling, Roddick, Berdych 75,00
Mi sento di essere d’accordo con una simila valutazione: sull’erba Federer ha praticamente sempre dimostrato di avere una marcia in più rispetto a tutti gli altri e, soprattutto, le migliori armi che ha Nadal, il pericolo n°1, per mettere in crisi lo svizzero su questa superficie funzionano meno. In particolare: la palla ha un rimbalzo più basso e veloce, e lo svizzero potrà giocare il rovescio in top o in back a un’altezza normale, senza dover finire troppo fuori dal campo.
Davvero difficile pensare che il nome del vincitore non esca dai primi 3, ma se vogliamo anche primi 2: Djokovic non mi pare in grado di battere Federer sul centrale di Wimbledon (eventuale semifinale).
Da guardare il torneo del nostro Seppi, in grande miglioramento sull’erba.

Donne
Toh, chi si rivede, le Williams. La magia del torneo di tennis più “nobile” è riuscita a far smuovere il sederone delle sorellone più famose dello sport mondiale, che negli ultimi mesi avevano potuto giocare poco (anche e soprattutto per colpa degli infortuni). E, guarda un po’, SNAI le mette subito come favorite alla vittoria finale. Ecco le quote:

-          S. Williams: 6,00
-          V. Williams: 9,00
-          Li, Kvitova, Wozniacki: 11,00
-          Azarenka: 16,00
-          Zvonareva: 25,00

Da un lato è molto più difficile “leggere” il tennis femminile, soprattutto per alcune difficoltà psicologiche, che molto spesso hanno rallentato l’ascesa della n°1 del seed di turno, in favore di tenniste più anziane, ma più esperte.
Dall’altro lato, si può registrare la chiara supremazia delle sorelle Williams: se loro sono in forma fisica, giocano ad armi impari (a livello di potenza dei colpi) contro praticamente tutte le loro avversarie.
Ma a questo Wimbledon, ci arrivano in forma fisica ottimale? Parrebbe di no, ma chissà se esiste una tennista davvero in grado di batterle – non mi dispiacerebbe puntare 1 € su Bartoli…
Per capire meglio la situazione del tennis WTA date un’occhiata al link qui sotto:

Chiacchiera
Ancora una volta la parte del leone la fa Nole Djokovic, questa volta coadiuvato, e tirato per la giacchetta, dalla n° 1 del circuito WTA, la danese Caroline Wozniacki, che si infiltra alla conferenza stampa del serbo e la interrompe facendogli qualche domanda tecnica, fingendosi giornalista.
Djokovic ovviamente coglie la palla al balzo per continuare un simpatico siparietto, che fa sorridere e fa capire come ci sia del tenero tra i due: una descrizione dello scambio nel link qui sotto:

Proprio brutto invece lo spot tv di SkySport per pubblicizzare Wimbledon 2011: una serie di persone (di diversa provenienza e in diverse sitauzioni) starnuta in differenti scene consecutive. Headline finale: "Wimbledon 2011: fatti contagiare!". Si può fare di meglio...

sabato 18 giugno 2011

Mavs campioni

A detta di molti, i Dallas sono stati davvero la squadra migliore della NBA di quest'anno, forse secondi solo ai migliori Spurs della stagione regolare.

Di sicuro durante i playoff hanno spazzato via tutti:
  • 4-1 ai Portland Trail-Blazers
  • 4-1 agli Oklahoma City Thunder
  • 4-0 ai campioni uscenti, i Los Angeles Lakers
  • 4-2 ai favoriti di inizio anno, i Miami Heat dei big-three (o two?)
E così i Mavericks hanno meritatamente vinto il loro primo anello NBA, vendicando la sconfitta del 2006, per la gioia dell'eccentrico proprietario Mark Cuban, di coach Carlysle, e dell'MVP delle finali, il tedesco Dirk Nowitzki, che in Gara6 ha tirato abbastanza male (1/12 all'intervallo), riuscendo comunque a risultare positivo nel quarto periodo.
Forse l'MVP effettivo della serie avrebbe dovuto essere John "The Jet" Terry, decisivo in tutte le rimonte e in tutti i quarti periodi vinti dai Mavs, ma comunque i Mavs sono una squadra che gira attorno al tedesco, uno dei giocatori più difficili da marcare al pianeta.

Peccato per i vinti, giunti a un passo dall'unico possibile risultato (l'anello) che avevano a disposizione per l'esperimento più emozionante potenzialmente degli ultimi anni - 2 tra i primi 5 (o 2?) cestisti in campo assieme.
Ovviamente l'attenzione si dovrà ancora una volta concentrare su LeBron James, che perde ancora in finale (dopo aver perso coi Cavs contro gli Spurs), ma che soprattutto è sembrato bloccato psicologicamente a tratti. Troppa poca responsabilità presa nei quarti quarti di Gara5 e Gara6 da James.
Tecnicamente invece ci vuole un tiratore mortifero da 3 capace di capitalizzare i raddoppi e i movimenti delle difese avversarie verso James e Wade. Ma per una lettura più approfondita rimando al link sotto.

Clicca sul link qui sotto per vedere le immagini della premiazione, tratte da SkySport.

domenica 5 giugno 2011

Peccato Fra

Già, peccato, Fra. La nostra Schiavone questa volta non ce la fa a portare a casa il Roland Garros, come era successo l'anno scorso, e si deve arrendere in finale alla cinese Na Li, che batte la milanese 6-4 / 7-6 (0) e diventa così la prima tennista cinese a vincere un torneo dello Slam.

Una vittoria meritata da parte di Li, anche a detta della sconfitta, che ha brillato per costanza di colpi da fondo, sia di diritto che di rovescio, colpo forte con il quale ha costruito il suo gioco, che veniva poi puntualmente chiuso col diritto.
Dall'altra parte una Schiavone non al suo top, probabilmente anche stanca a causa del tortuoso cammino che l'ha condotta in finale (ricordiamo soprattutto la rimonta ai danni di Pavlyuchenkova ai quarti), che a fine gara non perde l'occasione di sottolineare come in caso di arrivo al terzo set avrebbe certamente vinto il torneo per la seconda volta consecutiva.

Ed eccoci al giallo. Come ho già scritto, e soprattutto come ha certificato Schiavone, vittoria meritata di Na Li, ma... Ma: secondo set, 6-5 Schiavone, 40-40 sul servizio della cinese, una palla fuori di Li viene chiamata buona dal giudice di sedia. Schiavone fa un po' di polemica sul momento - o quantomeno, cerca di far notare all'arbitro come il segno sulla terra evidenziasse il rimbalzo della palla fuori dalla linea. Niente da fare, palla buona: vantaggio Li, che riesce a portare il set al tie-break. Non lo ammetterà a fine partita, ma a quel punto Schiavone molla un po' psicologicamente, forse sentendosi defraudata: non farà più un punto.

Sembra incredibile come uno degli sport che si è dotato tra i primi e in maniera più chiara degli aiuti tecnologici (la ricostruzione tecnologica apparsa in tv infatti evidenzia l'errore dell'arbitro ai danni di Schiavone) possa ancora incappare in certe situazioni.


Clicca il link qui sotto per vedere il video dell'intervista post-finale a Schiavone:

Clicca il link qui sotto per vedere il video della chiamata arbitrale incriminata.

giovedì 2 giugno 2011

Una stagione di calcio

Per la felicità di chi "odia" il calcio, le finali di Champions e Coppa Italia del fine-settimana scorso hanno mandato in archivio la stagione 2010/11, almeno per quanto riguarda i club delle leghe maggiori (Serie B e Nazionali escluse, quindi). Entrambe sono finite 3-1 per la squadra che tutto sommato era favorita (Barcellona e Inter contro rispettivamente Manchester United e Palermo).
Ovviamente in questo strano Paese il dubbio amletico se Pirlo e Marchisio siano adatti a esprimere il gioco di Conte fa notizia quanto (se non di più) la Schiavone che batte Jankovic, Pavlyuchenkova, Bartoli approdando così alla finale del Roland Garros da campionessa uscente.
Io personalmente limiterò le mie attenzioni al calciomercato, ma ora è il momento di fare una sintesi dell'annata calcistica.

Champions League
Ha vinto la squadra più forte,quella che ritengo la migliore che io abbia mai visto giocare. Tanti piedi buoni, 4 superfenomeni (Piqué, Xavi, Iniesta, Messi, se volete anche Villa), uno stile di gioco insegnato fin dai pulcini: onore a Guardiola & co.
A mandarli fuori ci è andato vicino solo il Mou in semifinale fino all'espulsione di Pepe, e chi storce il naso al catenaccio che il mago di Setubal ha imposto al grande Real dovrebbe rivedersi la finale e le statistiche della finale: provi a giocartela con questi bluagrana? Bene, anche se sei il Manchester, ne prendi 3 e vai a casa. Sì nei hai fatto uno (e hai fatto 1-1), ma con l'unico tiro in porta della tua partita (11-1 il finale) e in più con un'azione viziata dalla posizione irregolare dell'assist-man.
Figura abbastanza magra per le italiane, eliminate da squadre alla loro portata (Shakhtar, Tottenham e Schalke 04): l'unico guizzo la rimonta agli ottavi dell'Inter all'Allianz Arena. Troppo poco per mantenere il terzo posto nel ranking Uefa (e occhio al Portogallo alle spalle): dall'anno prossimo solo 3 italiane in Champions.

Serie A
Anche qui ha portato a casa il titolo la squadra che lo ha meritato di più, quella con più continuità di rendimento e di risultati. Il Milan è passato per diversi metodi di gioco, uomini decisivi e anche solo titolari, ma quando è contato di più, ha sempre risposto presente: lo testimoniano i 12 punti nelle 4 partite di scontri diretti contro seconda (Inter) e terza (Napoli).
Punto chiave, se si può individuarne uno solo nell'arco di un torneo a 38 giornate, il derby di ritorno: i rossoneri senza Ibra schiantano 3-0 i cugini che apparivano in forma nettamente migliore e chiudono loro la porta in faccia.

Estero
Più o meno secondo copione, le lotte Manchester-Chelsea in Inghilterra e Barça-Real in Spagna. Da segnalare sono invece la scintillante stagione del Borussia Dortmund in Bundesliga e soprattutto la nascita di un fenomeno, l'ex-vice di Mourinho, l'allenatore del Porto, André Villas-Boas, il quale sembra destinato a ripercorrere le orme del Mou: il coach più giovane della storia a vincere una finale europea.
Il Porto non ha solo vinto il campionato portoghese, lo ha letteralmente dominato. In 30 giornate ha fatto 27 vittorie e 3 pareggi. Sì, avete letto bene: 0 (zero) sconfitte. Sì, avete capito bene: 84 punti su 90 disponibili; 73 gol fatti e 16 subiti.
Ha vinto la finale di Coppa di Portogallo per 6-2 contro il Vitoria Guimaraes. Insomma, all'interno dei confini portoghesi ha perso 2 partite in tutta la stagione, una in semifinale di Coppa di Portogallo e una in Coppa di Lega (l'unico trofeo cui ha partecipato senza portarlo a casa).
Ma soprattutto: portata a Oporto l'Europa League, battendo 1-0 in finale i rivali del Braga, usciti dalla Champions. Sedici punti su diciotto disponibili nella fase a gironi, fatto fuori il Siviglia ai sedicesimi vincendo anche al Sanchez Pizjuan, il CSKA agli ottavi vincendo anche al Luzhniki, irriso lo Spartak ai quarti (5-1 a Oporto all'andata, 2-5 al ritorno a Mosca), scherzato il Villareal di Beppe Rossi in semifinale (andata 5-1 all'Estadio do Dragao).
Insomma un'apoteosi: se riescono a tenere allenatore e giocatori occhio al Porto l'anno prossimo, anche se ai tempi del Mou, un Barça così non c'era...