sabato 2 luglio 2011

Lock Out!

Era difficile immaginare che si arrivasse a una soluzione in tempo utile. Dall'America rimbalzano da tempo voci di una serrata inevitabile, perché le posizioni erano e sono rimaste a distanze siderali. E' stato ironizzato che pure Cleveland e LeBron erano più vicini di quanto non lo siano giocatori e proprietari in questo momento.
Il 30 giugno è passato, i contratti sono scaduti. Qual è la prossima fase? Intanto, i giocatori se vigliono allenarsi devono farlo da soli, non potendo nemmeno mettere piede nelle palestre dei loro team: se hanno bisogno del medico, devono pagarsene uno, non potendo nemmeno telefonare a quello della squadra.
Chi ci rimette di più sono, come sempre, i più poveri (poveri per gli standard dei giocatori NBA). Immaginatevi Artest al campetto di Venice per tenersi in forma...
Ci saranno poi i classici tagli (perchè tutto il mondo è paese), ovvero licenziamenti a catena di gente che occupa ruoli minori all'interno delle società, da chi vende gli abbonamenti, i biglietti, al marketing.
 
Su alcuni siti si riporta che i cestisti abbiano pensato di non sciogliere il sindacato per poter aggirare la legge antitrust USA e fare come i colleghi della NFL di football (vedasi la famosa causa Brady vs. NFL); tuttavia pare che le parti in causa si incontreranno ancora per riprendere le trattative fra 2-3 settimane. A mio modo di vedere, come spesso nelle trattative, finché non si arriverà davvero a ridosso dell'inizio della stagione, non verrà raggiunto l'accordo ed entrambe le parti proveranno a tirare la corda il più possibile, sebbene (vedi link sotto) molti sostengano che il punto finale della trattativa già si sa quale sarà: 50 e 50 tra giocatori e società.
Qui sotto un link che vi porta a un video in cui Federico Buffa parla del lock-out. Al di là dell'aspetto contenutistico, per altro interessantissimo (anche non considerando la chicca del cricket indiano), è sempre un piacere ascoltare parlare Buffa.